Il tema di questa ricerca è quello di indagare le potenzialità che le reti ferroviarie regionali pos- sono indurre nella ristrutturazione del “Veneto diffuso” a partire dal riciclo dei nodi-stazione e dagli impulsi urbani che essi possono gene- rare.
Il progetto SFMR, che allo stato di fatto si è pressoché limitato alla sola realizzazione delle opere infrastrutturali, può rappresentare una buona base di partenza per tale analisi. Esso può infatti mutare il concetto stesso di mobili- tà se però riuscirà a realizzare un nuovo para- digma basato sul coordinamento fra i diversi sistemi di trasporto (ferro-gomma), sulla inte- razione e salvaguardia dell’ambiente, sul rici- clo, riuso e riconversione dell’edificato urbano.
Appare essere stato fino ad ora un forte limi- te l’essersi concentrati quasi esclusivamente sulle opere, scambiando così il fine (funziona- mento più efficiente e quindi orario cadenzato, interscambio, tariffe integrate) con il mezzo (infrastrutture).
La scelta dei quattro casi studio o nodi-stazione parte dalla critica al concetto di “Porta” che è stato loro attribuito, soltanto perché insistono tra la frangia esterna di Mestre ed il sistema territoriale diffuso dell’area centrale Veneta.
Il termine “Porta” infatti presuppone un pas- saggio obbligato ma soprattutto un dentro ed un fuori, rappresentazione che in un contesto come quello della città diffusa non è coerente .
Nella ricerca si parla quindi di riciclo di tali sta- zioni che, seppur inaugurate nel recente passa- to, hanno generato dei cicli di vita (consapevol- mente o meno) che possono essere modificati ricercando una maggiore qualità urbana.
I diversi nodi, pur avendo le medesime carat- teristiche formali, ovvero estese superfici di parcheggi e quasi totale disconnessione dal tessuto urbano, insistono su porzioni di territo- rio differenti sia per tipologia dei suoli che per attività ivi insediate.
Lo step che si è tentato di compiere, successi- vo all’individuazione del posizionamento della stazione nel territorio, è quello di riconoscere, con dei carotaggi di 2km (spazio ad altissima accessibilità), le funzioni con cui i nodi del si- stema SFMR dovrebbero dialogare.
Il risultato di tale ricerca è stata la individuazio- ne di quattro famiglie di stazioni, che dal punto di vista della mobilità rientreranno nello stesso sistema territoriale, ma che avranno una serie di strategie urbane specifiche, esportabili suc- cessivamente ad altre stazioni SFMR aventi le medesime caratteristiche.
L’esplorazione progettuale della stazione di Porta Est riguarda forse il caso con più poten- zialità di modificazione essendo, la fermata, situata tra due realtà totalmente differenti: da un lato una delle piastre commerciali più este- se del Veneto e dall’altro una importante zona umida e Sito di Interesse Comunitario, quali sono le ex cave naturalistiche di Gaggio.
Il tema trattato è stato dunque quello del come ripensare questo nodo-stazione quale luogo di interscambio ferro-gomma, proporre il riciclo del piastra commerciale e delle modalità per accedervi, connettere infine il tutto, delinean- do una strategia urbana che, tenendo conto di un nuovo assetto della mobilità, possa ricucire il tessuto abitativo con la piastra commerciale e la salvaguardia e fruibilità della realtà natura- listica data dalle cave.
Parlando di cicli di vita non si può non conside- rare il fattore tempo;
La strategia indicata propone la riconversio- ne progressiva della superficie asfaltata (più di 1km2), riciclando il tessuto commerciale, realizzando nuovi spazi urbani per la mobilità ciclabile e pedonale (che rappresentano oggi la più grande criticità), aumentando l’efficenza energetica dei manufatti, e rendendo fruibile l’area naturalistica delle cave.
Year 2014
Work started in 2013
Work finished in 2014
Client Relatore : Paola Viganò
Status Research/Thesis
Type Urban development plans / Neighbourhoods/settlements/residential parcelling / Adaptive reuse of industrial sites / Landscape/territorial planning / Urban Renewal / Strategic Urban Plans
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