La chiesa, distrutta durante l’ultima guerra mondiale, non è stata più ricostruita. Restano di essa le pareti di fondo del presbiterio e il lato lungo sud orientale, con ancora visibili gli archi a sesto acuto tamponati. Esistono inoltre due ambienti, in parte appartenenti all’antica navata laterale, coperti in parte con un recente soffitto a voltine e travetti in ferro ed in parte con volta a crociera, accessibili attraverso una porticina dallo spazio dell’antica chiesa. I due ambienti prospettano verso sud su un piccolo cortile, collegato attraverso un arco ogivale in pietra con la via Onorato II Caetani che lambisce il lato sinistro della chiesa di S. Maria. L’area risulta attualmente di proprietà della Regione Lazio che l’ha concessa in Comodato d’uso al Comune di Fondi. La chiesa di S. Antonio Abate fu eretta nel XIV secolo. Mancano elementi che ci permettano di assegnare l’anno preciso dell’edificazione, ascrivibile alla liberalità di Roffredo III, primo dei Caetani di Fondi e di suo figlio Nicolò. Fin dai tempi antichi la chiesa è presentata come una “praeceptoria” alle dipendenze dei Padri di S.Antonio di Vienne. In seguito la chiesa si trasforma in “Commenda” . Alle sue dipendenze erano due grance: la chiesa di San Pietro di Pastena, le chiese di Sant’Antonio in Monticello, in Vallecorsa, in Itri, in Suio con tutti i loro numerosi beni. L’istituzione della chiesa di Sant’Antonio e delle sue grance era a scopo di beneficenza. In Fondi essa possedeva due “Hostarie”, una più antica prospiciente il corso e la piazza (casa Baldassarre), l’altra nell’interno del cortile chiamata “nova” e un “Hospitale” che dava asilo ai poveri nella parte posteriore. L’isola delimitata dal corso Appio Claudio, dalla piazza S. Maria, dalle attuali vie Onorato II Caetani, Sant’Antonio Eremita e A. Manzoni, conteneva il complesso dei fabbricati adibiti a scopo di beneficenza e per l’alloggio dei religiosi. La chiesa, dalla quale si accedeva dal corso salendo tre gradini esterni, aveva il portale d’ingresso in marmo, sormontato da una nicchia in marmo intagliato, in cui era effigiato Sant’Antonio Abate; sulla nicchia era un artistico rosone. Di pregio era pure il portale dell’ingresso secondario in via A. Manzoni. L’edificio misurava m. 9,4 di facciata sul corso e si approfondiva per 31 metri, anticamente con due navate collegate da archi a sesto acuto, ancora visibili sulla parete ancora esistente a sud-est, che riflettevano la medesima struttura interna di San Domenico e di San Francesco, ed in un secondo tempo con un’unica navata, scandita da pilastri lungo le pareti, sui quali si impostavano le volte. La chiesa terminava con un ampio presbiterio sul fondo. Nel 1952 Domenico Faccenna condusse saggi di scavo del quale restano una ventina di fotografie, alcuni appunti con schizzi grafici che, nel confronto con la sistemazione odierna del rudere, hanno permesso di ricavare una pianta, per quanto indicativa, di quanto allora visto. Durante gli scavi emersero murature in opera incerta di calcare appartenenti ad una struttura di spessore lievemente inferiore a quello della chiesa, probabilmente di cm. 60 e lacerti di pavimento a mosaico di accurate tessere bianche disposte nel senso del muro. Nell’area, in occasione degli scavi del Faccenna, furono rinvenuti frammenti architettonici marmorei modanati importanti, fra cui un frammento di epigrafe del II. sec.. Nello stesso tratto di via Manzoni prospiciente la chiesa è tradizione locale, peraltro già ripresa dal Faccenna, che conducendosi gli scavi per la realizzazione di una fogna, sarebbero stati rinvenuti i sette blocchi di trabeazione marmorea, riccamente decorata, appartenenti ad una corte chiusa, conservati nel chiostro di San Francesco e attualmente in procinto di essere trasportati nel museo civico del Castello per la loro definitiva sistemazione.
Nell’ambito del recupero e valorizzazione del centro torico di Fondi l’intervento in oggetto risulta di grande importanza, sia per la posizione strategica che permette di utilizzare il suddetto spazio come luogo attrezzato per lo svago, la sosta, spettacoli e manifestazioni di ogni genere, mercatini periodici, sia per il rinnovo della memoria di un importante edificio, poco conosciuto dalle nuove generazioni, che ha contribuito alla storia urbanistica, architettonica e religiosa della città di Fondi. Si prevede quindi la realizzazione di uno spazio attrezzato fruibile dalla popolazione, con annessi due ambienti che saranno utilizzati quale spazio ricettivo ed espositivo per le manifestazioni che si svolgeranno sulla piazza. Per una completa valorizzazione del sito, oltre alla riqualificazione e bonifica dell’area e delle murature superstiti, alla realizzazione di strutture e attrezzature per il tempo libero, occorre anche considerare la presenza nell’area delle importanti strutture antiche rinvenute, che vanno opportunamente salvaguardate, valorizzate e rese, seppur in parte, fruibili alla popolazione. L’intervento di progetto si suddivide in tre fasi: la prima prevede la bonifica ed il recupero del sito, attraverso il restauro e la pulitura degli antichi apparati murari superstiti, oltre che degli ambienti accessori adiacenti, lo scavo per riportare alla luce i resti romani prospicienti il Corso Appio Claudio e la conseguente protezione degli stessi con cristallo stratificato, la ricostruzione degli antichi gradini di accesso dal Corso, la pavimentazione del piazzale e degli ambienti coperti, l’illuminazione delle murature e della piazza, la realizzazione di panchine in pietra e la sostituzione della recinzione esisente. La seconda fase prevede la riproposizione e rilettura in chiave moderna ed essenziale, attraverso l’uso dell’acciaio cor-ten, dello skyline di alcuni elementi architettonici appartenenti all’antica chiesa, quali i portali di accesso sul Corso e su via Manzoni, il grande arco gotico che introduceva alla zona presbiteriale e la volta a crociera a copertura dell’abside. Sarà inoltre realizzato un palco in acciaio rivestito con doghe di legno, a ricordo dell’antico podio su cui era collocato l’altare, sollevato rispetto al piano di calpestio della chiesa mediante gradini. La terza fase prevede la dotazione di quelle attrezzature (strutture per mercatini periodici, sedie, pannelli espositivi, ecc.) che permetteranno l’utilizzo polivalente della piazza così delineata. Alcune opere artistiche completeranno l’intervento. Tra queste si ipotizza la riproposizione dell’iscrizione che si trovava sul portale d’ingresso su via del Corso, della statua di Sant’Antonio situata nell’antica lunetta del suddetto portale e la rielaborazione in chiave moderna e con l’utilizzo dell’acciaio cor-ten del Crocefisso che si trovava nella nicchia absidale della chiesa, attualmente situato nella Chiesa di San Francesco di Assisi in Fondi.
Si prevede nel progetto l’uso dell’acciaio cor-ten per la ricostruzione dei portali e delle arcate absidali dell’antica chiesa di Sant’Antonio. L’acciaio cor-ten presenta notevoli vantaggi, sia dal punto di vista tecnico, che economico in quanto, in sostituzione dei comuni acciai strutturali al carbonio, rende possibile realizzare apprezzabili riduzioni di spessore e conseguenti diminuzioni di peso.
Inoltre, l’ottima resistenza offerta dal cor-ten alla corrosione atmosferica, consente l’utilizzo di questo prodotto allo stato “nudo”. Esso, durante l’esposizione allo stato non pitturato alle diverse condizioni atmosferiche, si riveste di una patina uniforme e resistente, costituita dagli ossidi dei suoi elementi di lega, che impedisce il progressivo estendersi della corrosione. Questo rivestimento, di gradevole colorazione bruna, simile al legno, variabile di tonalità con gli anni e con l’ambiente esterno, oltre a costituire una valida protezione contro l’aggressione degli agenti atmosferici, conferisce al prodotto grandi qualità estetiche che lo rendono utilizzabile nei contesti storici. Gli spicchi della volta a crociera ricostruita in acciaio cor-ten saranno rivestiti da un telo in “teflon per la protezione dalle intemperie. Oltre all’acciaio, per la copertura calpestabile dell’area relativa agli scavi archeologici sarà utilizzato il cristallo stratificato di idoneo spessore. La pavimentazione drenante della piazza sarà realizzata in ciottoli di piccola pezzatura posati a secco nella sabbia. In pietra inoltre saranno le panchine disposte secondo l’asse longitudinale della antica chiesa. Per il risanamento degli intonaci ammalorati delle vecchie murature sarà utilizzato intonaco ecocompatibile di pura calce naturale. Questo intonaco, poroso e altamente traspirante garantisce il rispetto dei parametri fondamentali di porosità, igroscopicità e traspirabilità richiesti. In questo modo sarà garantito il rispetto delle strutture esistenti e dei materiali originari. Anche le stuccature e il consolidamento dei paramenti murari avverrà con malta a base di calce naturale. Listoni di legno di larice saranno utilizzati per il rivestimento calpestabile del palco da realizzare nella zona presbiteriale e per la pavimentazione degli ambienti annessi alla antica chiesa. Le strutture del mercatino saranno realizzate in legno e facilmente smontabili. La copertura sarà realizzata in telo impermeabile con mantovana di colore bordeaux e logo del Comune in sintonia con le strutture previste dal Piano dell’arredo urbano per le attività produttive. Le sedute per manifestazioni all’aperto saranno in ferro verniciato con pomello di ottone del tipo “regista” già usato dall’Amministrazione comunale per il Museo del Castello, per l’Auditorium all’interno della chiesa di San Domenico e per l’aula consiliare del Municipio di Fondi. Il telo delle sedute sarà dello stesso colore bordeaux delle coperture del mercatino.
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