L’argomento della tesi è il recupero della Ex Manifattura Tabacchi di Firenze, un importante complesso industriale dismesso dal 2001. Le aree industriali dismesse rappresentano un fenomeno molto diffuso in Italia ed in Europa. Questo si è sviluppato in seguito al processo di deindustrializzazione che ha colpito tutti i paesi Europei a partire dagli anni ’70. Purtroppo non è un problema storico ma è ancora molto attuale in quanto è in corso una ulteriore fase di deindustrializzazione, dovuta alla crisi, che creerà nuove aree dismesse. Queste aree rappresentano un problema per il territorio e per i centri urbani poiché hanno perso utilità sociale ed hanno già comportato un consumo del suolo. Allo stesso tempo però rappresentano delle grandi opportunità per la città perché molto spesso sono aree situate in zone strategiche, vicino alle maggiori infrastrutture e quindi recuperarle vorrebbe dire intervenire sull’intero sistema urbano, creare nuovi circuiti di relazioni, trasformare quindi quello che era un luogo morto in un punto focale della città stessa. Anche a Firenze sono presenti molte aree industriali dismesse, situate nella maggior parte dei casi nell’area nord ovest, la quale era l’area di espansione a destinazione industriale. Anche in questo caso dagli anni ’70, con il processo di dismissione delle aree e degli edifici destinati ad attività produttive, molte di queste aree si sono liberate, e sono stati avviati progetti di recupero. Uno fra i più importanti è quello dell’area Fiat che ha portato alla costruzione del Palazzo di Giustizia, del Polo delle Scienze sociali e del Parco di San Donato. Questo intervento ha avuto ripercussioni su tutto il quartiere di Novoli. Poco distante da quest’area si trova anche la Manifattura Tabacchi. Questa è situata in una posizione strategica vicino al Parco della Cascine. Al momento l’area in cui si trova non gode di funzioni importanti, è prettamente residenziale quindi le attività presenti sono principalmente di quartiere. È però un’area centrale e ben collegata con il resto della città, recuperarla vorrebbe dire dare una nuova vita non solo all’edificio ma all’intero quartiere poiché si verrebbero a creare nuove relazioni con l’area circostante e con la città stessa. Il problema più grande del recupero della Manifattura è quello di trovarle una funzione adeguata. È un’operazione complicata a causa delle importanti dimensioni del complesso che non la rendono adatta a qualunque tipo di funzione. Nel corso degli anni sono state avanzate varie ipotesi di recupero, dal centro del restauro a sede della Sovrintendenza o degli uffici comunali ecc. ma nessuna di queste ha trovato seguito. Una soluzione, viste le dimensioni e la conformazione della Manifattura, potrebbe essere quella di inserire un mix funzionale che comprenda residenziale, commerciale, direzionale, turistico ricettivo. Su questa linea è stato proposto un progetto per il quale è stata anche adottata una variante al PRG. Questo progetto, che prevede la demolizione di parte del complesso e la costruzione al posto degli edifici demoliti di due torri di altezza 53 m, non è stato bene accolto dalla cittadinanza la quale ha avanzato molte critiche a riguardo. Oltre alla demolizione ed allo stravolgimento dello skiline dell’area che si verrebbe a creare con la costruzione delle torri, un altro aspetto che i cittadini hanno evidenziato è il fatto che queste funzioni previste non siano sufficienti ad aprire il complesso alla città ed a creare così nuove relazioni, ma rischino di chiudere ancora di più l’area. A risolvere in parte questo problema ci ha pensato Andrea Panconesi, patron di Luisa Via Roma, che ha avanzato una nuova ipotesi per il recupero della Manifattura: perché non farla diventare una città della moda? Questa idea è stata ben accolta anche dall’Amministrazione comunale che sta studiando delle soluzioni per metterla in pratica. Lo studio della tesi parte da qui. In una prima fase è stata condotta un’analisi per cercare di capire se effettivamente questa idea potesse concretizzarsi. È noto che la città di Firenze ha una lunga tradizione nella moda, è qui che sono state fatte le prime sfilate che hanno lanciato la moda italiana nel mondo ed ancora oggi Firenze resta una delle più importanti capitali mondiali in questo campo. Per questo motivo esiste già una rete consolidata di attività, che comprende eventi, formazione e cultura, legata a questo tema. In quale modo quindi la Manifattura Tabacchi può inserirsi in questo circuito? Facendo un’analisi della realtà della moda a Firenze è emerso che ci sono molte scuole, a partire dal Polimoda, che danno una formazione avanzata, manca però una realtà dove poter mettere in pratica le nozioni apprese. La Manifattura Tabacchi potrebbe quindi colmare questo vuoto diventando un incubatore della moda. Un luogo in cui dare spazio ai giovani che hanno delle idee e dove le imprese nascenti possono crescere ed essere lanciate sul mercato producendo direttamente all’interno una prima collezione in serie limitata. Siamo quindi in presenza di un nuovo tipo di incubatore, questo infatti non è solo uno spazio dove nasce e cresce l’idea ma dove viene anche realizzata e venduta. La Manifattura diventa quindi anche laboratorio e vetrina. Vetrina non solo delle imprese incubate ma anche di aziende esterne e grandi firme che avranno a disposizione degli spazi permanenti andando così a creare una sorta di Museo della Moda. La Manifattura oltre all’incubatore avrà quindi una parte commerciale ed una museale, queste di per se basterebbero ad attirare target diversi di persone, non solo i diretti interessati ma anche cittadini e turisti, viste le dimensioni del complesso però queste funzioni saranno affiancate da altre attività che andranno ad arricchire l’offerta ed a rendere l’edificio autonomo dal punto di vista dei servizi. Ci sarà quindi anche una parte direzionale, una residenziale ed una legata ad attività primarie come un supermercato, la posta, studi medici. La Manifattura diventa quindi una vera e propria città nella città, una realtà completamente nuova nel panorama fiorentino.
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