Il progetto di ristrutturazione ha riguardato il recupero di una porzione di un palazzo del XVII secolo che si affaccia sulla piazza principale di Patù, un piccolo paese nel sud del Salento. La struttura, di circa 150 mq, era abbandonata da alcuni anni e in pessimo stato di conservazione. Erano presenti ampie macchie di umidità sulle pareti dell’interno, dovute all’infiltrazione dell’acqua. Fortunatamente era ancora presente quella particolare patina che il tempo aveva impresso su gran parte del fabbricato e che ho voluto mantenere inalterata. I proprietari desideravano ricavare dagli ambienti preesistenti una casa per le vacanze e, collegata con questa, una seconda casa completamente indipendente per i loro ospiti. Decidemmo quindi di utilizzare l’ingresso principale dalla corte per accedere alla parte padronale e sfruttare il grande portone della vecchia scuderia, trasformata poi in zona giorno, per realizzare l’accesso alla porzione di casa destinata agli ospiti. Le quattro grandi stanze di cui si compone la struttura accolgono le attività principali dei proprietari e dei loro ospiti, mentre i locali di servizio sono stati realizzati ex novo riutilizzando piccoli volumi di epoca più recente. Le stanze, alte più 5 metri e di oltre 25 mq di superficie ciascuna, sono tutte caratterizzate dalle tipiche volte “a stella” in pietra di tufo, mentre i pavimenti di due di queste erano in cementine decorate risalenti agli inizi del secolo scorso. Una di queste stanze è stata soppalcata per aumentare il numero di posti letto, e sotto al soppalco è stato ricavato un vano guardaroba con bagno annesso. I pavimenti di cementine sono stati recuperati e negli ambienti dove non è stato possibile è stata utilizzata una malta di calce e cemento colorato della tessa tonalità della pietra locale. Le pareti sono state intonacate e tinteggiate a calce, mentre le volte sono state trattate con una scialbatura di calce per renderle più luminose. Le vecchie chianche della ex scuderia sono state smontate una a una, numerate, ripulite e riposizionate. Il vecchio abbeveratoio e la mangiatoia dei cavalli sono stati recuperati per diventare lavello e piano di lavoro della cucina. Nei bagni, le pareti, i pavimenti e i soffitti sono stati rivestiti con malta di calce e cemento, dai colori tenui e caldi per riprendere le tonalità della pietra locale. Come lavandini sono state utilizzate antiche “pile” recuperate da antiquari locali, abbeveratoi un tempo utilizzati nelle vecchie masserie. Il giardino, a cui si accede dalla ex scuderia tramite una porta completamente vetrata realizzata con profili in acciaio brunito, era uno spazio probabilmente un tempo utilizzato come recinto per gli animali. Questo è stato totalmente recuperato per realizzare una cucina esterna con un piano di lavoro in muratura e un’area pavimentata per accogliere la zona pranzo divisa dall’area verde da una vasca in blocchi di tufo di recupero. Le parti realizzate ex novo, dal piano in muratura alle pareti e ai pavimenti, sono state realizzate in cemento e calce bianca, in modo da rendere immediatamente visibile il nuovo intervento rispetto alla struttura preesistente che ha mantenuto la sua patina originaria. Gli infissi, sia le finestre che le porte, sono stati completamente ricostruiti in legno come da disegno originale. Gli oggetti, in parte di provenienza locale e di artigianato povero, sono frutto di ricerche sul territorio o acquistati in fiere e mercati.
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