Il progetto di adeguamento liturgico, riguardante la ri-progettazione dello spazio sacro costituito dal presbiterio della cattedrale, è nato tenendo in considerazione un insieme di elementi e di preesistenze, che andavano salvaguardati, ma al tempo stesso dovevano essere rivisti e valorizzati per meglio rispondere a quelle che sono le odierne necessità derivanti dalla Riforma Liturgica.
L’ idea progettuale, partendo da quella che è stata la richiesta più forte fatta in sede di presentazione del concorso, è stata sviluppata intorno all’esigenza di ampliare gli spazi per la celebrazione, specialmente nelle funzioni plenarie, con la presenza di tutti i presbiteri, avvicinando al tempo stesso la “parte celebrante” con quella “partecipante”, ovvero i fedeli. Altro segno che costituiva in tempi passati e nel rispetto di principi liturgici ad oggi superati una separazione tra popolo e celebrante è la balaustra, che oltre ad identificare un limite fisico oltre che ideale, delineava un presbiterio troppo piccolo per potervi svolgere con spazi adeguati le funzioni sacre. Per questo motivo, è stata rimossa tale barriera, lasciando come segno della sua presenza la pietra serena che si trova sotto il basamento di appoggio delle colonnine in pietra.
Il secondo elemento reso più centrale sia visivamente che nella celebrazione liturgica è l’altare: concepito infatti come sostituzione funzionale e non fisica di quello Maggiore, rimanente come presenza simbolica, viene utilizzato come mensa eucaristica durante le funzioni, posizionato in asse sotto il centro della cupola e come fulcro della nuova area presbiteriale. L’avanzamento del presbiterio, affinché fosse funzionalmente sfruttabile a pieno necessitava però di un unico livello, e non più di trovarsi ad un piano inferiore rispetto al coro e all’altare maggiore, da cui l’idea di proseguire tale quota fino a giungere all’arco trionfale, per poi scendere con dei gradini al piano dell’assemblea dei fedeli. Il modo più naturale possibile per far coesistere la precedente pavimentazione sottostante (in pianelle quadrate di cotto e ricorsi di pietra serena) con un nuovo livello su cui celebrare, è stato quello di sollevarsi da questa preesistenza con un materiale leggero e al tempo stesso trasparente (il vetro), per poter leggere l’origine di questo spazio e potervi idealmente camminare sopra, mantenendo una memoria non solamente simbolica, ma attiva e presente nella cerimonia.
Questa traslazione dei vari elementi liturgici verso il popolo, ovviamente ha interessato anche il luogo da dove viene proclamata la Parola e dove anche i fedeli salgono per le varie letture sacre, ovvero l’ambone, che per sua natura funge da elemento di collegamento e compartecipazione nelle celebrazioni. Anche questo elemento è stato ripensato oltre che come collocazione come forma, quindi, mantenendo gli elementi che costituivano il precedente, assemblato rimaneggiando nel tempo le varie figure lapidee che lo componevano, abbiamo incastonato le tre parti principali nel nuovo ambone, lasciando il leone che con la sua imponenza funge da basamento ideale, le tre figure umane disposte su uno spigolo ad indicare che le letture sono rivolte a tutte le persone presenti (in ogni direzione) e l'aquila sulla sommità, che è anche il simbolo dell'apostolo Giovanni, che evoca la parola di Dio pronta a "spiccare il volo" per essere portata a tutti gli uomini, anche oltre le mura della cattedrale. A completare l'ambone, all'estremità di una delle due ali laterali al leggìo, è presente un basamento per ospitare durante il periodo liturgico dedicato, il cero pasquale.
Come già è stato accennato lo spazio presbiteriale ai lati del nuovo altare consente di posizionare nuove sedute utili sia per i presbiteri durante le concelebrazioni, sia per i bambini del catechismo che partecipano nei giorni festivi (o per l'assemblea che non riesce a trovare posto nella navata, durante le festività religiose più importanti). Alle spalle del nuovo altare, lateralmente a quello monumentale, ma rivolte verso i fedeli, abbiamo invece posizionato la nuova cattedra vescovile, rialzata mediante una piccola pedana, con le due sedute laterali più basse e in posizione opposta la seduta del presidente celebrante (non vescovo). Tutte queste sedute si trovano nella parte più "antica" del presbiterio, oltre quel simbolo che è stato mantenuto volutamente libero da ogni arredo o elemento sovrastante, ovvero la meridiana, che pur nella sua leggerezza formale, rappresenta un segno forte di un evento ciclico che non ha fine. Sopra l'altare, in posizione centrale e direttamente collegato a questo sia come segno fisico visibile che come segno liturgico della presenza "celeste", si trova la croce sospesa alla parte basamentale della cupola e a completamento dell’idea progettuale, abbiamo previsto di enfatizzare due dei poli principali della liturgia (altare e ambone) mediante un sistema di illuminazione dal basso, Qui in maniera discrete, si evidenzia la genesi di questi elementi, che partono da terra (dimensione terrena) ma fungono da collegamento per un’elevazione ad una dimensione sovraterrena, con l’ausilio delle luci che provengono dall’alto.
I principi guida che hanno ispirato il progetto seguono I consueti dettami di:
- Minimo intervento;
- Reversibilità;
- Leggibilità e distinguibilità rispetto allo stato di fatto;
- Linguaggio contemporaneo;
Year 2018
Status Competition works
Type Churches / Lighting Design / Recovery/Restoration of Historic Buildings / Restoration of Works of Art / Furniture design / Product design
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