Lo studio è stato uno dei primi sperimenti progettuali sul tema del rapporto tra Progetto & Planning e in questo senso è impostata con l’atteggiamento tipico del progetto urbanistico che vuole portare a fattibilità i contenuti desunti dai documenti di pianificazione strategica.
Il lavoro si basa, infatti, sulle indicazioni fornite dal Piano Strategico dell’Area Vasta Brindisina, le approfondisce alla scala urbana e sub-urbana, connettendo e integrando una serie di iniziative in esso auspicate e introducendone altre ad esse sinergiche.
A brindisi, le recenti evoluzioni economiche e politiche hanno reso obsolete alcune strutture del porto interno, che nel passato hanno pesantemente condizionato l’immagine della città: strutture militari (come l’arsenale e la cosiddetta Area nafta) e strutture portuali (come i grandi silos). La stessa stazione marittima, importante costruzione razionalista, non ha più ragion d’essere in quanto tale. La sua funzione è ormai prevalentemente limitata a ospitare gli uffici dell’autorità portuale.
E’ sembrato, quindi, opportuno porsi un ambizioso obiettivo: quello di recuperare tutto il porto interno ad uso urbano. In tal senso il progetto, attraverso la messa a sistema di una serie di interventi strategici, trasforma in “Aree Occasione” una serie di luoghi urbani dismessi o dismettibili. L’intero circuito del porto interno, così restituito all’uso urbano, può ospitare attività di rango tali da trasformare il lungomare di Brindisi in un polo attrattore di livello regionale.
Le procedure di implementazione della proposta progettuale fanno riferimento operativo al Programma Integrato di Rigenerazione Urbana della Regione Puglia n. 21/2008.
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