Il mondo post-Covid19 è un mondo diverso, questo è indubbio. E, senza fare retorica, possiamo renderlo un mondo migliore. Dobbiamo trarre un insegnamento ed un vantaggio da quello che ci sta succedendo.
Il primo ‘buon proposito’, quello che incarna maggiormente la nostra ‘mission’ lavorativa, è quello del rispetto dell’ambiente, della natura, perché è stata ampiamente dimostrata la correlazione tra inquinamento, impoverimento delle specie vegetali ed animali, e diffusione del virus che cerca ‘ospiti’ sempre nuovi e più deboli geneticamente.
A questo si allaccia inevitabilmente il tema della sostenibilità intesa come propensione verso scelte ecologiche e consapevoli, che non compromettano il futuro delle generazioni a venire, unito a quello di una economia circolare. Il concetto di ‘architettura coerente’, l’evoluzione di quello di ‘architettura sostenibile’ in termini di coerenza di principi ed idee, ma anche in termini di sinergia e multidisciplinarità, viene così applicato al mondo scolastico; esso deve considerare le diverse proposte di modelli didattico-educativi.
Con la necessità di tornare nelle aule, si è avanzata la proposta di presenze alternate per garantire il distanziamento sociale; questa soluzione si sta scontrando con i tanti educatori ed operatori del settore, certi che il tipo di didattica ‘da remoto’ debba costituire solo una soluzione di emergenza non duratura, anche per tutelare le famiglie. Quindi si manifesterebbe la necessità di adeguare a spazi scolastici, altre strutture, tipo palestre o i giardini di pertinenza, o anche edifici dismessi o parzialmente utilizzati, allestendovi aule e spazi per l’insegnamento.
Parallelamente c’è chi, traendo un vantaggio da questa nuova realtà, facendo riferimento al modello educativo innovativo, ormai diffuso nelle scuole del nord Europa, vorrebbe una scuola progettata assecondando un concetto di didattica flessibile ed aumentata, ed auspica che nel futuro del nostro paese, trovi sempre maggiormente concretezza l’idea di un modello educativo diffuso, innovativo, attivo ed esperienziale. Tutte queste considerazioni ed ipotesi devono comunque essere attuate ad un’unica ed imprescindibile condizione: la sicurezza di alunni, insegnanti ed operatori.
Così nasce qb-quarantine box, un modulo autoportante, replicabile, prefabbricato, flessibile quanto basta per essere totalmente riciclabile in un’ottica green, finalizzato alla didattica in tempi di distanziamento sociale ed alla permanenza simultanea in luoghi chiusi. La struttura è molto semplice. Un telaio squadrato in legno, con tamponamenti in plexiglass trasparente o colorato, di dimensioni tali da costituire una cellula entro la quale alloggiare un banco ed una sedia, così da permettere agli alunni la permanenza in aula a contatto con i compagni e gli insegnanti, distanziati ma non isolati.
La facile replicabilità del modulo, e la sua adattabilità a diversi contesti, è garantita anche dalla facilità di trasporto e montaggio di questa piccola struttura che, in ambienti chiusi, presenta 3 pareti schermate con elementi rigidi fissi trasparenti, in grado di proteggere totalmente da qualsiasi eventuale contaminazione; in contestualizzazioni all’aperto invece, le pareti laterali del modulo possono essere tamponate con elementi di tnt avvolgibili, addittivati con antimicrobici, che danno l’opportunità di diverse aggregazioni, soprattutto
in vista di una seconda vita di questo oggetto.
Infatti sarà fondamentale valutare un reimpiego di queste strutture, una volta terminata la fase del necessario distanziamento, sempre in ambito scolastico o in altre realtà, per assecondare l’ormai impellente necessità di ridurre al minimo l’impatto della produzione sul nostro fragile ecosistema.
Gruppo di lavoro:
bc studio _ Architetti Bizzo e Cornacchini
Team Leader: Arch. Riccardo Bertazzoni
Collaboratori: Claire Wright
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