L’associazione “Casa delle Donne di Amatrice e Frazioni” nasce per volontà di alcune donne del territorio immediatamente dopo il tremendo evento sismico del 24 agosto 2016; evento che ha inciso profondamente nella vita di questi territori in quanto ha cancellato sia la quasi totalità degli edifici sia il patrimonio culturale.
La CDAF nasce proprio in questo contesto, costituita in forma associativa no-profit, con l’intento di contrastare lo spopolamento del territorio, cercando di perseguire questo risultato non attraverso l’assistenzialismo puro e gratuito bensì fornendo gli strumenti necessari alla produzione di piccoli redditi e generando la partecipazione attiva delle genti di montagna.
L’associazione si pone l’obiettivo di favorire un piccolo sostentamento economico per le famiglie che scelgono di rimanere; nella struttura sarà infatti attivato un multilaboratorio delle artigianalità finalizzato alla produzione di filati a mano, oggetti in ceramica, prodotti di gastronomia, ecc.
"Un luogo dove le donne di Amatrice e dintorni potranno contribuire all'economia locale esprimendo la loro creatività".
L'edificio, realizzato con i soli fondi raccolti dalle innumerevoli donazioni arrivate da ogni parte, ha una struttura articolata in un volume pressoché rettangolare, con tetto a padiglione, volutamente teso a ricordare l’archetipo della “casa”.
Lo spazio è suddiviso in due zone ben distinte; ciascuna caratterizzata da una precisa funzionalità: uno spazio destinato alle attività di laboratorio ed un altro destinato ai servizi.
La Casa è stata progettata avendo particolare cura nei riguardi dei materiali che saranno usati; la scelta è stata indirizzata verso prodotti ecocompatibili e ad alta efficienza d’isolamento termico.
La struttura portante verticale è realizzata in pannelli di legno massiccio a strati incrociati incollati (XLam) di spessore 9,5 cm. Questi pannelli, realizzati in lastre di dimensioni variabili, sono connessi alla platea in conglomerato cementizio armato tramite piastre ancorate con tirafondi metallici e fra di loro tramite piastre metalliche chiodate.
L’orditura principali dei solai di copertura è invece realizzata con travi di legno lamellare, che a loro volta sorreggono un tavolato superiore sempre in legno.
Le tramezzature non portanti sono realizzate a secco, formate da doppi pannelli di cartongesso fissati ad una struttura di sostegno metallica.
L'isolamento termico è assicurato da un cappotto termico realizzato con l’apposizione di pannelli di 10 cm di spessore, posti sulle pareti esterne, e da pannelli di 16 cm di spessore al di sopra del tetto.
Il tutto finalizzato al raggiungimento di un’elevata coibentazione dell’involucro che permetterà di ridurre il ricorso agli impianti meccanici, garantendo un ottimale indoor comfort ed un risparmio in termini di energia primaria.
All’interno delle sale, il soffitto ligneo è lasciato a vista.
Particolare cura è stata rivolta alla progettazione della gestione della luce naturale all’interno dei laboratori; la luce diretta è distribuita nei locali attraverso le grandi vetrate che si aprono nei due fronti principali dell’edificio (Sud e Ovest). L’opportuno dimensionamento dello sporto di tetto in queste zone, è utile per prevenire i carichi termici indotti dall’irraggiamento estivo ma adatto a veicolare gli apporti gratuiti indotti nei periodi invernali.
I serramenti esterni sono realizzati in pvc, con doppi vetri, cristallo basso emissivo caratterizzati da ottime prestazioni energetiche.
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