Memoria - Riscoperta - Trasformazione

Nuovo giardino pubblico nel centro storico di Pistoia, vicino al vecchio Ospedale del Ceppo, il Giardino Volante nasce dall'evocazione della memoria genetica urbana dei vuoti naturali interni al costruito, a cui si immagina di sovrapporre il disegno di una trama vegetale, nel tentativo di indagare i simboli caratterizzanti della città, quali il limite urbano, le emergenze in esso contenute ed i suoi attraversamenti. L’immagine che ne deriva è un’interpretazione unitaria, dove il lavoro sul perimetro consente di esaltare con nuove cornici le viste urbane più stimolanti e di modellare un margine abitato e poroso verso la città grazie a nuove vibranti delimitazioni. Dunque la soglia come le antiche mura, diviene presenza materica che ci avvolge e che si trasforma in una sinuosa architettura verde contenuta da un nastro continuo in cemento. Su di essa si collocano le pause, elementi in forma di portali, sedute o piccole architetture iconiche per i bambini che trasformano il limite dell'area da recinto a percorso aperto, punti di vista preferenziali da e verso il giardino. Tra di loro si dipanano i percorsi, trama di piccole strade in pietra memori dei selciati cittadini che simulano le nervature linfatiche di una foglia, generando tra di esse superfici a prato che accolgono le sculture-gioco realizzate dagli artisti, Luigi Mainolfi, Atelier Mendini, Gianni Ruffi. Qui ogni artista è stato libero di esprimere la propria concezione del gioco per offrire la possibilità di vivere esperienze diverse e raccontare storie inedite.

Un nuovo e ritrovato giardino come luogo di comunicazione alla ricerca di emozioni come quelli che animano la città, spazi aperti legati alla maestosa vegetazione arborea esistente, nella ricerca di una suggestiva relazione tra il lavoro dell’uomo e la seduzione incantata del paesaggio. Tra di loro si inseriscono le architetture esistenti, destinate ad accogliere servizi per l’infanzia, restaurate in modo da divenire masse neutre e puri quadri per i colori dell'arte. Poggiate su un nuovo orizzonte in legno in grado di definire per i bambini vari strati di intimità, si affacciano sugli spazi gioco contenuti tra le volumetrie, fino alla conquista del giardino e delle sue sorprese. Qui, iconici volumi lignei, che richiamano i primi disegni dell'infanzia, divengono nuovi spazi a scala di bambino, dove finestrelle aperte sul giardino svelano quadri di paesaggio immersi nel colore durante il giorno, per trasformarsi in lanterne colorate nel buio della notte.

Accessibilità - Connessione - Eccellenza

Il Giardino Volante,  quale parco urbano posto nel cuore della città, è stato pensato per restituire a Pistoia e ai suoi abitanti una parte di città, un luogo prezioso e radicalmente rinnovato, in cui ritrovarsi, passeggiare e fantasticare immersi nel verde. In questo risiede l'originalità del progetto, nel non essersi limitati a recuperare uno spazio verde, ma nell'averlo restituito alla fruizione pubblica rendendolo parte del sistema urbano più ampio. Quale modello esemplare di pratica di recupero, il giardino si distingue in quanto contemporaneamente rappresenta:

Un giardino protetto e contemporaneamente accessibile a tutti

Il progetto mantiene e salvaguardia la sua funzione di origine, quale luogo verde protetto per i piccoli fruitori durante l'orario scolastico, ma ad essa coniuga la possibilità di aprirsi alla città secondo un orario diversificato. Non più dunque un recinto chiuso, un hortus conclusus di medievale memoria, né semplicemente un recinto rinnovato, ma un recinto aperto alla città, un luogo dove poter giocare e vivere avventure ispirati dalla natura e dall’arte.

Un elemento cerniera all'interno del sistema del verde urbano

Il giardino aperto su Via degli Armeni e Via Trinci, grazie allo storico cancello d’ingresso ed a nuovi portali di accesso introdotti, mette in connessione flussi provenienti dai limitrofi parchi, esistenti e di progetto,  quali quello del Carbonile, di Palazzo Fabroni, del Padiglione Emodialisi fino al futuro recupero del vecchio Ospedale del Ceppo, in un'ottica di ricucitura urbana e di fruibilità diffusa del centro storico.

Un luogo d'eccellenza all'interno del sistema d'arte ambientale

Il giardino accoglie al suo interno sculture-gioco, dove i più piccoli, e non solo, possono giocare e vivere le loro avventure ispirati dalla natura e dall’arte. Dunque non solo luogo di attraversamento e di sosta, di connessione e contemplazione, ma anche spazio espositivo per l'arte. Il giardino si inserisce così all'interno di una rete di spazi per l'arte ambientale contemporanea che contraddistingue la città di Pistoia, a partire dall'eccellenza di Villa Celle a Santomato con la Collezione Gori, passando per i vicini Palazzo Fabroni e Giardino del Padiglione di Emodialisi dell'Ospedale del Ceppo.

Recupero - Integrazione - Trasformazione

Il Giardino Volante nasce da un'esigenza reale, quella di ridare vita ad un'area pubblica di risulta posta attorno a due edifici educativi, Area Rossa ed Area Gialla. Utilizzata in parte come spazio esterno per i bambini ed in parte come zona di ricovero di mezzi dell'Amministrazione, necessitava di un sostanziale recupero a causa dello stato di abbandono in cui versava. L'esigenza è divenuta pertanto occasione reale di cambiamento grazie alla promozione della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia, che ha finanziato il progetto e la sua realizzazione, e all'azione congiunta con l'Amministrazione Comunale di Pistoia, che ha accolto le istanze promotrici in linea con le politiche di recupero e salvaguardia degli spazi verdi ludo-educativi collocati all'interno del comparto cittadino, aprendo così un dialogo con gli architetti ideatori del progetto architettonico e paesaggistico e con gli artisti inventori delle sculture-gioco.

Paesaggio - Ricucitura - Protezione

Il giardino occupa il sedime di un antico vivaio, memore dunque dei passati orti urbani che adornavano e costellavano la città già alla metà dell’Ottocento quando il vivaismo si affermò come attività caratterizzante la città di Pistoia.  Qui, a differenza degli orti urbani, il recinto però non si conclude, innescando così una tensione sul confine in grado di svelare un tesoro vegetale all'interno di un'atmosfera fiabesca: lecci, tigli, canfore, pini abitano il paesaggio verde.

Come un respiro nella lettura delle pietre della città, il giardino diviene un mondo in sé e al tempo stesso un frammento in grado di proiettarsi verso altre aree, nel tentativo di creare una ricucitura urbana dentro un più ampio disegno di riqualificazione attraverso la spinta dell'arte e della natura, nella convinzione che l’architettura all’interno dei tessuti esistenti divenga un innesto in grado di generare nuovi fermenti nel paesaggio e successivi livelli di interazione con il luogo.

Un progetto in grado di esaltare le eccellenze cittadine come la natura e la coltivazione delle piante, gli spazi per l'educazione all'infanzia e l'arte ambientale. Una grande platea lineare avvolge così molteplici palcoscenici, evocando una sensazione di protezione all’interno di una scenografia abitata, dove un’architettura nel paesaggio diviene sfondo alle passioni dell’arte, del gioco, della natura.