Il progetto, vincitore nel 2012 di un bando pubblico dell’AQP (Acquedotto Pugliese) e attualmente in corso di realizzazione, riguarda il nuovo serbatoio idrico per la città di San Ferdinando di Puglia (BAT), da realizzare in adiacenza a quello storico risalente alla prima metà del XX sec.
Il progetto architettonico, scaturisce da valutazioni operate attraverso due metodologie di analisi: una oggettiva di studio della pianificazione territoriale, l’altra interpretativa e di lettura soggettiva delle specificità dei luoghi.
L’area di progetto, complessivamente estesa per mq 6.900 e sostanzialmente libera da vincoli territoriali, insiste su una porzione di territorio connotato da una spiccata vocazione agricola caratterizzata da dislivelli del terreno che suggeriscono l’impiego di una particolare cura in relazione al paesaggio.
Principio ispiratore del progetto architettonico è il duplice intento di ottenere una risposta sostenibile alle analisi paesaggistiche e, contestualmente, considerare anche la realizzazione di un insediamento produttivo quale indelebile segno di attività antropica sul territorio da affidare a progetti di qualità estetica.
Considerati gli studi sulle visuali e sull’impatto sul territorio, si è ritenuto opportuno considerare il fronte esposto a nord, prospiciente la “S.S. 16bis Adriatica”, importante riferimento per il territorio circostante e per la connotazione del nuovo “edificio”.
La tipologia dell’insediamento delineata dalle esigenze tecnologiche ed impiantistiche (serbatoi, camere di manovra, impianti, ecc.) ha consentito di individuare due volumi tra loro correlati ma distinti in altezza: uno, più basso, destinato ai serbatoi, inscritto in pianta su di una area quadrata con lato di m 42 circa; l’altro, centrale, più alto e aggettante sul fronte nord rispetto al primo per m 6,50, destinato alla camera di manovra e alla vasca di carico, con pianta di forma rettangolare e sviluppo di m 34x11 la cui quota di copertura è articolata su due livelli.
Elemento di raccordo e fondamentale riferimento progettuale per il territorio è la parete a nord dei serbatoi. Realizzata con muratura in c.a. rivestita con conci di pietrame calcareo, si estende rispettivamente ad est e ad ovest del corpo centrale per m 19,65 contenendo in altezza lo sviluppo dei corpi di fabbrica destinati alla riserva idrica. Con un’altezza di m 6,10 dal piano di sedime, corrispondenti a m 98,10 s.l.m., occulta l’intera massa volumetrica dei serbatoi all’osservatore posto a valle. Quale ideale “muro a secco” nell’orizzonte agrario non nega peraltro l’architettura esistente dell’antico serbatoio. Il muro in pietra, sviluppato idealmente per circa m 50, è interrotto nella sola parte centrale dal volume più alto intonacato di colore bianco che diviene, analogamente all’esistente, la nuova emergenza sul paesaggio e sull’intero intervento.
Anche la scelta dei materiali è finalizzata al raggiungimento degli obiettivi prefissati: la pietra, elemento naturale per il muro a sviluppo longitudinale; l’intonaco bianco, per la parte più alta e per un dialogo con l’architettura esistente; il ferro zincato, per rendere più leggera l’imponente struttura centrale, per segnare la specifica funzione di contenimento degli impianti e per creare una naturale dissolvenza con i corpi in cemento armato dei serbatoi.
La nuova viabilità interna, realizzata con pavimentazione drenante, si sviluppa trasversalmente da sud a nord a partire dal nuovo cancello di accesso e ripiega nella direzione est attraversando longitudinalmente l’intero lotto e servendo entrambi i serbatoi (l’esistente ed il nuovo). Nel tratto ovest-est, rispettivamente in prossimità degli accessi ai serbatoi, si attestano quattro aeree di parcheggio e manovra realizzate con pavimentazione drenante del tipo a prato. Una ampia fascia a ridosso del percorso longitudinale contenuta dal muro in pietrame del corpo di fabbrica del nuovo serbatoio e dal terrapieno posto ai piedi dell’esistente, rafforza la linea del fronte principale, e organizza gli spazi piantumati e adibiti a parcheggio.
I terrapieni a ridosso delle pareti est, sud ed ovest del nuovo serbatoio leniscono l’impatto delle pareti in cemento armato. L’intervento, inteso anche come occasione di riqualificazione ambientale, prevede la messa a dimora di alcune essenze arboree e cespugliose opportunamente individuate nelle specie autoctone. Le alberature, previste in tre specie differenti, rispondono alle istanze rivenienti dalle valutazioni paesaggistiche: il Quercus robur, robusto albero ad alto fusto, è impiegato per segnare la via di accesso e chiudere la visuale verso l’interno nell’unica direzione di probabile introspezione della struttura in c.a. dei serbatoi; l’Acacia dealbata, prevista sul lato sud del percorso longitudinale scandisce la sequenza dei due serbatoi e decora la facciata in pietrame; il Prunus cerasifera pissardi, albero di modesta statura, colora il fronte nord con la sua chioma rosso bruno e fiori rosa e segna la linearità del percorso longitudinale esaltando il giallo dell’acacia dealbata.
Le diverse varietà di cespugli impiegate, notoriamente inclini ai climi dell’area mediterranea, definiscono il disegno delle sistemazioni esterne e creano un suggestivo dialogo con l’ambiente agrario.
Lo studio illuminotecnico sottende la volontà di dotare l’area di un sistema di illuminazione sostenibile. L’adozione di una illuminazione diffusa con segnapasso carrabili a led lungo l’intero percorso pavimentato, è intesa come volontà di contenere i consumi da un lato e di preservare l’ambiente anche nelle ore notturne da un inutile e nocivo inquinamento luminoso. E’ fatta salva la scelta di segnare, anche in notturna, la presenza della nuova emergenza architettonica, mediante l’impiego di una scenografica ma sommessa illuminazione a led diffusa lungo il perimetro del volume più alto: il tenue colore blue che si staglia nello skyline notturno evoca il colore dell’acqua. Infine, uno spot punta all’insegna con logotipo dell’Acquedotto Pugliese, ubicato sul frontone della facciata di ingresso per esaltare un marchio di un’azienda pubblica di solida ed antica tradizione.
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