Questa occasione progettuale ci ha portato a confrontarci con la periferia, sempre uguale in tutte le città. Edifici che si susseguono senza un disegno complessivo. I tracciati viari concepiti quasi esclusivamente per le auto. E’ come se la gente non dovesse più camminare, per la mancanza di spazi adeguati. Viale delle Americhe è un viale a doppia corsia che si trova lungo l’accesso principale alla città per chi arriva da Catania. Descrivere questo luogo è come descrivere qualunque luogo delle periferie delle nostre città. Chi arriva a Ragusa trova un cartello di benvenuto nella città del barocco capoluogo di provincia con diversi monumenti del suo centro storico iscritti nella lista UNESCO.
Di tutto questo il visitatore non trova traccia, quando si appresta a percorrere il viale delle Americhe per recarsi verso il centro città. Si trova di fronte a un non luogo, espansione periferica, sommatoria di banale edilizia costruita tra il finire del vecchio e l’inizio del nuovo millennio. Non esiste un minimo disegno urbano, le strade sono percorsi carrabili, pensate solo per le macchine e non per le persone, per congiungere punti diversi di un agglomerato caotico e privo di identità.
In questo contesto, sul finire del 2010 abbiamo ricevuto l’incarico di iniziare un progetto di una residenza per due famiglie. Una coppia di fratelli con le rispettive famiglie e i propri figli.
Il lotto del progetto è prospiciente al viale delle Americhe, ed è stato donato dai genitori dei due fratelli, che abitano accanto. Una situazione molto comune nel Sud Italia, riflesso di una cultura che quasi impone, anzi imponeva ai genitori di pensare al futuro dei propri figli, adoperandosi a prevedere nuove case vicine alla propria.
L’idea dei nostri committenti è di costruire un edificio moderno, rinunciando a un progetto precedente che aveva previsto una costruzione tradizionale con vari elementi classicheggianti. Da qui l’individuazione del nostro studio che ha ormai una sua propria connotazione, grazie ai numerosi progetti contemporanei realizzati.
Il primo obbiettivo che volevamo raggiungere, nel progettare l’edificio, è stato quello di affrancarlo dall’edilizia circostante, mediante la costruzione di un edificio contemporaneo. La morfologia regolare del volume è definita da un primo livello aggettante su tutti i lati, con uno sbalzo notevole verso il prospetto principale sul viale. Volevamo caratterizzare l’edificio anche a livello materico, di qui la scelta di adoperare il calcestruzzo a vista, che evidenzia la trama dei pannelli delle casserature. Abbiamo pensato questo progetto in maniera globale, integrando l’esterno con gli interni che pur essendo diversi nelle due residenze sovrapposte, sono caratterizzati da scelte comuni.
Si accede all’edificio da una strada interna posta sul lato posteriore. Da questo lato il prospetto è caratterizzato da una griglia strutturale, aggettante sul piano terra, con inserita una scala in acciaio, molto leggera, che contrasta col cemento delle strutture. Questa scala conduce all’abitazione posta al piano primo. L’abitazione del piano terra ha un accesso diverso tramite un percorso laterale protetto dal volume aggettante del piano primo.
I prospetti dell’edificio sono rivestiti con un frangisole costituito da profili verticali in alluminio anodizzato testa di moro. Il processo di anodizzazione dona una variazione tonale ai listelli e un gradevole effetto chiaroscurale. Al piano primo il frangisole posto a filo dell’aggetto esterno, protegge al lato ovest il percorso di arrivo all’ingresso dell’abitazione, sul lato est un balcone che corre per tutto il prospetto, su cui si affacciano le camere da letto. La scala prosegue anche al secondo piano con arrivo su una terrazza protetta da un pergolato in cemento. A questo livello, si trova un ambiente unico destinato a studio e una ulteriore zona giorno con cucina di pertinenza dell’abitazione al primo livello. Tale abitazione presenta una zona giorno in open space che tramite una grande vetrata aggettante, inquadra il panorama verso l’altopiano, con la possibilità di vedere nelle giornate limpide anche il vulcano Etna, distante da qui un centinaio di chilometri.
Volevamo caratterizzare questo edificio, rivolgendolo verso la direzione paesaggisticamente più interessante. Abbiamo ricercato un rapporto di continuità tra interno ed esterno, tramite questa grande cornice a sbalzo, in cemento a vista, posta al primo livello. Essa inquadra la vetrata del soggiorno, costituisce un volume con un forte aggetto che si protende verso il viale e verso il panorama che è possibile vedere.
Il tema di intervenire nella periferia è qui interpretato costruendo un edificio compatto. Esso si distacca dall’edilizia circostante, ma al contempo crea una presenza discreta. I pochi elementi previsti, sono funzionali a rendere riconoscibile l’edificio. La sua presenza è percepita come un’eccezione di qualità. Un esempio di come la periferia potrebbe essere, anche se un solo edificio non può bastare a cambiare il contesto. Occorre una pianificazione unitaria, l’unione tra urbanistica e architettura, quantomai necessaria per costruire pezzi di vera città.
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