L'edificio residenziale si trova al margine est della periferia urbana di Trento, al termine di via Grazioli, via che collega direttamente l'area con il centro storico, distante circa settecento metri.
Il terreno, di forma irregolare, limitato ad est da Viale Trieste, parallelamente al quale scorre il torrente Fersina, si trova in una zona completamente urbanizzata con edilizia residenziale recente distribuita irregolarmente sulle vecchie parcellizzazioni del territorio. Le zone circostanti l'area sono caratterizzate a nord dalla presenza del complesso seicentesco del convento dei Francescani e ad est, al di là del Fersina, dal verde che si estende e sale verso la zona collinare.
Il programma funzionale prevedeva la realizzazione di un insediamento residenziale per circa cinquanta alloggi su un lotto ricavato dalla demolizione di due fabbricati preesistenti.
La scelta di un unico volume è stata dettata dalle dimensioni del lotto e dal regolamento edilizio, che fissa le distanze dai confini. I caratteri planimetrici del progetto sono semplici: la geometria strutturale della pianta nasce in assonanza con il tessuto urbano lungo Viale Trieste e la regolarità del rettangolo di base è stata distorta per un'esigenza visiva che fa riferimento ad una scala territoriale più estesa; l'angolazione di parte del fabbricato verso nord rispetto alla direttrice di Viale Trieste è stata infatti introdotta per esigenze di inquadramento alla scala geografica degli elementi del costruito pittoresco circostante, costituito dal complesso del convento e della chiesa dei Francescani.
Il progetto, nel suo impianto planimetrico, si fonda quindi su un concetto di "regolarità" (rettangolo di base) "distorta" (la rotazione di una testa del rettangolo) come condizione di inserimento nella complessità urbana circostante al fine di rispondere alla specificità del contesto, ma con conseguenze formali fortemente divergenti.
La volontà di dar spessore al fabbricato mediante elementi aggettanti rispetto alla muratura perimetrale e il desiderio di individualizzare la residenza all'esterno mediante temi formali differenziati sono i principi che hanno determinato l'architettura di facciata.
L'architettura esterna è stata tutta giocata sulle pareti perimetrali riguardate come il luogo di una tensione e d'una contraddizione da risolvere fra le necessità interne ed esterne, fra l'utilitario e il rappresentativo, fra la verità costruttiva e l'esuberante.
La ricerca è stata rivolta verso l'ottenimento dell'effetto di massa. Ecco allora che quello che poteva essere una scatola parallelepipeda delimitata da superfici piane si rigonfia e si restringe con l'irruzione programmata di corpi aggettanti, quasi a far pulsare la membrana racchiudente il volume edilizio.
Un percorso pedonale interno attraversa l'area, penetrando sotto il fabbricato, e collega direttamente via Grazioli con viale Trieste.
Il muro esterno, in corrispondenza dell'ingresso da via Grazioli, si piega per entrare nel portico a piano rialzato e dirigere il percorso di salita della rampa e della scala di accesso.
Struttura portante: telai in cemento armato; murature perimetrali in blocchi di laterizio intonacati e tinteggiati oppure rivestiti in doghe verticali di alluminio
Tetto: copertura piana;
Serramenti: profilati di alluminio verniciati di marrone scuro con vetri a doppia camera
Dati particolari: le fioriere sono realizzate in alluminio verniciato bianco.
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