Nell'elaborazione della proposta progettuale, il punto di partenza è l'attenta osservazione della la trama urbana e del suo carattere di fondo. Strade e rampe irregolari ed anguste, spazi a scala ridotta, che producono episodi spaziali molto frazionati, tutto rimanda agli elementi legati alla cultura materiale contadina, che utilizza soluzioni costruttive e formali rispondenti ad un modello di esistenza semplice e immediata dove non esiste nessuno schema precostituito, la cosiddetta “coscienza spontanea”. In quest'ottica la piazza Regina Margherita, così come si è configurata nell'ultimo secolo, non dialoga e non si armonizza con il contesto. Per verificare tale situazione basta aggirarsi e perdersi nei vicoli che all'improvviso diventano chiusi e che altrettanto inaspettatamente si aprono sul territorio circostante e sulla valle. Nessuno spazio è definito e scandito da forme geometriche regolari e soprattutto nessuno spazio viene ad essere forzosamente regolarizzato altimetricamente. E' la stessa orografia a dettare le regole morfologiche.
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