Per poter descrivere o capire al meglio la realizzazione che è stata portata a termine di recente, penso sia necessario fare una preliminare introduzione di quello che è il panorama architettonico contemporaneo.
Tendenzialmente, tra la fine del ‘900 e i primi anni del nuovo millennio, l’attenzione architettonica si è bruscamente fermata per dare spazio alla sempre maggiore richiesta di “performance tecnologica” alimentata soprattutto da una forsennata campagna “eco-sostenibile” in cui abbiamo scoperto che ogni cosa era diventata magicamente eco o sostenibile a distanza solo di un giorno all’altro; anche il trasporto urbano, reo di aver intossicato noi ed i monumenti dei centri storici per decenni, ci è stato proposto come un sistema di trasporto ecologico!! Tale “nuova” coscienza ambientalista ha colto impreparati gli architetti creando una sorta di minestrone in cui la creatività architettonica veniva spesso uccisa dal rigido dettame tecnologico imposto sia da normative sempre più severe e miopi, sia da esperti del settore incapaci di comprendere le richieste di un’architettura di maniera, attenta, rispettosa ma anche energeticamente viva.
Solo negli ultimi anni, ahimè (o per fortuna a seconda del punto di vista), gli architetti hanno capito di non dover più subire la violenza di una tanto rigida quanto fredda “tendenza” basata solo sulle prestazioni energetiche, facendo proprie certe regole e donando loro una veste decisamente più accattivante e all’avanguardia.
Di recente, infatti, si assiste alla lenta e graduale scomparsa delle terribili piscine blu fotovoltaiche galleggianti su imbarazzati tetti arancioni, o alla scomparsa di quelle terribili “pile” parcheggiate, anche queste, su tetti che oltre ad essere imbarazzati incominciavano anche ad essere stanchi di ospitare discariche di non pensieri.
Così ecco come si presenta un nuovo modo di fare architettura, fatta di sperimentazione, idee, creatività e aspetto formale.
L’intervento realizzato sulle colline bolognesi rappresenta uno di quei connubi fra architettura e paesaggio che meglio rappresentano la potenza di un ritrovato rapporto fra uomo e natura. L’effetto finale è davvero sorprendente: se, infatti, percorrendo la strada principale e avvicinandosi alle case queste diventano sempre più le protagoniste della vallata, una volta entrati al loro interno si assiste all’effetto opposto, in cui il costruito sparisce dalla scena ed è la Natura che torna protagonista incontrastata della scena, scaldando gli ambienti con il suo calore e arredandoli con i suoi scenari in continuo cambiamento.
Le due abitazioni sorgono sul versante di una collina esposto verso ovest, dove l’incontro fra edificio ed ambiente raggiunge il suo apice al tramonto quando le ampie vetrate e gli aperti orizzonti entrano all’interno dell’involucro abitativo e scaldano gli ambienti con la loro magia. Un metodo compositivo che ridefinisce le gerarchie rimettendo l’ambiente circostante al posto che per troppo tempo gli è stato sottratto, il posto d’onore. E così a seconda degli scorci, le abitazioni diventano magicamente parte di una natura fatta di pietra, così imponente ma al tempo stesso così meravigliosamente precaria creando un insieme di emozioni appartenenti più ad un’architettura del passato.
Tradizione e modernità, quindi, si incontrano in questa vallata per segnare in modo tangibile un nuovo sky-line paesaggistico e ridare la consapevolezza che l’architettura può svolgere ancora un ruolo fondamentale nel difficile compito di riavvicinare l’uomo alla natura mettendoli uno di fronte all’altro e facendoli dialogare.
Un mix di funzionalità ed architettura capace di mostrare se stessa in modo lineare, severo e perfettamente integrato, in cui questa volta è indiscutibilmente l’elemento architettonico a prevalere su quello tecnologico e lo sottomette al suo ruolo originario facendolo quasi sparire completamente dalla scena.
Questa realizzazione, infatti, rappresenta la sintesi fra architettura, impianti di ultima generazione (sistema fotovoltaico perfettamente integrato sul tetto, impianto solare termico, recupero dell’acqua piovana ed un involucro edilizio formato da pannelli prefabbricati in EPS di ultima generazione) e territorio, ristabilendo le gerarchie formali che sembravano irrimediabilmente perse.
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