Il Centro diurno è una struttura “terapeutica” per pazienti ad un primo stadio della malattia d’Alzheimer, progettata per concorrere, con i suoi spazi, al mantenimento delle capacità residue del malato prolungando nel tempo la condizione non ancora fortemente degenerativa della patologia. Un tema con un rilevante contenuto specialistico.
Il nuovo edificio si colloca in un contesto di significative preesistenze. Un parco molto prossimo al centro storico, in continuità con il verde dell’antica villa Bolasco, formato da una cospicua dotazione arborea e la Casa per anziani Sartor, progettata intorno agli anni ’70 da Giuseppe Davanzo, che sorge tra quegli alberi, mantenendoli tutti come presupposto insediativo. In questo contesto, aggredito poi negli anni con casuali sottrazioni di aree del parco per “strategici” parcheggi, il progetto è diventato occasione di un ridisegno urbano, ottemperando al significato di opera pubblica. Si è ricomposto il parco, si è allungata la prospettiva verso gli elementi segnici caratterizzanti l’architettura della Casa per anziani.
È stata realizzata una struttura flessibile con ambienti che si possono contrarre, dividere, ma anche ampliare, magari solo per una festa, per un numero di ospiti maggiore o per un nuovo utilizzo. Negando spazi istituzionali, si è cercato di formare un ambiente di dimensioni domestiche utilizzando valori metrici modesti e l’impiego di materiali come il legno che assume il ruolo di protagonista. Le sequenze degli spazi sono interrotte da allargamenti e soste: non si prevedono corridoi. La variazione dei luoghi senza frequenti cambi di direzione permette un autonomo orientamento. Il piano di calpestio per tutti gli spazi dedicati agli ospiti è ad un unico livello e il suo colore è uniforme. L’andamento delle falde del tetto si riferisce a precisi ambienti interni, caratterizzandoli. Tutta l’elaborazione planimetrica e spaziale concorre a differenziare le stanze come gli ambiti di una casa in cui si svolgono lavori diversi. La luce naturale viene sempre modulata e controllata; fori tronco-conici sui paramenti filtrano il contributo solare al surriscaldamento, garantendo al contempo la necessaria illuminazione naturale degli spazi. I luoghi all’aperto, sono pensati come una sequenza per aumentare le occasioni di utilizzo, anche personalizzate. Tutti i giardini sono collegati tra loro con un percorso circolare continuo all’aperto, ma coperto, per favorire quella necessità di deambulazione continua, “wandering”, che hanno alcuni pazienti ad un certo stadio della malattia.
I materiali che concorrono alla configurazione formale sono quelli già utilizzati nel complesso edilizio esistente, la Casa per Anziani: il cemento, la guaina rossa, il legno.
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