La nuova configurazione presenta accanto ai locali funzionali al servizio di trasporto spazi, quali piccole attività commerciali e un bar ristorante, che possano trasformare la stazione da semplice luogo di transito per gli utenti-passeggeri in luogo per che favorisca l’aggregazione sociale in un area urbana molto carente di servizi. L’intervento nel suo complesso è mirato a restituire un edificio che possa risultare coerente da un punto di vista percettivo-compositivo ma capace di integrare l’edificio esistente in un rapporto dialettico, non mimetico. Il percorso progettuale è sintetizzato da due concetti in cui la riduzione dell’edificio esistente a “ready made” è seguita da un processo di sottraction-addiction in cui i nuovi spazi dell’ampliamento si proiettano, integrandosi, nell’edificio esistente.
Lo spazio interno, di conseguenza, risulta estremamente fluido, senza soluzioni di continuità dalla piazza ai binari. Tale permeabilità risulta essere amplificata in corrispondenza degli spazi, completamente vetrati, ai lati del corpo in ampliamento. Tale soluzione, oltre che restituire maggiore respiro agli spazi interni, è una citazione del principio insediativo del centro storico di Elmas, in cui la struttura urbana è caratterizzata da percorsi paralleli orientati sull’asse est-ovest. Il doppio affaccio dello spazio interno genera uno spazio mutante, naturale espansione delle attività che si svolgono all’interno dell’edificio in ampliamento, in particolare il bar e il ristorante. Il rivestimento in gres porcellanato con lastre a grande formato è progettato in maniera da ottenere un “effetto pixel” che genera un disegno astratto con sfumature simili a quelle di una roccia sedimentaria, quasi che la stazione fosse costruita con un materiale derivato dai limi e dai sedimenti del vicino stagno di Santa Gilla, solidificatisi in ere geologiche.
Progettazione Architettonica: Arch. Marco Tradori, Progettista Incaricato: Ing. Paolo Fadda, Progettazione Strutture e Impianti: Ing. Michele Onali, Project Mangement: Ing . Federico Sollai
La Stazione FS Elmas vince il primo Premio del Concorso “La Ceramica e il Progetto 2019” per la categoria “Istituzionale”.
Si tratta della ottava edizione del concorso istituito da CONFINDUSTRIA CERAMICA – l’Associazione dell’industria ceramica italiana – e CERSAIE – il Salone internazionale della ceramica per l’architettura e dell’arredobagno (Bologna, 23-27 settembre 2019) – volto a premiare le migliori referenze architettoniche realizzate in Italia ed all’estero con piastrelle Made in Italy. La selezione dei vincitori è stata curata da una giuria composta dall’architetto Mario Cucinella, dal professor Fulvio Irace, da Aldo Colonetti e da Cristina Faedi di Confindustria Ceramica.
L’architetto Marco Tradori ha ricevuto il premio martedi 2 luglio 2019 alle ore 15.00 in occasione di una conferenza su ceramica ed architettura che si è tenuta presso la Stazione Marittima di Salerno.
La motivazione è stata la seguente
Le stazioni ferroviarie si stanno trasformando da luoghi destinati esclusivamente al traffico di passeggeri ad architetture e quindi spazi che pur mantenendo la propria identità espressiva e funzionale offrono servizi luoghi commerciali, bar, ristoranti, senza comunque tradire la sua originaria destinazione. La stazione di Elmas, in questo nuovo percorso progettuale, mantiene la propria forma, una sorta di ready-made duchampiano, accogliendo però nuovi spazi di ampliamento, dove il rivestimento in grès porcellanato con lastre a grandi formati produce un effetto linguistico capace di dialogare, sul piano dei materiali, con il contesto paesaggistico circostante che è il risultato di lente trasformazioni geologiche. In questo caso l’intelligenza progettuale, pur utilizzando un materiale recente e a livello tecnologico avanzato, non dimentica mai da dove veniamo, la terra al centro.
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