L’area di progetto, di proprietà della provincia di Cremona, è sita nel Comune di Castelleone. Occupata dalla ex discarica di rifiuti urbani (di circa 63.000 mq), confina a Nord (terrazzo morfologico corso d’acqua Retorto) e ad Ovest con un’area agricola, a Est con il corso d’acqua Retorto (caratterizzato da un sistema interessante e articolato di fasce boscate) a sud con la strada di accesso alla ex discarica e alla cava. All’area si accede attraverso una strada privata vicinale di collegamento con la provinciale ex S.S. 415 Castelleonese. Per il progetto si dovrà tener conto della sola area di pertinenza della discarica e della strada di accesso ad essa. La superficie totale occupata dal deposito dei rifiuti, racchiusa da arginature perimetrali realizzate con materiale di cava, è ripartita in due fasi funzionali, dotate di sistemi di controllo e drenaggio indipendenti. La sagoma del fondo discarica ha forma rettangolare; il fondo e le scarpate interne sono impermeabilizzate con doppio telo e da uno strato di m 1 di argilla. La coltivazione dell’impianto ha determinato un volume di forma pseudo–piramidale, avente un ampio piano pensile che decresce con scarpate gradonate fino alla sommità degli argini. La copertura finale è costituita da strato di ghiaia, sabbia, materasso bentonitico, manto impermeabilizzante in PEAD, sabbia e terreno vegetale, per uno spessore complessivo di 120 cm circa. L’impianto di captazione del biogas è esteso su tutta la superficie ed è costituito da pozzi di aspirazione trivellati nei rifiuti e collegati alla centrale di derivazione mediante tubi in polietilene alloggiati nello strato di copertura finale. Al termine dei lavori si è provveduto al recupero ambientale mediante l’inerbimento dell’intera superficie e la messa a dimora di arbusti. Nell’area di servizio antistante la discarica, si trova la parte impiantistica tuttora attiva, fuori terra, costituita da: pozzo di raccolta e rilancio del percolato, n. 2 serbatoi di stoccaggio percolato, area caricamento percolato, n. 2 manufatti con arrivo tubazioni percolato e valvole di regolazione, locale uffici e servizi, capannone ricovero mezzi, nonché torcia per la combustione del biogas aspirato. Fino al 2004 è stato attivo un impianto di produzione di energia elettrica da gas di discarica della potenza di circa 600 kW che ha immesso direttamente energia elettrica nella rete, tramite il collegamento esistente in MT che collega l’impianto elettrico della discarica alla rete. Inoltre, è tuttora attivo in loco, col fine di alimentare i servizi ausiliari della discarica, un contratto di utenza “per uso diverso da abitazione” con ENEL spa, di potenza pari a 125 kW e di tensione pari a 15.000 V.
Il tema di progetto riguarda la trasformazione dell’ex discarica di Castelleone in un parco fotovoltaico tramite la riqualificazione e la valorizzazione delle aree di pertinenza. Obbiettivo primario dell’Amministrazione provinciale di Cremona è la realizzazione di un “modello pubblico” esemplificativo della concreta possibilità per lo sfruttamento dell’energia solare con modalità adottabili anche in altre zone degradate (ex cave, aree industriali…) tenendo in forte considerazione anche la componente paesaggistica per un corretto inserimento nel contesto extraurbano e la componente didattica. Un luogo atto non solo alla produzione di energia pulita tramite una nuova centrale fotovoltaica in sostituzione della vecchia centrale a biogas, ma pensato anche per accogliere funzioni didattiche; un parco da integrare con l’Ecomuseo e la Stazione sperimentale di Castelleone. In conclusione l’idea è realizzare un luogo atto non solo alla produzione di energia pulita tramite una nuova centrale fotovoltaica, ma pensato anche per accogliere funzioni didattiche da integrare con l’Ecomuseo e la Stazione sperimentale di Castelleone.
Sul piano strettamente compositivo il progetto può essere letto e spiegato anche come la somma di tre macro-elementi; lo ziggurat/collina/ex-discarica; il rettangolo/centrale fotovoltaica/strutture di servizio; la struttura del verde. L’idea guida di “compattare” la parte impiantistica - centrale fotovoltaica a concentrazione con le strutture di servizio - all’interno di una figura rettangolare nasce dalla voglia di misurare il “nuovo” con "l’esistente”: mettere a sistema il disegno della “centrale” con le maglie regolari dei fossi e dei filari di alberi che tuttora disegnano il paesaggio circostante. Una figura a grande scala visibile dall’alto. Infatti, dal basso (soprattutto dalle strade di penetrazione) l’idea è ridurre praticamente a zero l’impatto visivo tramite una completa integrazione delle strutture a servizio del parco con la sistemazione dei terreno. Gli edifici, leggermente incassati - di un metro - sono riassorbiti all’interno di una duna alta circa 2 metri e lunga circa 180, un lungo terrapieno - aperto verso sud e chiuso verso nord - geometricamente simile ai terrazzi della ex-discarica. Il terrapieno ha una triplice funzione: proteggere visivamente la centrale fotovoltaica a concentrazione, ospitare le strutture di servizio; mettere in collegamento tramite una lungo percorso in quota le varie funzioni. Occorre notare che le coperture delle strutture edilizie sono ricoperte di pannelli fotovoltaici piani totalmente integrati.
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