Nuova aula liturgica dedicata a San Lorenzo martire con annessi locali per la catechesi presso la chiesa parrocchiale di Santo Stefano in località Rualis di Cividale del Friuli (UD) 2002 – 2007 Il luogo La nuova chiesa dedicata a san Lorenzo martire risponde a una forte esigenza di dotare il complesso parrocchiale preesistente di uno spazio più ampio per la celebrazione liturgica, di un’aula per la catechesi e di un ufficio parrocchiale. L’intervento si misura e si confronta con una realtà già fortemente caratterizzata costituita dalla piccola ma pregevole Chiesa di Santo Stefano, dalla Casa Canonica e da un aggregato di abitazioni che assieme disegnano il nucleo originario della frazione di Rualis posta a poca distanza dal centro di Cividale del Friuli. A questi si è affiancato in anni recenti un nutrito numero di edifici di edilizia pubblica residenziale che ne ha ridisegnato il ruolo e il senso. Nell’insieme l’intervento si è posto in modo dialettico e calibrato, evitando di imporre la propria presenza che avrebbe snaturato il carattere sommesso del luogo, rendendo possibili proficue relazioni visive e funzionali.
Soglie La nuova aula liturgica si colloca in modo da costituire l’elemento finale di un percorso che, partendo dal sagrato esterno esistente e superato il vecchio portale, attraversa lo spazio intercluso di un nuovo sagrato posta al centro di tutto il complesso. Attorno a questo ambito, che allude in pianta all’idea di una corte, si attestano le varie funzioni in stretta relazione fra loro. Tra le due aule liturgiche, quella nuova e quella esistente, si apre un deambulatorio vetrato, un atrio che le connette attraverso lo spazio comune della vecchia sacrestia. Si formano così una serie di soglie successive che dall’area esterna conducono e accompagnano il fedele fin dentro lo spazio mistico interno. Si ha la sensazione di attraversare una serie di stanze che respirano seguendo dilatazioni e compressioni, preludio al respiro profondo dello spazio per la liturgia. La nuova aula, verso l’area a cielo aperto del sagrato, è priva di facciata per non porsi in competizione con quella esistente. La sua presenza è definita unicamente dalla calotta della copertura che si apre ad accogliere la luce mutevole del sole. Fuochi L’assunzione di orientare la nuova aula con il presbiterio affiancato a quello esistente in modo da utilizzare la sacrestia a servizio di entrambi ha determinato non pochi problemi in ordine all’accessibilità e alla corretta fruizione dei principali fuochi liturgici. Infatti l’ingresso principale alla nuova aula dal sagrato risulta collocato tra l’area dell’assemblea ed il presbiterio in una condizione di non facile soluzione. Per risolvere questo aspetto si è deciso di collocare la cappella del fonte perfettamente in asse con l’accesso all’aula in modo da realizzare una chiara relazione visiva con il primo segno sacramentale del battesimo. In alto, verso il soffitto voltato, la grande croce in cemento armato presiede a tutto il sistema strutturale, sovrastando e indirizzando l’assemblea verso l’altare, principale fulcro eucaristico. Contrasti Nella scelta dei materiali si è ricercata un’efficace tensione tra il carattere dello spazio esterno e quello interno in una dialettica composizione di contrasti. L’interno è luminoso, accogliente, morbido, completamente foderato alle pareti da travicelli di legno e pavimentato in listelli di cotto. L’esterno è una dura corteccia di pietra e cemento coperto da lastre in zinco e titanio. Talvolta l’interno si intravede dall’esterno in una sorta di proficua contaminazione dei singoli materiali nella diversità della loro resistenza al tempo. La luce Nella composizione dei nuovi volumi del complesso parrocchiale sono stati messi in campo vari accorgimenti per governare ed esaltare la luce naturale. Essa diviene materia concreta e variamente modellata che connota e imprime valori allo spazio interno. La nuova aula liturgica è una stanza di luce, orientata a sud per captare la presenza luminosa e mutevole del cielo, essa si adegua al ritmo ciclico del sole. Lo spazio vive della luce, la sua presenza sottolinea ed esalta l’area del presbiterio e i suoi principali elementi qui collocati. Inonda con una lama luminosa la piccola cappella all’interno della quale è collocato il fonte battesimale proveniente dall’esistente chiesa di Santo Stefano, qui riutilizzato come testimonianza di continuità nel tempo. (Sandro Pittini)
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