Il progetto della torre adotta uno schema planimetrico a turbina, prodotto dallo sfalsamento di due piattaforme gemelle, per dimensioni e per struttura.
Ne derivano due organismi colonnari che vengono integrati da un sistema distributivo cruciforme. Ad ogni livello delle piattaforme gli alloggi possono essere aggregati e combinati con ampi gradi di libertà, assicurando in ogni caso doppi (e anche tripli) affacci senza tradire i principi di regolarità e coerenza che sono richiesti dallo sviluppo verticale.
Il percorso di collegamento tra la scala interna e gli ascensori oltre ad unificare le piattaforme distribuisce una serra (ogni tre livelli) e il terrazzo su cui sbarca la scala di sicurezza esterna (ad ogni piano). In questo modo è garantita la qualità degli spazi comuni e la loro illuminazione naturale non solo alle estremità ma anche al centro dell’asse principale. Lo scostamento dei volumi principali produce fenditure che sono presenti in celebri torri milanesi (di Ponti e Nervi, di Moretti, di Bottoni, di Bega).
In queste realizzazioni generalmente alle ombre verticali se ne associa una orizzontale: sul coronamento. In questo caso si è introdotto un principio diverso: un piano a doppia altezza che separa la “testa” dell’edificio dal suo “fusto”. A questo livello è stato introdotto un giardino pensile. In questo spazio di quasi 500 mq, liberamente soppalcabile grazie alla continuità delle strutture
verticali, si possono immaginare un verde rigoglioso insieme ad attrezzature per il gioco, lo sport, lo svago e per la contemplazione del paesaggio urbano.
Separate da questo “collo” vegetale i volumi della torre possono essere trattati in modo differenziato. Mario Airò ha interpretato questo tema attraverso il colore e la luce enfatizzando il ruolo simbolico dell’edificio nel contesto urbano.
Il “fusto” è caratterizzato dal colore bianco con la sola eccezione delle logge, smaltate con un verde lucido e squillante, la “testa” è trattata con una sfumatura che va dal verde oliva all’azzurro cielo. Illuminata dalla luce del giorno la torre si comporta come un’antenna meteorologica in grado di
mimetizzarsi o meno in base al “tempo che fa”.
Durante la notte nella torre si accende un “arcobaleno”, prodotto dalla proiezione di 7 fari sistemati nell’estradosso e nell’intradosso dei solai che contengono il giardino pensile. Anche in questo caso si riproduce un “simbolo atmosferico” con l’intento di affrontare concettualmente il rapporto tra artificio e natura. Il giardino pensile nel “collo” della torre non è l’unico elemento vegetale di questa architettura.
Sopra la piattaforma dedicata ai box, interamente realizzata fuori terra, trovano posto 76 orti urbani (uno per ogni alloggio). Agli orti si accede attraverso un’estensione dell’attacco a terra che presenta porzioni a doppia altezza. La piattaforma dei box, la sala polifunzionale che conclude il sistema degli orti e lo spazio di ingresso a doppia altezza possono essere collocati in pianta nella posizione migliore per garantire il più efficace rapporto con il suolo urbano e con il piano della città. Il principio di rotazione impresso alla figura planimetrica dallo schema a turbina evoca l’alternanza logge, pareti finestrate che si ritrova nella Torre al Parco di Ludovico Magistretti.
A questo tema compositivo si aggiunge una ritmica interna allo sviluppo dei fronti che vuole accentuare la differenziazione dei volumi. Da una parte si privilegia la continuità (delle logge o delle pareti finestrate), dall’altra la discontinuità di un sistema di volumi sovrapposti, scandito dalla variazione tipologica dei piani (come nella Casa a ville sovrapposte di Figini e Pollini).
Year 2011
Status Competition works
Type Apartments / Tower blocks/Skyscrapers
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