“Un complesso di immagini e un sentimento che le anima”
Così il filosofo napoletano Benedetto Croce definiva il concetto di “arte”, distinguendolo dalle altre produzioni umane appunto per quel “sentimento” capace di “animare” una sequenza di immagini, che è allo stesso tempo forza generatrice e messaggio, capace di arrivare fino all’anima dell’osservatore. Quello che il progetto espositivo propone non è altro che una serie di immagini da legare e rendere leggibili attraverso la “mise en scéne”: esistono diverse Corsiche, quella fisica e reale, quella culturale, quella dell’immaginario di ciascun visitatore e quella di ciascun abitante, quella passata, presente, futura. Ognuna percepita attraverso i filtri culturali e i pregiudizi di chi la osserva. Esistono altre isole, ognuna con le sue caratteristiche, così diverse e così simili tra loro. Esistono gli uomini, anch’essi isole, che si differenziano dalla prime per la capacità di spostarsi ad una velocità maggiore, di costruire connessioni e significati.
La condizione di insularità a livello globale è presentata attraverso le mille sfaccettature dell’identità corsa, simboleggiata da un’isolotto composto da un insieme di specchi, ciascuno orientato secondo una diversa angolazione, simulacro delle mille identità, reali o immaginarie, che in ogni caso non possono essere abbracciate attraverso un unico sguardo, un unico punto di vista. Ciascuno specchio è emblema di un aspetto, fisico, sociale, culturale e rimanda ad altre visioni che cambiano continuamente, rende fuggevole l’interpretazione, introduce al dubbio su quello che è reale e quello che è immaginario. Ogni punto di vista diventa il centro del mondo dell’osservatore.
Il percorso espositivo è pensato come una “sequenza filmica”, come spazio narrativo attraverso cui accompagnare il visitatore alla comprensione e alla riflessione sui contenuti, alla pluralità di punti di vista attraverso cui si può analizzare il concetto di isola in modo da introdurre quanti più spunti di riflessione possibili al fine di poter “leggere” la realtà insulare: un sistema olistico nutrito da infinite realtà interconnesse. Le opere sono presentate cercando di ricreare un contesto non didascalico o decorativo, quanto piuttosto percettivo/emotivo, attraverso l’illuminazione, i suoni e i colori delle sale per facilitare la comprensione dei loro significanti o, dove occorre, per creare una nuova significazione attraverso cui proporre sguardi insoliti su tematiche apparentemente banali.
Uno spazio sospeso tra immagini reali e fantastiche, capace di suggerire nuove visioni all’osservatore, lontane dai luoghi comuni e dalle semplificazioni ricorrenti. Uno spazio molteplice in cui i livelli di lettura e le suggestioni sappiano intrecciarsi ed alimentare pensieri plurali, capaci di mettere in discussione l’ ”unico punto di vista”.
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