La ‘creazione’ di una piazza nella città storica non è un evento frequente, ancor meno nel cuore di Roma. A dispetto del suo valore storico e architettonico, Piazza di S. Giovanni della Malva, nodo complicato di Trastevere a causa del traffico veicolare e pedonale, si presentava, prima dell’intervento, come un luogo di passaggio – un crocevia dal quale uscire in fretta, possibilmente indenni – e di parcheggio. L’azione di riqualificazione, perciò, non poteva non incentrarsi sul recupero funzionale dello spazio pubblico, nel contesto del tessuto medioevale di appartenenza.
L’altra peculiarità dell’intervento realizzato è nella sua duplice natura pubblico-privata, dalla quale deriva una stretta collaborazione tra le amministrazioni coinvolte e i soggetti promotori.
I lavori, terminati a maggio 2019, sono stati realizzati grazie a un bando del Municipio Roma I Centro, denominato Roma Sei Mia, che consente a qualunque soggetto privato, operatori economici o semplici cittadini (in questo caso un’associazione locale di residenti e commercianti), di proporre progetti di manutenzione/riqualificazione di spazi pubblici, da finanziare con risorse proprie. Il processo progettuale-autorizzativo ha visto coinvolti la Soprintendenza Speciale Belle Arti e Paesaggio di Roma, la Sovrintendenza Capitolina, la Polizia Locale e il Dipartimento Mobilità di Roma Capitale, oltre al suddetto Municipio.
L’aspetto rilevante è quindi il processo politico-urbanistico che ha reso possibile l’operazione, promossa e finanziata dai privati: non si tratta di mecenatismo o sponsorizzazione, la qual cosa non farebbe notizia poiché saremmo nel campo del marketing, ma dell’impegno attivo di questi ultimi. Questo risultato dimostra che è possibile un’azione congiunta tra istituzioni e cittadini; che può esserci coincidenza tra l’iniziativa privata e l’interesse pubblico; che l’urbanistica partecipata può spingersi fino alla concreta realizzazione delle opere di riqualificazione. Ne consegue l’avvicinamento degli abitanti al governo della loro città e la riappropriazione dei suoi spazi.
L’intervento, minimale (anche nei costi), non cambia la viabilità né le pavimentazioni: alcuni elementi di arredo – indispensabili a delimitare e separare le aree carrabili da quelle pedonali – l’eliminazione dei posti auto centrali e una calibrata progettazione delle sedi mutano radicalmente l’utilizzo e il decoro dello spazio urbano, che torna così a essere percepito come piazza. La vivace partecipazione agli eventi musicali, tenutisi nella piazza nell’estate 2019, è solo il più evidente riscontro della trasformazione dello spazio urbano.
Le panchine, in travertino, e le barriere parapedonali (travertino e ferro) sono state progettate osservando gli esempi storici romani presenti e realizzate da artigiani locali.
CENNI STORICI La piazza prende il nome dalla Chiesa di S. Giovanni della Malva, di origine molto antica, già presente nel XII secolo e che verrà riedificata nel 1850. Dalle rappresentazioni storiche sappiamo che la piazza viene a delinearsi almeno nel XV secolo, ma è probabile che il suo impianto sia medioevale. Con l’apertura di Ponte Sisto nel 1475, in occasione del Giubileo, è quindi un luogo di transito dei pellegrini diretti a S. Pietro.
Della riqualificazione di Piazza di S. Giovanni della Malva hanno parlato: la trasmissione Buongiorno Regione, del TGR Lazio (21.06.2019); La Repubblica, Roma (12.07.2019 – pag.23); Il Messaggero (07.10.2019 – pag.13).
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