"(LA STANZA) E' un mondo.
Stanza (...) è una bellissima parola: non lo sono invece, vano, nè locale, nè ambiente, nè camera, nè sala (...), nè salotto (...)."
Le Scuderie della Villa del Grumello costituivano una presenza inutilizzata nel parco. Ci piaceva il loro essere lì, in quel luogo, in modo del tutto naturale, avendo instaurato una totale simbiosi con l’ambiente. Non volevamo in nessun modo modificare questa qualità per cui, quando abbiamo ricevuto l’incarico di trasformare il corpo architettonico per ospitare gli studiosi e gli artisti collegati alle attività dell’Associazione, abbiamo pensato di agire dall’interno, creando un intervento esteriormente invisibile ma capace di instaurare un significativo rapporto di tensione con l’esistente. Ciò che ha consentito la nuova vivibilità dell’edificio è stato inserire una serie di scatole interne, dieci stanze luminose che ospitano da uno a quattro persone. Ognuna di queste, in legno di larice, ha pochi elementi d’arredo interamente in compensato di betulla. Bagni in linoleum. Scelte ecologiche ed economiche dove è bandito ogni riferimento alberghiero perchè il tipo di ospitalità e di utenza è diverso, il rimando è a un vivere comunitario in un luogoeccezionale. Il concetto “matrioska” riportato nell’edificio antico lo salvaguarda e rende l’intervento flessibile e reversibile. La distribuzione esterna attraverso un ballatoio accentua il carattere monacale dell’insieme, l’affinità alle celle dei conventi. Analogamente spazi comuni rimandano all’immaginario del refettorio. Gli elementi del paesaggio e la luce si affermano protagonisti in uno spazio così essenziale. Le stanze diventano una finestra sul magnifico paesaggio circostante, luoghi d’ispirazione e di raccoglimento pensati per generare progetti e idee.
Gio Ponti, Amate l'architettura
Il luogo Le Scuderie della Villa del Grumello sono inserite in una proprietà di quattro ettari, al cui interno vi sono oltre che la villa le serre e una cappella. L’insieme fu prima della famiglia Odescalchi, poi dei Giovio e dei Celesia. Nel 1954 la proprietà è stata ceduta dalla contessa Celesia all’Ospedale S.Anna di Como. Nel 2006 è stata istituita l’Associazione Villa del Grumello. Dopo il restauro della Villa l’Associazione ha deciso di recuperare le Scuderie, collocate in posizione sopraelevata, orientate con il fronte principale rivolto a lago. Edificio ottocentesco, originariamente adibito a stalle, rimessaggio carrozze e alloggio stallieri, in seguito abbandonato, negli anni dell’uso da parte della Ratti divenne sede del primo archivio informatizzato dell’azienda. Al momento dell’intervento si trovava soffocato dalle piante del parco lasciate crescere senza manutenzione, con copertura e strutture lignee in stato di forte degrado.
L’intervento Ciò che volevamo fare in questo intervento era restare saldamente attaccati alla cosa stessa, vicino alla sua essenza, scoprendola in un processo conoscitivo graduale. Dopo lo smontaggio e la catalogazione di tutti i materiali di pregio presenti nell’edificio (pietre della Valmalenco nel tetto, portoni, pavimentazione in pietra di Moltrasio...) abbiamo modificato la struttura lignea del tetto dall’interno, senza alterarne la sagoma, irrobustendo gli appoggi, creando i nuovi abbaini per gli ingressi dal lato a monte, sostituendo le capriate in legno dei corpi laterali alti con due nuove strutture in ferro in modo da utilizzare la doppia altezza dei sottotetti. Distributivamente, visti i forti vincoli strutturali e spaziali delle murature portanti esistenti, abbiamo deciso di abbandonare il collegamento verticale tra i due livelli, optando per l’utilizzo della scala e della rampa originale esterne. Gli accessi alle sei stanze del piano terra (fronte lago) sono stati mantenuti come in passato, direttamente dall’esterno. Al primo livello (fronte monte) l’accesso alle cinque stanze è stato fatto attraverso un ballatoio-passerella, sospeso tra l’edificio e la montagna. Ogni progetto ha un determinato scopo, è costruito in un determinato luogo per determinate persone. Abbiamo cercato di rispondere alle domande risultanti da queste semplici circostanze nel modo più preciso e critico possibile. La scelta è stata inserire all’interno dell’edificio undici stanze-scatola in legno di larice perfettamente isolate, lasciando il corpo ottocentesco inalterato. Tutta l’impiantisca è stata collocata nello spazio interstiziale tra le pareti antiche e le nuove . La gestione energetica del complesso è molto efficiente, essendo modulabile e flessibile. L’impiego preciso e pertinente dei materiali intimamente legati all’oggetto architettonico produce un senso solo se si crea un legame tra forma e significato, perchè di per sè i materiali non sono poetici. Quello che abbiamo cercato di fare è instaurare una tensione nuova con materiali tradizionali in un luogo antico.
progetto architettonico e direzione lavori: Paolo Brambilla, Elisabetta Orsoni, Corrado Tagliabue; progetto strutture: Vittorio Montanini; COLLABORATORI: Luca Fradegrada, Martina Iapichino, Claudio Marelli, Lorenzo Marelli, Veronica Marelli;
fotografie: Isabella Sassi, Paolo Brambilla.
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