Tempi e localizzazione
L'Area di progetto si trova in una zona ormai centrale della città di Roma, a circa dieci minuti a piedi dalla Basilica Lateranense, densamente edificata con edifici alti circa nove piani risalenti agli anni '50-'60.
Il lotto in questione si presenta intercluso all'interno della maglia edificatoria, presentando perciò tre lati ciechi rivolti verso le corti dei complessi già esistenti, e un solo lato libero verso la strada di via Populonia.
Le dimensioni dell'area, di forma rettangolare sono circa settanta per cinquanta metri
Dall'incrocio tra via Populonia e via Vetulonia sono visibili le mura romane nel tratto, non lontano dalla via Appia Antica, compreso tra porta San Sebastiano e Porta Latina.
I primi lavori sull'area risalgono al 2003, anno in cui dopo scavi preventivi della Sovrintendenza Archeologica è stata vincolata circa un terzo dell'area.
Solo nel 2006 si è potuta perciò avviare la progettazione del complesso, completando i tre gradi di progettazione, preliminare, definitiva ed esecutiva, e relative approvazioni, anche da parte del Comune di Roma che nel frattempo si era dotato di un nuovo strumento urbanistico, il nuovo PRG, nel 2009.
I lavori per pali di fondazione sono dunque iniziati nel 2010 subendo però un ulteriore fermo di circa un anno per ulteriori indagini richieste dalla Sovrintendenza, che hanno portato ad una ulteriore riduzione dell'area ed a una conseguente leggera modifica del progetto.
I lavori sono potuti perciò riprendere realmente solo a settembre 2011, portando al completamento dell'edificio per fine ottobre 2013, un mese prima della Dedicazione del Cardinale avvenuta il 16 novembre 2013, data dopo la quale il complesso, già consegnato al parroco è divenuto completamente operativo.
Tematiche di progetto
Data la ristrettezza dell'area ed i vincoli urbanistici si è subito sentita la necessità di sviluppare la progettazione di tutto il complesso in altezza.
Di conseguenza mentre l'Aula Ecclesiastica e la Cappella Feriale con gli Uffici parrochiali sono a Piano Terra, tutte le altre opere, aule per le attività, salone parrocchiale, aula multifunzionale per gli incontri e la biblioteca sono disposte sulla copertura della Chiesa, opportunamente disegnata come una serie di piazze sovrapposte tra loro collegate con rampe e scale e sempre in contatto visivo diretto tra loro.
Si è ottenuto così il risultato di avere una piccola città nella città, uno spazio privato-semipubblico in cui affacciano direttamente, come su una nuova "linea di terra" tutte le Opere della Chiesa, ed a cui è possibile giungere anche direttamente dalla strada tramite una scala esterna pensata proprio come una scala verticale, con punti di sosta e scorci visivi.
La Casa Canonica, è posta all'ultimo piano, quasi a controllo di tutta l'area, sia per esigenze distributive che anche di sicurezza e privacy dei sacerdoti.
A livello di volumi, il complesso è stato concepito come aggregazione, fusione di due volumi, quello della Chiesa vera e propria e quello delle Opere.
Dunque non due oggetti nettamente separati di cui uno a servizio dell'altro, ma una vera e propria fusione di volumi e funzioni, in cui lo spazio sacro e lo spazio civile si rincorrono e si incontrano continuamente tramite punti di vista e scorci visivi.
Dall'interno delle Opere, tramite un pozzo di luce che attraversa in verticale tutto il complesso, posso vedere l'Altare ed il Battistero della Chiesa, così come passando da una piazza esterna all'altra, attraverso due piccole finestre, posso vedere tutta l'area presbiteriale.
Nello stesso tempo, da alcune finestre o piccoli terrazzi a servizio di singole aule, posso rivedere il sagrato esterno e la facciata della Chiesa.
La progettazione dell'Aula Ecclesiale è partita da un'idea principale, progettare uno spazio sacro che si inserisce all'interno della vita del quartiere San Giovanni.
L'Aula infatti prende luce da una finestra a nastro continua da cui si vedono i cortili interni del quartiere, e da cui è vista, con la volontà appunto di mettere in comunicazione l'Aula con la vita reale del quartiere.
Stesso concetto è stato ripreso anche nel Salone Parrocchiale, spazio limite tra il Sacro ed il Civile, in cui una grande vetrata continua di circa dieci metri per quattro, apre uno spaccato sui cortili interni, sul retro dei palazzi, cucine, balconcini, bagni, camere da letto.
Una vetrata da cui si vede e si è visti.
Ritornando all'Aula questa è concepita come un grande quadrato, circa venti per venti, in cui i pilastri sono nettamente segnati ed in alcuni casi anche liberi nello spazio, proprio per scandire lo spazio e dare tridimensionalità al luogo.
Su questo quadrato si inserisce la Cappella Feriale, in realtà a tutti gli effetti navata laterale della Chiesa.
Il tutto è richiamato sul soffitto dalla grande trave in legno lamellare, ruotata quasi diagonalmente secondo la direzione della già ricordata Cappella Feriale.
In quest'ottica anche il sagrato esterno, punto di incontro tra la il Complesso e il quartiere è concepito come una piazza urbana, che apre la Chiesa verso l'intorno, fungendo inoltre quasi da piazza per la scuola elementare posta sull'altro lato della strada, che al contrario esce con un portone direttamente sul marciapiede.
La cancellata a protezione del sagrato, con il tipico disegno delle cancellate romane, è colorata di rosso, come la parte finale del campanile e gli infissi dell'Aula a sottolineare la presenza della Chiesa. Per motivi urbanistici e di inserimento in un tessuto consolidato, il complesso è molto arretrato rispetto al filo stradale, su cui si attestano invece gli edifici residenziali, ed è molto più basso anche per quel che riguarda il campanile rispetto all'intorno.
A livello di materiali, seguendo la naturale impostazione del progetto e i richiami propri del luogo, si è utilizzato il mattone faccia vista per la Chiesa, con tonalità il più possibile simile alle mura romane che si vedono direttamente dall'incrocio, ed intonaco per le opere.
Per queste ultime è stato scelto un colore sicuramente di rottura rispetto all'intorno un viola-chiaro-rosso, in contrasto con i gialli beige scoloriti dei palazzi intorno, proprio a sottolineare la vitalità dell'organismo.
In finale dunque è un oggetto che si scopre camminandoci dentro, vivendolo, vedendolo ed essendo visti.
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