A pochi metri dal mare, un vecchio mattatoio comunale ospita la Fondazione Museo dedicata a Pino Pascali, tra i principali artisti dell'Arte Povera, nato a Bari e scomparso prematuramente negli anni sessanta. Come nuovo museo, la struttura ottocentesca - già interessata da una precedente espansione che ne aveva fortemente alterato il carattere - richiedeva il completamento e la riqualificazione degli spazi interni ed esterni, nonché l'attivazione di nuove aree funzionali, al fine di adattarle ai requisiti specifici di un luogo destinato ad ospitare opere d’arte contemporanea. L’edificio si compone di due livelli, di cui uno interrato, e la sua conformazione è l’evidente risultato delle differenti fasi costruttive susseguitesi nel tempo. Infatti, mentre la preesistenza ottocentesca si configura come un volume basso, suddiviso internamente in piccoli ambienti voltati ed illuminati da finestre di ridotte dimensioni, la parte di più recente realizzazione presenta sale a doppia altezza provviste di ampi lucernari e di grandi vetrate sul mare. L'ubicazione dell'edificio ha suggerito un progetto fortemente incentrato sul rapporto con il suo contesto geografico e urbano, in particolare attraverso la creazione di spazi dehor, di un piccolo parco per le sculture, aperto al quartiere ed al mare, e la realizzazione di un percorso panoramico di accesso al roof garden. L’area, ricadente nei ‘territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 mt dalla linea di battigia’ -caratterizzati nel caso di specie dalla presenza della falesia e di un interessante sistema di grotte marine - costituisce un punto panoramico strategico per la città, in quanto si affaccia sia verso il centro storico che verso la costa est e lo Scoglio dell’Eremita. Quale attrattore e punto di osservazione, l’edificio è facilmente accessibile tramite il lungomare attrezzato con percorsi pedonali e ciclabili dai quali si godono visuali panoramiche su paesaggi, luoghi ed elementi di pregio, naturali ed antropici. In linea generale, il progetto si è incentrato sul miglioramento delle prestazioni complessive dell’edificio in termini di utilizzo, comfort ambientale, illuminazione, gestione e manutenzione, oltre che sul restyling finalizzato ad armonizzare, attraverso minimi interventi, l’edificio con il suo contesto e la sua nuova destinazione. Per quanto riguarda le strutture preesistenti, l'intervento ha comportato la ridefinizione dei prospetti e degli ingressi, la creazione di un piccolo bookshop, l'allestimento di un caffè letterario dotato di vetrate sul mare e di un'area dehor, oltre che il recupero dei depositi al piano interrato, ora destinati ad ospitare la collezione permanente della Fondazione. Grandi finestre e lucernari hanno permesso di ottimizzare la diffusione della luce naturale all'interno del museo, definendo inoltre, con strutture flessibili, gli accessi alle sale. Il colore bianco tipico della regione è stato proposto diffusamente in esterno per distinguere i nuovi volumi dall'edificio ottocentesco. Il suo uso nelle sale interne e nelle aree di accoglienza del piano principale ha contribuito a creare spazi neutri e luminosi adatti ad accogliere opere di arte contemporanea, mentre la calda e scura atmosfera delle finiture grigie si è rivelata ottimale per gli spazi interrati destinati alle installazioni luminose, alla digital art e alle video proiezioni.
La caratteristica di maggior pregio dell’edificio è, come si è detto, il suo inserimento in un contesto paesaggistico suggestivo, caratteristica particolarmente apprezzabile dal livello di copertura. Da qui la scelta di favorire la praticabilità e l’uso dei lastrici solari da parte dei visitatori del museo, destinandoli a terrazzo panoramico da utilizzare come area espositiva e zona eventi outdoor. Poiché l’unico collegamento verticale esistente tra i piani sottostanti ed il terrazzo era costituito da una piccola scala interna in pietra, per consentirne l’accesso alle persone diversamente abili sono stati effettuati interventi sull’impianto ascensore esistente, con l’aggiunta di un nuovo livello di sbarco sul lastrico solare, ed è stato realizzato un nuovo sistema di rampe e scale che mette in collegamento la passeggiata pubblica con il piano di copertura del museo. In conformità con quanto prescritto in materia di sicurezza antincendio ed abbattimento delle barriere architettoniche sono state così garantite due vie di esodo esterne al museo poste sui due lati opposti dell’edificio. Tanto il sistema di rampe rettilinee quanto la scala di sicurezza sono state realizzate in carpenteria metallica zincata. Il sistema di rampe, collocato sul lato sud si diparte dal livello del dehor sul mare ed è posto alla distanza di 1.30 m dalla parete esterna del fabbricato esistente. La struttura di sostegno centrale è rivestita da una rete metallica, che ,oltre ad avere funzione di chiusura e protezione, permette la crescita di vegetazione rampicante configurandosi in tal modo come un giardino verticale.
Al fine di ridurne l’impatto sul paesaggio e favorirne l’integrazione con l’edificio esistente, entrambe le strutture, prive di solai di copertura e di tettoie, sono state schermate sui lati liberi con murature e pannelli di tamponamento intonacati e pitturati di bianco. La sagoma dell’edificio risultante dall’aggiunta delle due strutture di collegamento verticale esterne, coincide con la sagoma del vecchio mattatoio prima dell’intervento di trasformazione effettuato nel 2006-2011. In particolare, la rampa rettilinea collocata sul lato sud corrisponde al volume delle vecchie stalle, demolite in occasione del suddetto intervento. L’inserimento delle strutture di collegamento verticale sopra descritte ha comportato la ridefinizione dei prospetti sud ed est orientati verso il mare, senza sostanziali modifiche delle caratteristiche formali e materiche. In particolare, il prospetto est è demarcato dalla presenza, sulle pareti di tamponamento delle nuove rampe, di due affacci panoramici, di cui uno lievemente aggettante dal filo di facciata. Tali affacci contribuiscono a rendere il sistema di salita una piacevole passeggiata panoramica. A causa della presenza in copertura di notevoli salti di quota tra le diverse zone dell’edificio, si è provveduto alla ridefinizione delle aree e dei percorsi di collegamento mediante la costruzione di nuove rampe metalliche e nuove pavimentazioni galleggianti, impostate in taluni casi su strutture autonome rispetto ai solai ed all’estradosso delle volte esistenti. Le altezze dei parapetti perimetrali sono state adeguate con la posa in opera di ringhiere metalliche costituite da sottili correnti in ferro collocati sul lato interno dei muri esistenti. Allo scopo di rendere interamente praticabili le superfici di copertura e ridurre i livelli di irraggiamento e di dispersione termica all’interno dell’edificio si è provveduto alla sostituzione dei lucernari in policarbonato presenti sui lastrici delle sale espositive laterali ed in corrispondenza dell’ingresso principale, con vetri calpestabili basso emissivi montati su strutture in acciaio verniciato di adeguata sezione. Il nuovo uso pubblico del terrazzo ha inoltre imposto lo spostamento di alcuni impianti esterni e la messa in sicurezza degli spazi circostanti le UTA. Essendo l’immobile in parte già dotato di impianti di riscaldamento e climatizzazione, le misure relative al risparmio energetico e alla conseguente riduzione dei costi di esercizio e manutenzione del museo si sono orientate nel senso della sostituzione di alcuni serramenti esterni con nuovi infissi a taglio termico e vetri basso emissivi, che garantiscono la riduzione del coefficiente di trasmittanza al di sotto dei parametri indicati per la zona (U=2.1 W/mqK per le chiusure apribili e assimilabili).
Al fine di ridurre ulteriormente i costi ed il consumo di energia elettrica, si è provveduto all’installazione di un impianto fotovoltaico da 6.4 KWp del tipo integrato, applicato in aderenza all’estradosso della copertura voltata della sala centrale. La scelta della tipologia di impianto integrato si è rivelata ottimale in quanto non impattante a livello paesaggistico ed esteticamente gradevole - benchè installata in adiacenza ai percorsi rampati e alle aree pavimentate - anche in virtù della cromia in perfetta armonia con il contesto. Il sistema BiPV, in questo caso utilizzato in sostituzione ed integrazione degli strati impermeabili della copertura voltata in legno lamellare, si è posta come unica possibile tecnologia compatibile sia con la nuova destinazione degli spazi esterni interessati, sia con il regime vincolistico gravante sull’area e sull’edificio. Il sito di progetto rientra, infatti, in una zona fortemente vincolata del Comune di Polignano a Mare, dichiarata di notevole interesse pubblico e tutelata con Decreto di vincolo ai sensi della L.1497 D.M. 23/12/1982. Con riferimento alla disciplina dei beni paesaggistici e degli ulteriori contesti è individuata tra le aree vincolate ai sensi dei piani paesistici territoriali P.P.T.R. e PUTTP/Puglia.
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