La Grande Aula dei Mercati di Traiano accoglie l’antica Cultura Shu del Sichuan nel cuore della Cultura della Roma antica. Gli spazi dei Mercati di Traiano ospitano l’immagine vivida e concreta di quest’antica cultura della Cina, con la sua energia vitale così potentemente impressa nell’espressione rituale ed artistica legata al potere religioso e alla vita quotidiana. Il progetto di allestimento interpreta, allora, la spazialità degli ambienti dei Mercati di Traiano per instaurare un ‘dialogo a distanza’ tra Opere esposte ed Architettura, tra ‘Contenitore’ e ‘Contenuto’. Al centro della Grande Aula, l’allestimento si concentra in un unico elemento espositivo costituito da una piattaforma metallica di colore oro con piani inclinati , che raffigura il profilo di un ideale ‘dragone’ ed ospita alcune opere e l’introduzione alla Provincia del Sichuan. Sul piano della piattaforma la raffigurazione del Fiume Azzurro ci riporta al luogo della cultura millenaria che si è formata sulle sue sponde, che ha dato vita anche alla fertile pianura di Chengdu. Al Piano terra i pannelli specchianti, che riportano con serigrafia le immagini delle maschere di bronzo della Cultura Shu, si alternano alle aperture di ingresso agli ambienti laterali della grande Aula. La prima sezione della mostra si apre con una narrazione delle scoperte archeologiche che si sono succedute nel Sichuan, con l’esposizione delle opere più antiche della cultura Shu. Sullo stesso livello si accede alla parte della mostra dedicata alla cultura religiosa che culmina con la grande sala semicircolare che ospita le teste in bronzo ed oro, disposte in forma di emiciclo e riverberate sulle pareti espositive con pannelli specchianti. Al secondo piano è situata la sezione sul periodo Han sul tema della ‘Vita Quotidiana’, che raccoglie statue e mattoni in terracotta. Nel pozzo di luce, il culto degli Alberi sacri viene raffigurato su un telo alto 10 metri. Le Pareti espositive si dispongono secondo la geometria degli ambienti cercando di stabilire un ‘dialogo’ con le opere esposte, esaltando le ‘fughe’ e le visuali interne.
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