e
costituiscono il nucleo di un
commissionato dall'amministrazione comunale di
, nel centro storico del piccolo paese nella regione della Marmilla, in provincia di Oristano.
Si tratta di due
di un tenore architettonico più urbano rispetto alla casa tipica campidanese che invece costituisce il grosso del tessuto edilizio del centro storico. In ciascuno dei due edifici è possibile leggere la matrice della
originaria a cui nel corso dei secoli sono state apportate modifiche.
Il progetto della Casa del Vescovo si fonda su una semplice scelta: intervenire con soluzioni architettoniche compatibili con quelle originali desunte dal rilievo per restaurare le parti degradate e per realizzare quelle modifiche necessarie alla nuova funzione.
Per quanto alcune modifiche importanti siano indispensabili, si pensi all’impiantistica, alla accessibilità per i diversamente abili, o alle necessità funzionali di un albergo diffuso, l’intervento avrà il suo successo nella possibilità che
della Casa del Vescovo e che rimanga ben riconoscibile.
Il progetto prevede alcune
in stato di rudere, queste opere saranno di tipo manutentivo con le tecnologie previste dall'abaco del Piano Particolareggiato del Centro Storico mentre come nel caso dell'arco si procederà con una ricostruzione il più fedele possibile rispetto a quanto documentato dalle foto storiche dell’epoca.
Il progetto prevede anche alcune
non previste dal PPCS, ma che per la loro leggerezza e trasparenza si ritiene possano dialogare felicemente con l'architettura in pietra della Casa del Vescovo.
Da un punto di vista planivolumetrico il progetto è partito dall’
considerando come volumetria disponibile quella che le emergenze del rilievo, e la fonti documentarie suggerivano essere la morfologia della casa prima che le mancate o errate manutenzioni ne alterassero la architettura in modo incongruo. Prima cioè dei crolli, dei tetti in amianto e dei blocchetti in calcestruzzo. Condizione che nel tempo possiamo rintracciare nell'immediato secondo dopo guerra.
Questa ricostruzione è ottenibile incrociando le diverse informazioni a disposizione.
della Casa Palomba propone
al tema. Si prendono in considerazione le condizioni di conservazione del bene, la quantità di informazioni relative al bene prima che si degradasse a prescindere che ciò sia avvenuto “per troppo o per poco di vigore” nella manutenzione umana.
Partendo dal muro di recinzione sulla piazza S. Leonardo, il catastale ci riporta un volume attestato sul fronte di cui però non abbiamo nessun altro riscontro.
Nell'attualità abbiamo una cancellata parzialmente a giorno degli anni '50 che ha modificato una muratura in pietra storica. É probabile che vi fosse un portale, ma è un ipotesi.
In mancanza di un riscontro diretto di un portale storico, si propone una possibile
. Si ricostruisce il muro in pietra a tutta altezza come certamente era prima degli anni '50, ma il portale moderno viene realizzato
con l'incastro di
nella calcarenite locale.
I tre monoliti, assemblati con una precompressione, vogliono proporre una
e al contempo contestualizzata (per forma e per materiale) del tema. La pietra presenterà una rigatura verticale e una scritta sulla sommità con l'anno di edificazione.
Il corpo nobile, anche se collabente, è senz'altro quello più leggibile architettonicamente nei suoi caratteri originari. Per questo edificio il restauro è di tipo manutentivo, nel senso che si conserva e ripara tutto quello che può essere riparato e si sostituisce con pezzi conformi all'originale o congrui.
Un discorso più approfondito va fatto rispetto agli
, per cui gli infissi per quanto tipologicamente coerenti dovranno essere conformi alla normativa vigente in materia di risparmio energetico. Discorso simile va fatto per gli
, per cui è prevedibile che dove il mattone crudo degradato non fosse più in grado di soddisfare i requisiti sulla stabilità degli edifici si propone di procedere con una reintegrazione in pietra.
Il solaio e la copertura, seppure a vista appariranno le soluzioni tradizionali, al loro interno avranno quegli strati che conferiscono isolamento, che consentono il passaggio dell'impiantistica ecc.
L'espansione del corpo nobile degradata e incongrua sarà demolita e sostituita con una soluzione congrua da PPCS. Volume con murature in laterizio intonacate e copertura a falde in incannucciato e coppi.
Per il corpo di fabbrica rustico l'approccio di progetto ha una declinazione differente. Si tratta di un volume di cui conosciamo l'impronta a terra, la sagoma e i materiali. Il progetto propone quindi di
la parte mancante in coerenza con le parti conservate.
La cellula muraria che affaccia sulla corte nord diventerà un grande
a tutta altezza e lunghezza con le scale sul lato est e un piccolo soppalco sul lato ovest. Il ballatoio servirà le camere al primo piano.
Per consentire un
il progetto prevede di abbassare di circa 30 cm l'attuale piano di campagna in modo da portare l'altezza alla chiave degli archi da 1,80 m a 2,10 m. Si suppone che anche il piano di campagna storico fosse più basso, l'apertura del cantiere confermerà o meno questa ipotesi.
Anche il sistema di
delle corti verrà riorganizzato creando un canale interrato di allontanamento verso “
”, dove è già presente il collettore comunale.
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