Progettare sull’esistente richiede sempre una certa cautela, poiché impone di tener conto della storia dell’edificio su cui si interviene. Non si può pensare di intervenire su un palazzo storico -nel nostro caso di epoca razionalista- senza considerare il suo valore architettonico e artistico. E’ imprescindibile infatti rispettarne i caratteri for- mali e cercare, quanto più possibile, di non introdurre elementi visibilmente estra- nei alla sfera artistico-storica dell’edificio.
L’idea di questo progetto ripropone in chiave contemporanea il tema del colonnato, già presente in molte opere del periodo razionalista. Tuttavia, riproporre un colon- nato del tutto simile a quello usato per il Palazzo del Tribunale risulterebbe ana- cronistico, oltre che una non condivisibile rappresentazione di un falso storico.
I setti/lame verticali che compaiono nel progetto richiamano lo stesso elemento tipologico della colonna, ma nello stesso tempo si pongono come innovativi, ne ri- prendono i tratti, ma li elaborano in una forma contemporanea, si relazionano con lo stile architettonico dell’edificio nel suo complesso e al contempo dialogano con il prospiciente palazzo del Tribunale.
Le paratìe verticali sono state progettate come elementi oscuranti eppure filtranti, che lasciano intravvedere l’interno senza dare all’osservatore la possibilità di com- prendere che cosa si nasconda sullo sfondo. La presenza delle lame verticali infatti isola dall’ambiente esterno e crea una loggia interna, protetta, che costituisce lo spazio museale dal quale, soltanto si può accedere al bassorilievo realizzato dallo scultore Hans Piffrader.
Da un punto di vista strutturale i setti verticali vengono incernierati con la struttura esistente soltanto alla base e alla sommità, mentre un sistema di controllo mec- canico ne coordina una rotazione fino a 360°, che consente alla facciata dell’edificio di assumere di volta in volta una prospettiva differente.
La rotazione dei singoli elementi attraverso il cardine centrale permette di chiudere completamente il fronte, preservando il percorso dei visitatori lungo la parete scol- pita anche in condizioni atmosferiche avverse. Tuttavia la mobilità della struttura evita una completa compartimentazione dello spazio, in modo da lasciar filtrare aria e luce anche per ovvie ragioni di sicurezza.
Il visitatore accede allo spazio museale tramite gli ingressi già presenti a lato del bassorilievo e, proseguendo il percorso lungo il corridoio del palazzo, viene guidato attraverso un itinerario consapevole e adeguatamente commentato da apposite didascalie, per giungere infine all’interno del loggiato ove è presente il fregio. Lo spettatore, che dall’esterno potrà soltanto intuire l’immagine retrostante i pannelli verticali, avrà cognizione del bassorilievo nella sua integrità solamente una volta raggiunto lo spazio museale.
Quanto al materiale di realizzazione delle paratìe, è stato scelto l’acciaio COR-TEN, già utilizzato in alcune opere sul territorio Alto-atesino, caratterizzato da un’elevata resistenza meccanica e da un’altrettanto notevole resistenza alla corrosione at- mosferica. La sua colorazione bruna, tonalità che varia con gli anni e in funzione dell’ambiente esterno, conferisce ai setti verticali una forte personalità e, dotato di una naturale capacità di invecchiare, rimane un materiale vivo in grado di mutare le proprie caratteristiche nel tempo.
Status Completed works
Type Government and institutional buildings
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