ABSTRACT
The master plan that we are proposing for the existing cemetery in Comacchio, Italy, aims to convey an idea of “completeness”, though only one quadrant will be built presently. While the original XIXth Century design was extremely clear, recent additions have made the site somehow chaotic. Our site plan aims to restore the original design clarity by reinforcing the historical north-south axis at the entrance that bisects the church.
Seven independent blocks containing burial niches are placed next to each other at a slight angle, creating an overall sense of enclosure while permitting slices of light to enter. This placement yields shadows that give rhythm and scale to the massive enclosure.
Each of the 7 blocks of burial niches is made out of concrete that has pigment mixed into it to give it a brick-like colur. Our goal was not to replicate the colors and proportions of the existing brick wall, but to create chromatic and proportional harmony with the entire environment.
We've used tall, elegant cypresses, specifically cupressus pyramidalis, so beloved and familiar to the Italian people, to provide both a natural element and to give dimension to the monumentality of the traditional, walled Italian cemetery. From a distance, these sculptural trees define the landscape, form the skyline, and beckon to the living, here is the city of the dead, here are your ancestors. A small wood of these cypresses is the heart of our plan. At the center of the wood and positioned at the terminus of a long axis is a large cross, a cross of air created by the negative space carved from two adjacent walls.
We encourage the individuality of the design of each mausoleum, even if this seems to break the homogeneity of the architecture we propose, and we provide for the privacy of the visitor. Each individual family mausoleum uses diverse materials, colors, shapes and architectural styles. Traditionally, burial niches are positioned perpendicular to a lengthy corridor, providing one very long and public place. Instead, we've broken that line and have created privacy by positioning the chambers around smaller courtyards with partial walls where one can mourn privately.
Here, the widow dressed in black can bring her folding chair, sit quietly with her beloved in a serene, small court to talk about the present and the past, to visit and cry in peace.
PREMESSA
L’incarico risale all’estate del 2003. Nella sua fase preliminare, ha riguardato lo studio di un piano di espansione in 4 stralci con proiezioni fino al 2032 per i quali è stato redatto un masterplan. Nella fase di sviluppo del progetto definitivo, l’incarico ha preso in esame lo stralcio n. 1 che prevedeva la costruzione di loculi e cappelle. Tuttavia, dopo un’estenuante ed accorata battaglia per l’approvazione, questa fase è stata poi limitata alla costruzione del muro esterno contenente corti con loculi e completato nel 2013,
Il successivo incarico ha riguardato le aree per le cappelle di famiglia e la croce nel boschetto di cipressi ed è stato completato a fine maggio 2018. Ad oggi, il primo stralcio non è ancora concluso.
EVOLUZIONE STORICA E RAPPORTO COL PAESAGGIO
L’antico cimitero di Comacchio sorge sopra un cordone dunoso, a sud-est dell’abitato comacchiese, lungo l’arteria navigabile. E' un territorio nato dalla laboriosa interazione tra uomo e acqua, frutto delle sedimentazioni deltizie del fiume Po, ed emerge dalle paludi come suggerisce lo stesso toponimo Isola, in mezzo alle valli (lagune di Comacchio). E' un paesaggio molto simile alle aree di Chioggia e Venezia. Lo studio delle evoluzioni storiche del complesso cimiteriale ha evidenziato una mancata comprensione del vero tema dell'ampliamento, limitando le espansioni alle sole richieste di quantità e funzionalità o al design di parti significanti. Tale studio mette in luce la natura mutevole e polimorfa del cimitero, richiamando la nostra attenzione sul rapporto dialettico esistente fra passato, presente e futuro. Il confronto con la struttura esistente è immediato, mentre è meno chiaro quello con la struttura futura, poiché spesso non soggetta ad alcuna legge di accrescimento.
All’interrogativo come espandere un cimitero si intreccia, implicitamente, il concetto di organismo aperto: nel suo percorso evolutivo di continue stratificazioni, un cimitero deve raggiungere inesorabilmente una sua fase di compiutezza. La lettura dell’assetto esistente suggeriva, in continuità con quanto, peraltro, già avvenuto nel passato, di procedere secondo una direzione assiale nord-est ribadita, a partire dal nucleo iniziale del 1889 verso sud-ovest con l’espansione simmetrica ad andamento curvilineo del 1904, corrispondente all’accesso più antico, tuttora utilizzato. L’assialità con la chiesa rimane anche nell’ampliamento del 1955 ad esedra, alle spalle della stessa. Gli ampliamenti sviluppati tra il 1955 e il 1970 sono caratterizzati dalla dispersione e dall’eterogeneità nei materiali e nelle forme e dalla totale assenza di un impianto distributivo. Nel 1985 l’ampliamento, sempre verso nord-ovest, conferisce un nuovo accesso al cimitero, il secondo, verso ovest, con l’evidente intenzione di ripetere la cortina muraria ad andamento curvilineo, in corrispondenza del punto d’accesso, come un grande segno unificatore. La frammentazione dell’interno é sconfessata da una grande compostezza ed austerità dell’organismo, così come appare a chi si approssima.
IMPOSTAZIONE PROGETTUALE
Dalla strada provinciale che da Comacchio (Ferrara) conduce a Porto Garibaldi, sulla costa adriatica, è possibile percepire con uno sguardo la bidimensionalità del paesaggio, ribadita dalla massa lineare del cimitero stesso: un grosso segno rosso schiacciato, frutto della “fusione percettiva” tra i mattoni verticali e i coppi della copertura inclinata. La cinta muraria, con il ritmo delle ombre diverse delle paraste per il suo andamento curvilineo, rigenera un’immagine e conferisce unitarietà.
La costruzione del 1° lotto ha confermato questo rapporto con il paesaggio circostante, costituito di terre umide, dai confini incerti e mutevoli e dalla ciclicità delle colture nei campi coltivati circostanti. Qui dominano l’acqua salmastra e le erbe palustri e, ad ottobre, la salicornia fiorisce tingendo tutto di rosso acceso.
Il progetto di ampliamento è uno stralcio di un’idea globale, in cui il disegno di un grande involucro porterà l’attuale organismo ad una sua fase di compiutezza. Nell’ottica di evitare che il termine stralcio possa essere ricondotto a qualcosa di avulso ed anonimo corpo, si è tentato di ipotizzare i futuri sviluppi secondo un disegno globale che ristabilisca ordine e limiti il danno provocato dalle precedenti disarmoniche espansioni. La legge d’accrescimento ha confermato sia uno sviluppo verso nord-est sia una simmetria decostruita che ritrova nell’asse antico, secante il primo ingresso e la chiesa, il principio informatore e distributivo. Le previsioni di completamento, per stralci successivi, non prescindono dalla considerazione delle future dotazioni, quali un nuovo ingresso, un parcheggio, servizi igienici differenziati, un montacarichi, eventuali uffici amministrativi, un ossario.
L’attuale stralcio sviluppa la porzione situata immediatamente a nord in continuità con il cimitero esistente dal cui secondo ingresso (il più recente in termini cronologici) si potrà accedere attraverso un portico di passaggio. La cerniera di connessione si distacca dalla cinta muraria esistente promuovendo la formazione della prima placca di loculi verso ovest e il filtro d’ingresso temporaneo verso sud. Qui si concentrano funzioni elementari, quali lo snodo dei collegamenti serventi orizzontali, il portico e i servizi igienici.
Il nuovo organismo tende all’atmosfera del campo-santo. La misura del paesaggio è data dalla riconquista della dimensione vegetale, che si coniuga con la tradizione monumentale dei cimiteri italiani. Una contemporanea lettura dell’intervento è data dai filari e dai gruppi di cipressi, in senso verticale e dai prati verdi, in senso orizzontale. I filari dei cipressi, raggiunto il loro accrescimento adulto, suggeriranno, a distanza, il disegno planimetrico. Il tema del recinto, muro alto invalicabile, è proposto sempre con andamento curvilineo attraverso le già menzionate placche esterne, ritmato da fenditure verticali che consentono il passaggio di lame di luce. Le placche esterne contengono loculi, mentre quelle interne, ripetute a schiere fronteggiantesi e convergenti verso l’asse di simmetria longitudinale storico, contengono le aree delle cappelle di famiglia aperte verso il cielo. Le corti interne si sviluppano ortogonalmente al muro di cinta, sfruttando la schiena comune, ottenendo così una raccolta intimità che favorisce il colloquio col proprio defunto. Si confluisce in un portico ad andamento curvilineo che diviene luogo di inconsapevole e aumentata coesione sociale, tra le chiacchiere all’ombra e alla brezza del portico.
Al centro, come traguardo visivo della prospettiva si erge un boschetto di cipressi piramidali, un luogo di meditazione da cui emerge una grande croce, una croce di aria e di luce che, fra gli innumerevoli significati, indica la transizione dopo la morte, un segno di speranza verso l’ultraterreno.
MATERIALI, DETTAGLI E SOSTENIBILITA’
La pioggia, il cielo, l’acqua palustre e i campi sono risorse disponibili che coinvolgiamo nel progetto. La scelta dei materiali discende dal linguaggio compositivo e dalla volontà di coniugare tecnologie e tecniche attuali con manufatti in cotto antico esistenti. Il calcestruzzo armato permette soluzioni plastiche, con sollecitazioni meccaniche non affrontabili da altri materiali, e ci permette di sviluppare una ricerca sulle superfici di texture e cromie che provochino effimere ma cicliche sintonie materiche col paesaggio circostante, come la fioritura della salicornia nei primi giorni di ottobre.
I MATERIALI MINERALI principali utilizzati sono:
. LA PIOGGIA è raccolta dalla copertura dei blocchi dei loculi, con un sistema di compluvi, convogliata prima sul portico e da esso, attraverso un semplice sistema di doccioni, a terra in prossimità degli esemplari di cipresso. Questo sistema di captazione dal centro delle corti e dallecoperture avrebbe dovuto assicurare approvvigionamento idrico per i fiori, per i cipressi e per i prati, ma è stato stralciato. Quando piove i doccioni si trasformano in 16 getti d’acqua;
• IL CIELO per gli squarci di luce necessari ad animare le intimistiche corti interne;
• IL CALCESTRUZZO ARMATO, colorato in pasta, secondo la gamma cromatica del mattone a vistaper le strutture e tutte le superfici a vista, con l’obiettivo di un accostamento non mimetico allestrutture esistenti in laterizio, ma sul principio della sintonia cromatica. I colori individuati sono 4 e sono frutto della miscela degli ossidi nell’impasto del calcestruzzo strutturale, quello tradizionale a cemento grigio. Il calcestruzzo è caratterizzato da un brutale ed espressivo aspetto materico;
• IL TRAVERTINO DI RAPOLANO per la varietà della sua macchia assimilabile ai toni dei colori delle zolle della terra circostante appena arata;
• LA PASTA CEMENTIZIA PIGMENTATA per le pavimentazioni dei percorsi pedonali e le corti;
• L’ACCIAIO EFFETTO RUGGINE per i cestini e fontane nella “cerniera”, nelle aree per le cappelle di famiglia;
I MATERIALI VEGETALI sono
• 130 CIPRESSI pyramidalis di H. 3,5-4,0 m. nelle 3 differenti disposizioni: a filari sfalsati come nel portico sud, a gruppi sfalsati attorno alla cerniera di ingresso e al boschetto-croce e a filari paralleli alle cappelle di famiglia e ai loculi.
• TAPPETO ERBOSO per i prati con erba cresciuta spontaneamente tipica degli ambienti palustri.
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