Vista erea dopo l'intervento
L'edificio prima dell'intervento
L'incoerente presenza dell'edificio sulla piazza prima dell'intervento
Sistemi di facciata tradizionali a Crissolo
Il cantiere in corso
Fasi di canriere: montaggio dei montanti binati
Fasi di cantiere: veletta in Corten per l'ancoraggio del sistema di facciata in legno
Fasi di cantiere: il sistema di schermatura in tavole in Larice
Fasi di canriere: montaggio dei montanti binati
La facciata dopo l'intervento da Sud - Est
La facciata dopo l'intervento da Sud - Ovest
Dettaglio d'angolo della facciata dopo l'intervento
Cartello di cantiere
Vista dell'edificio dopo lìintervento
Vista della piazza dopo l'intervento
Il progetto riguarda un edificio a quattro piani fuori terra, di proprietà privata e a destinazione residenziale. Il fabbricato è stato realizzato negli anni '60, e costituisce un esempio tipico dell'edilizia di quegli anni, nei quali non erano ancora così diffusi i concetti di integrazione e rapporto cosciente con l'ambiente costruito che si sono successivamente consolidati.
L'edificio rappresentava una presenza anomala nel contesto della piazzetta, luogo urbano di particolare rilevanza per l'agglomerato di Crissolo.
Particolarmente impattanti erano la natura dell'intonaco, di un colore chiaro di forte visibilità e finitura spruzzata, il taglio delle aperture, nettamente dissimile dalle geometrie tipiche dell'architettura tradizionale, i serramenti e i dispositivi oscuranti, costituiti da infissi in legno con partizioni dalle proporzioni non felici e tapparelle in plastica, e soprattutto i balconi, di spessore di solaio particolarmente consistente e protetti da ringhiere in ferro verniciato dal disegno fortemente difforme dalle tipologie tradizionali.
Non ultimo, un raccordo di tetto che tagliava le due falde principali con una piccola falda a scendere verso la facciata principale sottolineava l'anomalia generale dell'edificio rispetto all'intorno.
L'intendimento non è stato quello di "abbellire" la costruzione, pensiero che avrebbe rappresentato una strada forse poco significativa, e, soprattutto che non avrebbe reso merito al fatto che l'edificio, comunque lo si voglia valutare, fosse il frutto di uno sforzo, di una attenzione al radicamento al luogo, di una volontà di continuità di vita, un atto etico che meritava la debita considerazione. Purtroppo negli anni della sua costruzione erano poco diffusi la cultura e la coscienza del buon costruire, sia da parte dei progettisti che dei committenti, nei quali, poi, era presente la del tutto comprensibile volontà di segnare al massimo il distacco da un retaggio e da una storia di difficoltà di rapporto con la montagna, evidenziandolo con forme architettoniche il più possibile lontane dai linguaggi della tradizione, volontà purtroppo tradita dalla mancanza di progettisti capaci di interpretarla.
Lo spirito è dunque stato quello di una nuova riflessione, della rivisitazione di un momento della storia recente del costruire, ristabilento un tramite con la tradizione costruttiva del luogo e con la cultura dei materiali, con un linguaggio coerente con la contemporaneità.
L'intervento prende spunto da una esigenza specifica di adeguamento rispetto alle prestazioni energetiche.
Con forte senso di responsabilità rispetto all'impatto dell'edificio sull'ambiente circostante la proprietà ha scelto di cogliere l'occasione per mettere in atto un intervento di ridisegno e riqualificazione formale generale.
L'intervento ha comportato la sostituzione dei serramenti, ormai assolutamente inadeguati rispetto agli standard di riferimento attuali, che sono stati realizzati in legno di Larice con finitura neutra opaca, di adeguato spessore e vetratura. I nuovi serramenti, con partizioni più equilibrate, sono stati posizionati sul filo interno della muratura in modo da esaltare la profondità dei vani, dando una nuova dignità al disegno di facciata. Le avvolgibili sono state sostituite con un sistema di scuretti ripiegabili, sempre in legno di Larice, incernierati al filo del serramento, che lasciano percepire sia in posizione aperta che chiusa la profondità dell'apertura.
Nell'occasione della sostituzione dei serramenti è stato realizzata una correzione dell'intonaco di facciata, del quale sono stati modificati grana e colore, ristabileno un rapporto più equilibrato con l'intorno.
L'aspetto dell'intervento sicuramente più significativo è stata la totale sostituzione delle ringhiere con un sistema di seconda facciata esterna che ne ridisegna l'insieme.
Eliminate le ringhiere in ferro esistenti, è stata realizzato una orditura principale costituita da un sistema di montanti binati in legno di Larice, ai quali nella porzione centrale della facciata è stato legato un sistema di ringhiere in legno di Larice costituito da una struttura portante orizzontale di mancorrente e una successione di barrelli a sezione quadra portati al livello inferiore fino alla quota di intradosso dei balconi, mascherandoli e rendendone poco percepibile lo spessore, nella configurazione attuale fortemente impattante.
Un trattamento diverso hanno avuto le porzioni di testata dei balconi, tranne quello del secondo piano sul lato Est, in cui si poneva un problema formale di rapporto con lo sporto della falda di copertura dell'edificio adiacente, e in cui è stata proseguita e risvoltata la ringhiera della porzione principale.
Agli altri piani le estremità dei balconi sono state risolte con una dogatura orizzontale in legno di Larice, di altezza variabile da un piano all'altro e sovrapposta all'attacco con i montanti binati.
L'intendimento progettuale è stato quello di determinare un limite che contrastasse la attuale indeterminatezza dello spazio aperto dei balconi, e allo stesso tempo ne sfumasse il limite con una relativa leggerezza.
Ultimo significativo elemento è stato la correzione del raccordo di tetto a scendere verso la facciata principale, ripristinando la geometria essenziale del tetto.
In termini generali il progetto ha inteso lavorare su una razionalizzazione della geometria della facciata, con un utilizzo in chiave contemporanea ma rispettosa degli equilibri dell'architettura tradizionale di pochi e semplici elementi e materiali, segnando il rinnovamento rispetto alla confusa e incoerente configurazione.
Arch. Renato Maurino, Ostana (CN)
Arch. Corrado Colombo, Torino
Ing. Pasquale Tinelli, Pinerolo (TO)
Geom. Franco Maina, Candiolo (TO)
EFFE – EFFE Costruzioni Di Ferrero Franco, Fabrizio & c., Envie (CN)
Nasi Teresio & figli S.r.l., Piasco (CN)
Giusiano Legnami S.r.l., Cavour (TO)
Year 2017
Work started in 2017
Work finished in 2017
Main structure Wood
Client Privato
Contractor EFFE - EFFE Costruzioni di Ferrero Franco, Fabrizio & C
Status Completed works
Type Apartments / Multi-family residence / Urban Renewal / Restoration of façades / Building Recovery and Renewal / Chalets, Mountains houses
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