Corte Bertesina è un progetto dove si intrecciano valori ambientali, sociali ed agricoli: un bosco di 8 ettari che racchiude al suo interno orti e seminativi, una fattoria sociale, un negozio con laboratorio di trasformazione, una struttura per l’ospitalità agrituristica, un centro visite per attività didattiche, residenze. Il suo cantiere è stato una virtuosa esperienza condivisa tra committenti, progettisti ed aziende dove l’impiego di processi innovativi nella costruzione e rigenerazione edilizia ha permesso di raggiungere obiettivi di sostenibilità, economia di risorse e risparmio energetico.
Corte Bertesina si trova nella prima periferia di Vicenza a 3km da Piazza dei Signori ed è una tipica corte rurale veneta ottocentesca, collegata ad un fondo rustico di 17 ettari con coltivazioni certificate biologiche di ortaggi, cereali e foraggio, protette all’interno di un’ampia area piantumata nel 2001 con essenze arboree autoctone tipiche della pianura padana: un bosco di querce, carpini, olmi, aceri siepi medie e siepi trifilari, oggi area di rifugio e di nidificazione per la fauna selvatica. Dal 2010 l’azienda agricola è anche fattoria sociale e offre
opportunità di lavoro a ragazzi con sindrome di Down.
Obiettivo del progetto è stato quello di rigenerare e completare il nucleo edilizio esistente per sviluppare nuove relazioni funzionali: attività culturali e didattiche per la valorizzazione del paesaggio boschivo, attività di fattoria sociale tramite il coinvolgimento di giovani Down e la collaborazione con cooperative sociali locali, attività di trasformazione e vendita dei prodotti agricoli, residenze ed attività di ospitalità agrituristica. Altro obiettivo del progetto è stato inoltre quello di inserirsi nel modo più leggero possibile nel contesto naturale e di assorbire da esso tutte le potenzialità visive, energetiche, e legate al benessere dei futuri utenti. Il concetto di sostenibilità ha guidato l’intero progetto sul piano sociale, sul piano del benessere dei fruitori, sul piano della scelta dei materiali e delle tecniche costruttive, e sul piano dell’uso e della produzione dell’energia. Lo spazio della corte storica è completato a sud da un lungo muro lineare in pietra locale, costruito con tecniche tradizionali, “filtro” tra le attività sociali che si svolgono attorno all’aia e quelle private delle nuove residenze. Anche l’acqua, che dai doccioni della barchessa storica viene convogliata attraverso i canali di pietra a ridosso del muro, è elemento di filtro e separazione. I nuovi volumi delle residenze si articolano in modo lineare: sono strutture leggere, agganciate al muro in sasso che appoggiano sul grande piano interrato, ragionato per alloggiare tutte le vetture dei residenti. Il contatto visivo con il paesaggio esterno, l'orientamento solare e il controllo della ventilazione naturale sono gli elementi che determinano la soluzione progettuale. La forma della copertura è stata definita per il controllo della luce naturale e per le sue potenzialità fotovoltaiche: 60 KW capaci di alimentare le attività agricole della Corte e la climatizzazione a pompa di calore di tutti i suoi edifici collegati ad un anello geotermico. A sud –est un semplice volume con un rivestimento di tavole di larice irregolari completa la corte: è lo spazio del centro culturale, dedicato alla didattica e alla valorizzazione del paesaggio boschivo circostante. La sua vetrata, proietta l’attenzione del visitatore verso il paesaggio esterno e verso la rete di passeggiate sviluppate all’interno dell’area boschiva. All’interno delle barchesse e degli edifici storici si articolano invece gli alloggi dell’agriturismo, gli spazi di aggregazione della fattoria sociale, i laboratori di trasformazione e gli spazi per la vendita al pubblico dei prodotti agricoli. Dal punto di vista costruttivo l’intervento è stato affrontato in modo innovativo con lo sviluppo di sistemi costruttivi leggeri e prefabbricati consentendo tempi di realizzazione limitati. Il processo progettuale segue quello di un prodotto industriale e definisce diversi componenti costruttivi in legno, acciaio e pietra che vengono realizzati fuori opera da un sistema di aziende industriali ed artigianali presenti nel territorio, per poi essere assemblati a secco. I materiali, lavorati con tecnologie a controllo numerico, sono tradizionali, scelti per poter essere facilmente assimilati alla natura circostante. Il legno di larice, tradizionalmente usato per le sue caratteristiche di durabilità, è stato scelto come materiale principale per strutture (lamellare), per tamponamenti interni ed esterni, per serramenti e sistemi di controllo solare, per pavimentazioni e arredi interni. Le tecniche di prefabbricazione leggera sono state estese anche alla ristrutturazione degli edifici storici legando così l’intervento ad un concetto di reversibilità e di rispetto del costruito esistente: nella grande barchessa ottocentesca sono state inserite delle cellule in Xlam completamente prefabbricate, unità abitative dell’attività agrituristica; le nuove cellule, appoggiate sui rinforzi metallici del piano terra, costituiscono la nuova ossatura portante e antisismica dell’edificio storico in laterizio. Nell’edificio residenziale ad ovest (Casa Carli) è stata invece sperimentata una nuova tecnica strutturale: le vecchie facciate in laterizio sono state ancorate ogni 50 cm ad una superficie omogenea di pannelli in Xlam, a loro volta portati da portali in legno lamellare.
traverso-vighy architetti
Giovanni Traverso e Paola Vighy
con Lucia Angelini, Cristina Baggio, Chiara Cavalieri, Stefania Dal Bianco, Giulio Dalla Gassa, Giulia Maria d’Arco, Aurelia Marzano, Grace Rome.
Loris Frison
Gruppo SIA
Giorgio Schettin
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