L’edificio a torre che sorge sulla riva del fiume Nera nel tratto a sud della città di Terni, gode di notevole vista sul paesaggio Umbro, soprattutto se si abita un duplex all’attico e super- attico.

La ristrutturazione di questa casa mira a creare un interno coerente in ogni sua scelta tra spazio ed atmosfera. Vuole essere una casa fatta per vivere in due, in tre o tra tanti amici, conservare un'identità che fosse in grado di accogliere ogni giorno ogni gesto invecchiando lentamente, di certo non più in fretta della naturale velocità del tempo.

Le plance di rovere spazzolato a mano e trattato con vernici all'acqua fanno da fondo a entrambi i piani e in eccezionali occasioni risalgono le pareti per accogliere le testiere e scaldare le alcove.

La boiserie corre per l'intero perimetro esterno, corre alla stessa altezza degli infissi nella zona giorno ma arriva a sfiorare il soffitto nella zona notte. In entrambi i casi si interrompe per lasciare spazio ai passaggi fisici o permeabili solo allo sguardo come per le vetrate che si proiettano verso il paesaggio sottostante.

Il legno è sempre rovere ma chiaro, opaco e al tatto la verniciatura lo rende simile ad un morbido velluto.

Il ritmo dei pannelli è costante e trova ogni volta il giusto passo per incontrare gli allineamenti mai trascurati. Ante fisse, porte, contenimento nascosto o dichiaratamente aperto quando a fare da sfondo sono ricostituite delle intere lastre di pietra fossile: la Lumachela crea fondali che valorizzano gli oggetti, le foto, i ricordi.

Le fasce in cuoio raddoppiato che scivolano fino a terra nelle connessure della boiserie, indicano anche attraverso ai due fori per le dita, la loro natura di presa o maniglia di un'anta a colonna contenitiva.

La cucina accoglie molti ingredienti, si aggiunge la laccatura nel tipico colore Mabb, il ferro grezzo che forma il camino insieme alla ghisa che lo protegge, l'ottone naturale per il top dell'isola che nasconde al suo interno i quattro sgabelli Carl Hansen e delle sfere sospese di diverse grandezze in vetro satinato opaco, che come delle bolle di sapone luminose fluttuano nell'aria.

Nei bagni sono state selezionate delle resine e delle pietre naturali, che per tratti cromatici si sposassero in una relazione di reciproco rispetto e forza nell'unione.

Salendo al piano super attico si percorre una scala che trova spazio nel negativo di un volume creato apposta per accoglierla, qui sedici dischi di ottone naturale diventano specchio di riflessi della luce calda del tramonto o di quella artificiale che ne riproduce il ricordo.

Alla suite matrimoniale, intima e privata, si accede attraversando una cabina armadio tutta femminile, tende e specchi contrapposti alterano la percezione dello spazio raccontando più di ciò che spesso l'apparenza dice. Con un certo senso nautico, attento ai dettagli dei gesti quotidiani, un velato porta gioie a colonna tiene in ordine la vanità.

Poco oltre il letto, trova spazio nella testiera che disegna l'intera superficie della parete, un elemento sfugge in basso e funge da lungo comodino, le plance di parquet risalgono la parete fino alla sua metà esatta, sopra di esse quattro ante imbottite ritmano lo spazio e ne rendono ovattata l'atmosfera.

Tutt’intorno gli alti affacci si proiettano sulla città, sulla campagna più a nord e sul tramonto verso ovest.