发布时间:2014-10-04 00:54:31 {{ caseViews }} {{ caseCollects }}
设计亮点
融合智能科技与自然生态,展现生物多样性与人类智慧互动,打造寓教于乐的室内外景观空间。

La quasi totalità delle strutture espositive che si possono visitare illustrano temi inerenti l’attività umana o le forme di vita faunistiche presenti nei vari continenti. La nuova struttura vuole spostare il punto di vista e focalizzare l’attenzione sulle forme di vita vegetali che rappresentano il 99,7% degli esseri viventi presenti sul pianeta terra e che sono alla base della nostra vita. Conosciamo per catalogazione circa il 10% delle specie vegetali presenti sulla terra e si stima che ogni giorno si estinguano centinaia di specie mai conosciute. 

L’uomo non può vivere senza le piante ed il loro processo di fotosintesi clorofilliana che sta alla base della quasi totalità dei processi biologici . Le piante viceversa vivrebbero decisamente meglio senza l’uomo che sta consumando le risorse disponibili: tema del Footprint.

Per rappresentare la grande biodiversità delle specie vegetali il progetto si pone come una grande vetrina che illustra un’ideale sezione del globo dall’equatore degradando verso i poli. Dalle condizioni più favorevoli per la vita con abbondante umidità e elevate temperature che fanno crescere la foresta pluviale sino alle condizioni più estreme dove il freddo e la scarsa umidità rendono la vita quasi impossibile.

Per comunicare si ritiene che le emozioni siano uno strumento fondamentale: la grande vetrata della biodiversità viene nascosta con una fitta vegetazione (in fase di piantumazione) sino al punto di uscita del taglio nella collina che porta il visitatore ad avere, con effetto sorpresa, un’immagine complessiva associata alla visione del complesso monumentale di Santa Giustina.

L’impostazione del progetto ha mantenuto il vuoto urbano degli orti benedettini preesistenti agli interventi degli anni ’50 caratterizzati da un’ampia vista verso Prato della Valle. I volumi di nuova edificazione sono stati collocati in prossimità del tessuto urbano esistente posto ad est per dare unità visiva con l’ambito della proprietà dei Gesuiti posta ad ovest.

Il rapporto con l’orto antico non è stato ricercato nella riproposizione di forme copiate ma è stato definito nella lettura delle regole compositive che determinano l’impostazione della parte cinquecentesca. L’architettura rinascimentale utilizzava moduli e forme, quali il cerchio ed il quadrato e moduli numerici, che sono state utilizzate nella progettazione dell’ampliamento con le stesse dimensioni e gli stessi passi presenti nei tracciati regolatori all’interno dell’hortus cintus. Inoltre si è voluto mantenere il medesimo orientamento degli assi, che attraversano il grande cerchio, e che visivamente collegano le cupole del complesso monumentale di Santa Giustina a quelle di Sant’Antonio.

Il nuovo ampliamento è stato pensato come luogo urbano, come parte integrante del tessuto cittadino, all’interno del quale la visita possa trovare molteplici possibilità di fruizione. Non solo ambiti espositivi, ma spazi di intrattenimento e di relazione nei quali facilitare momenti per usufruire della nuova struttura. Per tale motivo la pavimentazione di tutta la nuova area è stata progettata per essere quanto più simile alla trachite, una pietra vulcanica locale, che tappezza le piazze e gli spazi pubblici padovani.

Sia dal punto di vista visivo che didattico il tema dell’acqua è volutamente ricorrente all’interno del progetto. Il padiglione del visitor center ha una terrazza a sbalzo sul canale Alicorno, una delle antiche vie d’acqua di Padova, mentre una lama d’acqua separa l’orto antico dalla parte nuova, caratterizzata dalla presenza di cascate e laghetti che separano un bioma dall’altro. Appositi pannelli illustrativi saranno posizionati per evidenziare l’elemento fondamentale per la vita sulla terra, che sta diventando una risorsa sempre più preziosa e che deve essere salvaguardata e tutelata.

L’edificio è stato pensato e progettato per ridurre il più possibile l’impatto ambientale, non solo in ambito urbanistico ed architettonico, ma soprattutto rispetto al consumo di risorse rinnovabili per il suo funzionamento. La forma, l’articolazione degli spazi ed il funzionamento della parte impiantistica, all’interno della grande teca di vetro lunga circa 100 metri e alta 18, sono ottimizzati per sfruttare l’apporto dell’energia rinnovabile e gratuita proveniente dal sole. 

L’edificio svolge un ruolo attivo con un’azione positiva di trasformazione dell’ambiente circostante attuata attraverso varie tecnologie che ne riducono l’impatto ambientale:

Recupero delle acque meteoriche in una vasca di 450 mc posta sul tratto che segna il passaggio tra Orto Antico e nuovo ampliamento. La lama d’acqua che si attraversa prima del taglio nella collina costituisce un ricircolo che consente la continua movimentazione ed ossigenazione della riserva idrica.

Integrazione idrica delle acque meteoriche da un pozzo artesiano a quota 284 m che porta acqua di 24 C° costanti che fa vivere le piante acquatiche tropicali tutto l’anno.

Produzione di energia elettrica con pannelli fotovoltaici che alimentano in autonomia le serre in una logica di off grid.

Rivestimento delle superfici opache interne ed esterne con un composto fotocatalittico che consente, attraverso l’azione dei raggi UV, di combinare l’O2 dell’aria con le sostanze nocive tipo C02 NO2. Si ottiene la trasformazione in COx ed NOx con un abbattimento dell’inquinamento atmosferico di circa 200 mc/mq/giorno. La pelle dell’edificio si comporta come una gigantesca foglia di albero.

Le superfici di copertura non trasparenti sono state piantumate con una nuova tecnica di crescita di piante arbustive che si sviluppa in circa 4 cm di spessore. Questo consente di trasformare le coperture in zone di crescita del verde con numerose positive ricadute sull’ambiente. Produzione di O2, abbattimento di CO2 e polveri sottili, disinquinamento dell’aria, comfort visivo, isolamento termico, riduzione dei consumi di energia. Con appositi pannelli si tratterà il tema sempre più di attualità dell’utilizzo delle superfici dei tetti per migliorare l’ambiente urbano.

Tutta la parte impiantistica è stata studiata per ridurre i consumi di energia ed ottimizzare le risorse disponibili attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili provenienti dal sole. L’effetto serra, comunemente valutato come negativo, viene sfruttato per mantenere gli ambienti a temperature ed umidità costanti suddivisi per tipologia di fascia climatica. Ogni ambiente è controllato da sonde impostate sulle esigenze di vita delle piante che attraverso un sistema computerizzato comandano i vari sistemi di gestione climatica.

Il risparmio energetico si attua con l’accumulo e/o dispersione del calore generato dai raggi solari. Durante la stagione estiva l’irraggiamento, opportunamente dosato con l’apertura /chiusura dei tendaggi, produce moti convettivi dell’aria che vengono sfruttati per creare un flusso di vento che, unitamente ad immissioni di umidità, riducono la temperatura percepita in ambiti prestabiliti. Nella fase invernale l’energia solare viene accumulata nella parte massima dell’edificio che la restituisce durante la notte con uno sfasamento prestabilito. Il sistema di controllo automatizzato gestisce su input dettato dalle piante i meccanismi di produzione/movimentazione dell’energia. Le finestrature a vari livelli possono creare/interrompere flussi d’aria prestabiliti all’interno degli ambienti. I tendaggi riparano dal sole estivo o costituiscono un “cappotto” interno quanto la temperature esterna scende eccessivamente nella fase invernale. Quando i raggi non sono sufficienti per mantenere le temperature previste vengono coadiuvati dal riscaldamento per irraggiamento di tutte le superfici pavimentate con eventuali destratificatori e produttori di aria calda nei momenti di calo nelle fasi notturne invernali.

La copertura è composta di cuscini di ETFE che raccolgono il calore del sole con uno spessore di 60 cm di aria e riduce le dispersioni per irraggiamento nelle fasi notturne. Oltre ad isolare termicamente è estremamente leggera (4Kg/mq), con un risparmio sulle strutture, è più trasparente del vetro ai raggi UV, vitali per le piante, ed è autopulente.

Per le vetrate è stato messo a punto un nuovo sistema di fissaggio delle lastre senza profili esterni, senza elementi passanti, conforme a normativa, in grado di sopportare carichi di vento oltre i 400 kg/mq, che consente di ottenere l’effetto visivo di un piano di vetro perfettamente piano lungo 100 metri.

La parte introduttiva ai percorsi espositivi sarà dedicata ad illustrare al grande pubblico cos’è un essere vegetale e quali sono le caratteristiche che lo rendono così diverso dall’uomo ma al tempo stesso così fondamentale per la nostra vita.

Si illustreranno i temi dell’intelligenza vegetale e delle modalità con le quali i vegetali si relazionano con l’ambiente che li circonda attraverso i venti sensi che li rendono più adatti delle specie umane a vivere sul pianeta terra.

Dagli studi di Darwin sino alle più recenti scoperte scientifiche nel campo della comunicazione e della capacità delle piante di relazionarsi tra loro.

Il progetto curatoriale suddivide le circa 1300 specie previste, tra quelle presenti e quelle di nuova acquisizione, in diversi ambiti omogenei per umidità e temperature: i biomi. Sono rappresentate e ricreate le aree tropicali, le subumide, le temperate, le aride e le artiche. 

All’interno degli ambienti la posizione è determinata da criteri di natura fitogeografica con la suddivisione tra America nord/centro/sud, Africa nord/centro/sud e Madagascar, Asia, Europa temperata, Oceania.

Anche il laghetto delle piante acquatiche è suddiviso in America, Africa, Asia.

Si rappresentano aree omogenee con particolare attenzione ad evidenziare l’importanza della biodiversità presente in determinate fasce del globo: ad esempio il clima temperato collocato sul 35 parallelo con meno del 2% di superficie terrestre contiene il 20% della biodiversità nonostante la forte pressione antropica che lo minaccia.

Il percorso didattico-interpretativo delle specie presenti inizia illustrando cosa è un essere vegetale e quali sono le sue caratteristiche che lo rendono così indispensabile per la nostra esistenza come esseri umani. Si tratterà del ruolo svolto dalle piante nell’evoluzione umana, dai primi insediamenti in epoca preistorica sino all’era contemporanea portando all’attenzione del visitatore spunti didattici e reperti conservati in apposite teche climatizzate. 

Inoltre si tratterà del tema dell’intelligenza vegetale per far comprendere al pubblico che le piante non sono “cose che vegetano” ma sono organismi complessi dotati di venti modi diversi di percepire l’ambiente che li circonda (l’uomo ne possiede 5) con il quale interagiscono elaborando strategie, comunicando con i propri simili, avendo cure parentali, etc. le recenti scoperte scientifiche hanno dimostrato ciò che Darwin aveva descritti ed affermato nel 1880 nel testo “The power of movements in plants”: “la punta della radice, agisce come il cervello di un animale inferiore”. Nel percorso espositivo si darà illustrazione dei processi chimico-fisico che avvengono nella radice come nelle cellule cerebrali.

Il percorso la pianta e l’uomo sarà quindi l’illustrazione attraverso pannelli, filmati, exhibit interattivi di come l’intelligenza vegetale e intelligenza umana abbiano svolto un comune percorso di coevoluzione da Lucy sino ai nostri giorni.

Il rapporto uomo-vegetali e soprattutto le modalità di utilizzo delle più svariate specie a disposizione nelle varie latitudini e nei vari climi viene illustrato individuando quattro macro categorie:

- Alimentare

- Medico farmaceutico

- Legname

- Vario

A loro volta le quattro categorie sono suddivise in usi più specifici (17 tipologie complessive) per meglio documentare nel corso della storia umana e nelle varie civiltà quali sono stati gli utilizzi e le reciproche influenze.

Per facilitare la visita le quattro categorie sono individuate da un colore che consente una immediata percezione dell’uso di una determinata pianta.

Il progetto espositivo è orientato ad una logica di edutainment nella quale il visitatore è coinvolto, ed attore partecipe durante il percorso con exhibit interattivi e laboratori didattici.

Le aiuole esterne sono dedicate a temi specifici con coltivazioni compatibili con il clima padovano, quali le piante alimurgiche, i giardini fioriti, le piante aromatiche. Temi di interesse scientifico ma la tempo stesso divulgativo per un pubblico di non addetti ai lavori. I giardini tematici potranno essere trovare implementazione nel tempo in relazione alla tradizione ed alla vocazione di luogo di ricerca universitaria.

Rappresenta il campo nel quale si stanno concentrando le ricerche più avanzate: l’acronimo è la fusione della parola green e della parola internet. Nasce dalla constatazione che ogni apparato radicale è una vera e propria rete internet, dove ogni apice radicale funge da nodo, in grado di rilevare l’ambiente con 20 “sensi” diversi e di comunicare con altri apparti radicali in un gigantesco web botanico che esiste da milioni di anni. Per la data di apertura dovrebbero essere già disponibili le app attraverso le quali un comune smartphone potrà relazionarsi direttamente con le piante e dialogare con esse.

Il sistema computerizzato di controllo, sopra indicato, che dalle piante insediate porta alla movimentazione della macchina architettonica verrà esteso ad un livello più generale di un “orto virtuale” posto nel web. Ciò consentirà di allargare la possibilità di diffusione delle conoscenze botaniche presenti nel “sito reale” e di accompagnare il visitatore prima, durante e dopo la visita con modalità che sono proprie di ogni fase. 

Prima svolgerà funzioni information, con possibilità di acquisto biglietto, scaricare applicazioni, eventuale e-commerce di prodotti specifici quali libri, semi, piante, strumenti, comunque presenti nel book-shop.

Durante la visita il piano virtuale gestirà tutte le informazioni degli apparati interattivi e i sistemi di trasmissioni dei dati che il visitatore potrà vedere/scaricare tramite smartphone o idonei device. Inoltre l’interattività sarà attuata con due strumenti: il cartellino collocato alla base della pianta ed hot spot posti in punti strategici.

Il cartellino nel quale sono indicati nome comune, nome scientifico, luogo di provenienza in due lingue contiene una fascia colorata per consentire una lettura intuitiva di alcune informazioni principali, all’interno della quale è collocato un QR Code. Tale strumento pone il visitatore interessato in grado di approfondire le conoscenze entrando nelle banche dati predisposte, in eventuali link di approfondimento e relazionarsi ad essi. La piattaforma software costituisce una base sulla quale si potrà sviluppare nel tempo un bagaglio di informazione e di conoscenze nel campo botanico, nella quale il visitatore evoluto potrà relazionarsi in open source diventando egli stesso fonte di informazione.

Gli hot spot posti in punti definiti potranno determinare realtà virtuali con le quali si rappresenteranno temi specifici sovrapponibili alla realtà per precisi approfondimenti. I tempi lenti della crescita delle piante possono essere accorciati con slow motion: caso tipico è costituito dalla possibilità di vedere una pianta che cresce, o che fa sbocciare i fiori e successivamente i frutti. Rappresentazioni paleo botaniche di specie estinte, la crescita e perdita del fogliame, etc.

Dopo l’uscita dall’orto il visitatore potrà restare in contatto con la struttura attraverso un applicativo che fornirà informazioni, dati e faciliterà la formazione di una fellowship virtuale. Si ritiene particolarmente importante dare la possibilità di mantenere un contatto nel tempo per ottenere il ritorno del visitatore o l’utilizzo del sito per acquisti in e-commerce di prodotti specifici.

Si tratta di un percorso espositivo richiesto dalle linee guida del bando di concorso, posto come uno dei temi caratterizzanti la nuova struttura. 

Ad oggi c’è un progetto preliminare che attende una definizione operativa rispetto ad una ipotesi di collaborazione con Thales Alenia Space di Torino incentrata sulla rappresentazione di tre ambiti extraterrestri:

La navicella in viaggio nello spazio a “zero G”

Ambientazioni tipo lunari, dove la vita deve trovare spazio nel sottosuolo vista la scarsa gravità, la mancanza di atmosfera e la conseguente presenza di fortissime radiazioni dannose per gli organismi, oltre al pericolo di cadute meteoritiche.

Ambientazioni su pianeti, come p.e. Marte, dove la vita può essere posta a quota zero, vista la presenza di una forma di atmosfera, con una forza di gravità che consente di svolgere lavori e la relativa protezione rispetto alle radiazioni cosmiche.

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绿色智行 | 新型植物园的探索与实践
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