Matilde Cassani è la nuova protagonista di “Una stanza tutta per sé”, lo spazio destinato alla creatività di Cantiere Galli Design, che da ben due anni, ospita progettisti noti ed emergenti per sostenere e promuovere la cultura del design a Roma. Intitolato “Sunset”, il nuovo progetto site-specific, a cui hanno partecipato Leonardo Gatti e Guglielmo Campeggi, è una sorta di paesaggio onirico costruito con colori vividi, luce e riflessi, e forme astratte che seducono visivamente, inducendo ad entrare nella stanza, come per accedere ad un’altra dimensione.
Matilde Cassani racconta: “Sunset percorre la linea di una serie di esperimenti sulla creazione di paesaggi artificiali utilizzando elementi di arredo tradizionali: tavoli, tende e sedute. La stanza ospita un tramonto ambientato in un panorama mobile fatto di paillettes. Un tavolo, un drappo e una sola fonte luminosa mettono in scena un paesaggio artificiale, fatto di forme astratte. Il visitatore, attratto dalle superfici lucentissime, lascia le sue tracce sfiorando ogni sua superficie. Il tramonto sarà ogni giorno diverso, il risultato del passaggio del visitatore”.
Matilde Cassani, insieme a Andrea Anastasio, sono i nomi della stagione 2018 di “Una stanza tutta per sé” che quest’anno aveva come fil-rouge il tema di “Lasciare tracce”, individuato dalla curatrice Domitilla Dardi per solleticare le menti e sollecitare una riflessione sugli spazi che viviamo, su come li abitiamo e li personalizziamo.
“Lo spazio che abitiamo non è perfetto e ordinato come quello delle riviste o delle pubblicità. Lo spazio che abitiamo è il riflesso della nostra imperfezione e della sua straordinaria unicità. “Abitare significa lasciare tracce” diceva Walter Benjamin. Partendo da questo concetto, abbiamo invitato i progettisti a raccontarci il loro modo di rendere uno spazio vivo e abitato, in grado esso stesso di narrarci la storia di chi lo occupa. La “Stanza tutta per sé” diventa ancora di più uno spazio dove immaginare di mettere in scena ciò che da sempre regola la relazione tra l’uomo e il suo ambiente. Un rapporto che non è affatto lineare, ma complesso e tortuoso come l’animo umano e infinitamente variabile come la natura delle cose”. Domitilla Dardi
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