Oggetto del concorso è stato la fattibilità tecnico-economica, finalizzato alla realizzazione di un luogo per la memoria dedicato alla vicenda dei ragazzi ebrei accolti e salvati a Nonantola (Modena) tra il1942 e il 1943, attraverso la valorizzazione dell’area detta Prato Galli, posta di fronte a Villa Emma.
L’area si trova in una posizione cruciale e di alto valore simbolico: da un lato infatti guarda il luogo storico che fu principale teatro della vicenda (la Villa); dall’altro rappresenta (e di fatto costituiva, quando i giovani esuli vi risiedettero) un punto di transito, un ponte tra la Villa e il centro storico del paese.
Prendo spunto quindi dalla caratteristiche intrinseche del luogo, e assecondando una progettazione di natura simbolica e commemorativa, si è deciso di trasmutare negli elementi del costruito quelle che sono state le difficoltà, gli ostacoli, i pregiudizi e le barriere che i ragazzi ebrei hanno dovuto affrontare nel corso delle loro vicende. E' così che come primo atto del progetto, si è pensato ad un muro: alto, imponente, di grande spessore e invalicabile, posto in asse con Via Mavora (strada che conduce direttamente nel centro di Nonantola) di fronte a Villa Emma, ed esteso per tutta la lunghezza del lotto.
Questo muro, simbolo all’epoca della netta divisione tra la comunità ebrea e il resto delle comunità, viene presentato però come “sconfitto” da 34 aperture, identificative di quei 34 ragazzi che rifugiati nella Villa, riuscirono ad inserirsi nel paese e a fuggire dalle persecuzioni attraversando via Mavora fino al lotto di progetto. Ancora seguendo un simbolismo evocativo, il muro viene ricoperto da un rivestimento metallico riflettente ma opaco, restituendo un’immagine “offuscata” del panorama; un riflesso della Villa visto come di sfuggita, come girando la testa nel momento della fuga. La pavimentazione con inserti in LED fa da coro al tutto, rimarcando l’attraversamento del muro con linee luminose in direzione della fuga dei bambini. Proseguite fino all’interno del lotto, si materializzano in elementi fisici noti come totem, testimonianza concreta di ognuno delle persone coinvolte nelle vicende. Qui prendono forma gli ambienti polifunzionali della fondazione: due volumi staccati da terra da un basamento “materico” a testimonianza delle preesistenze. L’edifiio continua nell’elevazione con pareti trasparenti filtrate unicamente da un sistema di lamelle frangisole. Spazio espositivo, spazio archivio, accoglienza-ristoro, area laboratorio-aula didattica e uffici, sono gli ambienti che formano gli edifici.
Sempre rispondendo alle richieste del bando, si instaura un “itinerario artistico” che parte da Prato Galli fin dentro Nonantola: realizzato attraverso la migrazione dei totem usciti del muro, vengono collocati in corrispondenza dei luoghi chiave della fuga dei ragazzi ebrei in tutto il paese. Questi totem, diventano in corrispondenza dei luoghi, dei “LandMark” volti a segnalare l’importanza dell’edificio e riportando la storia di chi ha ospitato.
Year 2018
Status Competition works
Type Parks, Public Gardens / Public Squares / Urban Furniture / multi-purpose civic centres / Restoration of old town centres / Office Buildings / Corporate Headquarters / Museums / Concert Halls / Libraries / Associations/Foundations / Pavilions / Exhibition Design / Bars/Cafés / Monuments
{{item.text_origin}}