Un volume puro
Il progetto per la sede del Dipartimento di Chimica dell’Università dell’Insubria si costituisce di un nuovo corpo di fabbrica a cinque livelli fuori terra, a cui si aggiunge un piano tecnico in copertura, ospitante laboratori di ricerca e uffici. Oltre ad esso, è stato realizzato un corpo di fabbrica a un livello fuori terra contenente i depositi dei gas tecnici, e si è attuata una riqualificazione delle aree esterne limitrofe al nuovo edificio, al fine di garantire la continuità pedonale del campus universitario.
L’intervento ha l’esigenza di confrontarsi da un lato con le ridotte dimensioni dell’area a disposizione, dall’altro con il carattere eterogeneo del Campus universitario di Como.
I volumi modulari del Setificio e la presenza imponente dell’edificio universitario cilindrico coesistono con il tessuto urbano consolidato lungo via Valleggio. La complessità del luogo ha portato alla scelta di un volume puro, un cubo di 25 metri di lato: il carattere compatto dell’edificio genera in questo modo una relazione con il corpo cilindrico esistente, usando la stessa semplicità volumetrica. La pianta quadrata riverbera nell’organizzazione spaziale interna e nel concetto strutturale: quest’ultimo si compone infatti di un doppio guscio in cemento armato.
Il muro esterno è forato da aperture di tre dimensioni differenti, posizionate a seconda dell’esposizione e delle funzioni interne, ed è avvolto interamente da un prezioso rivestimento che consente la ventilazione della facciata.
Se ne ottiene un organismo efficiente dal punto di vista dei consumi energetici oltre che sul fronte economico, poiché limita il rapporto tra superficie di facciata e volume.
La collocazione urbana
L’edificio è allineato lungo il percorso urbano principale e conclude l’ampio spazio centrifugo esistente, mentre un piccolo volume tecnico ruota assumendo l’orientamento del Setificio.
La struttura dipartimentale è accessibile da un ingresso pedonale localizzato in corrispondenza dell’angolo sud-ovest del cubo: ciò genera una piazza perfettamente esposta all’irraggiamento solare, sia invernale sia estivo, in cui convogliano i percorsi concentrici che percorrono il grande spazio aperto su via Valleggio.
Un cortile e un ingresso di servizio sul lato nord garantiscono un accesso secondario al nuovo organismo, così da rendere autonomi i flussi degli utenti da quelli legati alle attività di supporto alla ricerca.
La distribuzione a fasce
Il concept distributivo si basa su un sistema di fasce concentriche, parallele alla sagoma quadrata dell’edificio; partendo dall’interno dunque si definiscono le seguenti fasce: un “core” centrale ospitante i collegamenti verticali principali e le funzioni di supporto (i servizi igienici al piano, i depositi, i locali per i frigoriferi, i cavedi impiantistici principali); un percorso orizzontale continuo illuminato naturalmente da due aperture contrapposte, in modo da creare un ambiente di collegamento con qualità spaziali; due corpi a “L”, il primo ospitante i laboratori di ricerca, verso nord-est e nord-ovest, il secondo ospitante gli studi e l’open space, verso sud-est e sud-ovest; una fascia intermedia di servizio (per alloggiamento dei quadri elettrici di laboratorio, delle docce di sicurezza, per il deposito fluidi) e di cavedi impiantistici necessari alle aspirazioni delle cappe chimiche è infine collocata tra il corridoio e i laboratori.
Tale concept distributivo permette chiarezza nell’individuazione degli spazi e dei percorsi e, grazie alla sua flessibilità, consente la flessibilità di riconfigurare gli spazi di laboratori e studi nell’ambito dei blocchi.
Il rivestimento forato
L’involucro metallico cela gli elementi tecnici dei laboratori: le griglie di aerazione, le reti dei gas, le porzioni apribili dei serramenti. La pelle scura e sottile si compone di tessere di corten ossidato, differentemente forate in forme esagonali. L’ossidazione e la foratura delle tessere, complanari alle superfici vetrate delle aperture, conferiscono al volume un carattere astratto e cangiante al variare dell’incidenza del sole e del colore del cielo, attribuendogli una precisa ma discreta riconoscibilità all’interno del paesaggio variegato in cui è inserito.
I pannelli metallici in corten sono di dimensione ridotta per agevolare la posa e per ridurre gli spessori degli elementi. Essi sono supportati da una sottostruttura metallica e fugati al minimo, così da percepire un volume unitario. Le lastre sono preossidate su entrambi i lati con un trattamento industriale che accelera l’ottenimento della tipica colorazione bruna. Tali pannelli, differentemente forati o opachi, se esternamente disegnano e trasfigurano il volume cubico, negli spazi interni diventano dispositivi con precise funzioni di controllo della luce, generando allo stesso tempo giochi di ombre e un’atmosfera di intimità e riservatezza che di fatto crea delle condizioni di protezione visiva e fisica rispetto all’esterno.
Progetto architettonico: Onsitestudio progettisti: Angelo Lunati, Luca Varesi design team: Thilo de Gregorio, Rossella Locatelli, Francesco Marilli, Marco Pagani, Riccardo Rotelli
coordinamento e ingegneria: Ishimoto Europe S.r.l. (team leader), Ishimoto Architectural & Engineering Firm Inc.
antincendio: Andrea Colombo
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