La proposta progettuale prevede un unico edificio che occupa l’intera area d’intervento in continuità con la tipologia esistente. Il volume è modellato in base al rapporto con il contesto. A nord e a est i prospetti presentano degli scatti di altezza di adeguamento allo skyline circostante. A sud con un arretramento si è voluto creare un passaggio pedonale di collegamento tra il parcheggio e via Bligny. A ovest sono previsti un basamento al piano terra per sollevarsi rispetto al parcheggio e uno svuotamento al piano primo di forma ellittica che dialoga, posizionandosi in asse, con quello presente nell'edificio di fronte che ospita l'Archivio di Stato. A livello funzionale l'edificio è così organizzato: ingresso da via Carlo Ignazio Giulio attraverso un porticato che porta direttamente al foyer che si affaccia su due patii che richiamano i cortili degli edifici circostanti; a nord e a est, rispetto al foyer, sono impilati su quattro piani le sale espositive e su due piani i laboratori artigianali provvisti di soppalco per gli spettatori; a est e a sud si trovano i locali di servizio quali spogliatoio staff, depositi attrezzature e sala impianti; a ovest, al centro del suddetto svuotamento, sono presenti al piano terra la conference hall/auditorium e al piano primo il coffee-bar che si affaccia su un giardino. Queste scelte di carattere compositivo e funzionale si fondono e si completano con considerazioni di carattere più simbolico legate alla destinazione dell'edificio: il percorso per accedere alle diverse stanze e le stesse stanze sono caratterizzate da una narrazione che prende spunto dagli elementi del cioccolato, il tutto riletto in chiave architettonica per coglierne non tanto l'immagine ma le linee generatrici e la struttura compositiva. Pertanto: l'ingresso è evidenziato da una facciata corrugata di colore rosso che richiama l'involucro del frutto di cacao quando è maturo e che rappresenta l'inizio; entrati da un ingresso volutamente compresso si passa a uno spazio a tutta altezza illuminato dall'alto, con un involucro ellittico di lamelle metalliche verticali di colore oro che avvolgono tredici lampadari rossi che rappresentano i semi di cacao all'interno del frutto; le sale espositive e i laboratori artigianali sono stanze, totalmente di colore oro, introverse ma luminose, caratterizzate da una doppia facciata semitrasparente che permette l'ingresso della luce ma non la vista e che, come le tradizionali scatole di cioccolatini, custodiscono il prezioso cioccolato e i suoi sistemi di preparazione; la conference hall/auditorium è come una tazza di cioccolato illuminata dall'alto da un oblò centrale e avvolge lo spettatore a 360° in una sorta di celebrazione del cioccolato; nel coffee-bar è presente una scatola come per le sale espositive ma aperta verso i fruitori che si accomodano lungo le braccia dell'emiciclo che presenta in facciata un sistema di tende solari di colore rosso; al centro del giardino è posta la copertura della tazza strutturata come una fontana, circondata da siepi e sedute di forma ellittica su una pavimentazione in ghiaietto di colore marrone che richiamano il momento dell'essiccazione al sole dei semi di cacao; i patii al piano terra sono organizzati come il giardino, ispirandosi entrambi all'arte topiaria dei giardini all'italiana delle ville storiche del torinese. Tutti i volumi sono avvolti da un'unica copertura trattata con una membrana impermeabile continua di colore marrone che funge da involucro come la glassa di cioccolato sui dolci. Infine i prospetti nord ed est presentano facciate in metallo e vetro come quelle interne delle citate scatole introverse dorate e sono composte da sfondati strombati regolari la cui griglia è interrotta da elementi di colore rosso che richiamano la facciata d'ingresso, riportando simbolicamente all'origine del tutto ovvero il frutto di cacao.
Year 2019
Status Competition works
Type Museums
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