Il Forte umbertino denominato Batteria Gullì sorge sulla collina di Arghillà, frazione di Reggio Calabria. È una delle 24 batterie facenti parte del Sistema Difensivo dello Stretto di Messina (15 sulla sponda siciliana e 9 su quella calabrese), realizzato dallo Stato Maggiore dell’Esercito tra il 1884 e il 1914, per volere del Re Umberto I di Savoia, con lo scopo di proteggere l’Italia meridionale, da poco acquisita al Regno d’Italia, da eventuali attacchi militari stranieri, da paventati sbarchi francesi impegnati in quel periodo nella politica espansionistica coloniale verso la Tunisia, ovvero arginare un eventuale attacco da parte della flotta dell'impero Ottomano.
Il modello che ne deriva è molto semplice ed essenziale, utile a fronteggiare l’attacco dal mare, sfruttando la naturale conformazione delle due sponde dello Stretto, con i Peloritani da un lato e le pendici dell’Aspromonte dall’altro, rendendo le fortificazioni completamente invisibili dal mare e di proteggere in modo tradizionale le parti retrostanti con fossati e ponti levatoi. La particolarità di queste fortificazioni è data dalla perfetta simbiosi tra ubicazione delle strutture e situazione ambientale, ragion per cui, oggi, tutte le fortificazioni sono situate in punti panoramici privilegiati di un tratto di mare unico nel suo genere. Il materiale da costruzione è pietrame locale sbozzato e mattoni.
La Batteria Gullì si compone di un corpo a “C” incassato verso l’affaccio, e dalla Piazza d’Armi interna, che dà accesso ai numerosi ambienti interni e, attraverso lunghe rampe, alle quattro postazioni di alloggiamento dei cannoni. Dismesse le funzioni militari, già inutile sistema di difesa per la minaccia aerea della seconda guerra, e in assenza di nuove destinazioni d’uso, subì gli effetti di un lungo abbandono. Intorno alla metà degli anni ’90, in risposta al Programma URBAN I dell’Unione Europea, obiettivo generale la realizzazione di interventi volti ad avvicinare le periferie alla città, il Comune di Reggio Calabria bandisce un concorso di progettazione per la realizzazione di un Parco Tematico, di circa 10 ettari, che includa la fortezza. Dal 1998 al 2001, i lavori hanno interessato quindi il restauro della Batteria Gullì, la costruzione di un teatro all’aperto di piccole strutture di servizio e l’allestimento di spazi verdi attrezzati. Solo nella primavera del 2011 arriva il bando per la gestione, assegnato a un Consorzio di imprese locali, per diventare un’attrazione turistica, un luogo di divertimento e svago, uno spazio educativo capace di stimolare la coscienza ecologica dei visitatori e delle comunità locali, grazie a spazi dimostrativi con uso di tecnologie ambientali innovative, laboratori all’aperto dove è possibile consolidare un processo di crescita culturale. Si concretizza così Ecolandia, il parco ludico tecnologico ambientale, organizzato in percorsi tematici attrezzati, ispirato ai quattro elementi Aria – Terra – Acqua – Fuoco e alla mitologia greca. Ma i dieci anni di nuovo abbandono dalla ultimazione dei lavori (2001) all’affidamento della gestione (2011) richiedono nuovi interventi.
Del 2014 è il progetto di riabilitazione del Forte Umbertino, con l’obiettivo di recuperare spazi per attività didattico-museali, nell’ambito della più ampia proposta del Parco per la valorizzazione dell’intero sito a fini turistico-culturali. Gli interventi mirano ad esaltare lo spirito dell’antica costruzione, diventando essa stessa esempio dimostrativo per i visitatori. Questa azione progettuale è stata sostenuta da NET, polo d’innovazione regionale “Ambiente e Rischi Naturali”, con sede principale a Crotone, e che a seguito dell’intervento ha aperto la propria Unità Locale di Reggio Calabria a Ecolandia.
Il Parco è gestito da Ecolanda scrl, un consorzio di enti profit e non profit, uniti nell’idea di creazione di un sistema di offerta che sia contemporaneamente sociale, culturale ed ambientale, inteso come volano per una nuova economia solidale nell'area metropolitana dello Stretto. Muovendo proprio da azioni dimostrative per incidere sul territorio, a partire dalla periferia problematica in cui sorge, per promuovere sistemi urbani e territoriali più sostenibili.
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