L’edificio rappresenta uno dei più significativi manufatti protoindustriali di Valdobbiadene ed è tutelato come bene storico. Una ex filanda i cui spettacolari macchinari (incannatoi alla bolognese) sono purtroppo andati perduti. Il recupero ha riguardato la riorganizzazione funzionale, il miglioramento strutturale e tecnologico per realizzare uno spazio pubblico da adibire a mostre ed infopoint turistico. L’opera è un primo stralcio funzionale di un più complessivo intervento, che riguarda anche altre parti del manufatto, e fa parte di un masterplan per la valorizzazione innovativa di Villa dei Cedri. Il sistema strutturale di miglioramento sismico è stato realizzato introducendo dei telai reticolari in acciaio e irrigidimento mediante cerchiature in acciaio che dialogano con la struttura lignea esistente. Tutto lo spazio è stato trattato in modo monocromatico al fine di renderlo adeguato alla funzione espositiva e dare un carattere neutro nel quale solo le forme dialogheranno con la luce naturale e artificiale. Sono state restaurate le superfici esterne dell’edificio, attraverso la pulitura delle parti lapidee esistenti, il recupero degli intonaci, la ricostruzione selettiva dall’antica trama pittorica a fasce delle facciate e l’utilizzo di serramenti, scuri e rivestimenti in legno di larice. Negli spazi esterni gli interventi hanno valorizzato il “sistema delle acque della Cordana”, costituito da scannafossi e canalette a ridosso dell’ex opificio, attraverso pulizia e consolidamento, il restauro dei muri in pietra di contenimento, la realizzazione di un “by pass idraulico” per la regolamentazione delle acque. Per la fruizione e messa in sicurezza delle aree esterne all’edificio, sono stati eseguiti dei percorsi, collegati allo storico parco di Villa dei Cedri, ricostruendo la balaustra in ghisa, per un affaccio sulle acque della Cordana dove originariamente erano localizzate le due ruote idrauliche per la produzione dell’energia della filanda.
Un edificio per la collettività: da Filanda a Fabbrica della cultura e dell’arte.
Lo storico compendio immobiliare di Villa dei Cedri e del suo parco, risalente al secolo XVII, è di proprietà dell’Amministrazione Comune di Valdobbiadene sin dal secondo dopoguerra, e rappresenta un luogo storico-paesaggistico in cui la Comunità di Valdobbiadene si è sempre identificata, oltre che luogo simbolo dei territori di cui alla candidatura Unesco.
Molteplici sono gli eventi culturali e turistici ivi organizzati da Associazioni e Comune, come pure le azioni di valorizzazione che il Comune ha realizzato nella villa-barchessa e nello storico parco, ambedue sottoposti a vincolo monumentale e paesaggistico. Nel 2018 viene redatto il “Masterplan Villa dei Cedri”, a firma degli Architetti Collatuzzo e Pescarollo, dove funzioni legate al turismo, enogastronomia-marketing territoriale, cultura-arte, vengono inserite nei diversi ambiti del compendio pubblico, secondo principi di compatibilità. Particolare rilievo viene dato al “sistema delle acque della Cordana”, torrente che sorge poco a nord della stessa Villa dei Cedri, e che l’ Amministrazione intende prossimamente riaprire nel parco, collegandosi così ai lavori esterni eseguiti nell’ex opificio di Villa dei Cedri, attraverso un cofinanziamento dell’ Istituto Regionale Ville Venete. Parte integrante del citato masterplan è l’ “Art Bonus” per la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e del turismo, attivato con effetti positivi sin dal 2018. L’ ex opificio - importante Filanda della Famiglia Piva - assume così, all’ interno di una vision complessiva, il ruolo di Fabbrica della cultura e dell’ arte, attraverso una condivisione con la Cittadinanza, un dibattito pubblico, che ha coinvolto diversi studiosi, in collaborazione con la Fondazine Fabbri di Pieve di Soligo. Ora l’ edificio viene restituito -restaurato- alla collettività, con un info point territoriale ed un’ affascinante spazio per mostre temporanee.
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