Il progetto, a livello generale, persegue i seguenti obbiettivi
· garantire un elevato livello architettonico dell’edificio anche mediante l’utilizzo di materiali di pregio, tecnologici e di accuratezza di esecuzione delle opere
· massimizzare la flessibilità di impiego dell’edificio e, in particolare la possibilità di destinare parte delle aree a laboratori
· massimizzare la facilità di commercializzazione dell’edificio e delle unità immobiliari costituenti rendendo più agevoli le suddivisioni e le aggregazioni dei lotti minimi
· garantire un elevato livello qualitativo, quantitativo, di flessibilità e di ridondanza di dotazione impiantistica e tecnologica dell’edificio anche in ragione del suo inserimento nell’ambito di un parco scientifico tecnologico; l’edificio sarà progettato e realizzato per conseguire la certificazione energetica in Classe A come prevista dalle vigenti normative nazionali e locali in materia
· contenere tempi di costruzione dell’edificio entro un massimo di mesi 18 anche adottando, ove opportune, soluzioni di industrializzazione
· contenere il costo di costruzione.
La scelta di configurare l’edificio come un semplice volume compatto da un lato garantisce la standardizzazione dei componenti strutturali e di tamponamento e dall’altro ottimizza il comportamento energetico dell’edifico: il risultato è una consistente riduzione dei costi di costruzione e di gestione.
A fronte di questa scelta volumetrica sono state introdotte soluzioni architettoniche e compositive tese alla qualificazione ambientale dell’intervento di cui si illustrano i componenti principali.
Il viale di accesso. L’accessibilità, oltre che dal parcheggio interrato, è prevista dal Muro Rosso attraverso “il Centro delle Professioni” che funge da reception scenografica sia dell’edifico A2/3 che dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. L’occasione ambientale di creare una sorta di viale di accesso (con esplicito riferimento ai filari di pioppi che disegnano i panorami della pianura circostante) è stata colta trattando la facciata vetrata continua del fronte nord–ovest con una sequenza scandita di frangisole che, grazie alla varietà del disegno, organizzano la prospettiva in chiave naturalistica.
La porta di ingresso. L’ottimizzazione del sistema a ballatoi ha richiesto l’organizzazione degli ingressi dai lati corti: e dunque se il viale di accesso di cui sopra, corre parallelo allo sviluppo dell’edifico fino all’Istituto Mario Negri, una grande porta, sempre aperta, disegnata come dislocazione del fronte nord dell’edifico, attrae il visitatore lungo i percorsi sinuosi che disegnano il parco parallelamente al Muro Rosso. La soluzione “porta aperta” è ripetuta in tono più sommesso per l’ingresso secondario dal fronte sud.
Il trattamento delle superfici cieche. Le grandi superfici cieche dei fonti sud, nord e delle centrali in copertura, come i frangisole nord – est sono realizzate con una delicata trama di pannelli (elementi premontati di tubi di alluminio trattato) per realizzare una vibrazione delle superfici all’incidenza della luce sia naturale che artificiale e rendere dinamico al variare delle ore e delle stagioni il compatto volume architettonico.
Lo spazio pubblico. Il fronte sud ovest, vero fronte dell’edificio, realizza un complesso sistema ambientale che qualifica l’intero intervento sia dal punto di vista dell’abitabilità sia dal punto di vista energetico: si tratta di un spazio pubblico a disposizione degli utenti dell’edificio che ai vari piani lo attraversano per accedere ai lotti ma può funzionare come spazio di relazione, di relax, di incontro; un luogo non climatizzato, completamente vetrato verso il tramonto, che attinge energia dall’esterno durante l’inverno e le mezze stagioni e dall’interno (aria di riciclo dei lotti già raffreddata dall’impianto di climatizzazione) durante l’estate per creare un filtro riparato e protetto tra interno ed esterno. Un filare di pioppi cipressina ripropone, in chiave questa volta naturale, la composizione della facciata nord – est. La facciata esterna è in vetro strutturale, quella interna è fortemente inclinata e rivestita in pannelli fonoassorbenti con finitura in legno.
La copertura. E’ prevista piana con un corpo centrale arretrato che ospita le centrali tecnologiche.
L’illuminazione. Naturale o artificiale, costituisce una importante componente del sistema architettonico ambientale sia per la serra a sud – ovest (un luogo illuminato giorno e notte), sia per le superfici murarie rivestite dalla trama in alluminio, sia, infine, per i frangisole che costituiscono la memoria della prospettiva alberata di accesso nord-est.
Il piano interrato. Contiene i parcheggi di pertinenza per gli utenti dell’edificio e da qui si accede, attraverso una galleria di collegamento, alla strada interrata di distribuzione dei parcheggi di tutti gli immobili. E’ proposto aperto senza tamponamenti.
L’analisi dell’orientamento e del sistema delle ombre portate o indotte hanno informato il progetto architettonico che ha colto le opportunità espressive connesse alle esigenze energetiche dell’edifico. Di seguito i principali elementi.
La serra a sud – ovest. Realizza il motore passivo del sistema energetico. Approfondite simulazioni computerizzate hanno confermato l’ipotesi architettonica e per contro hanno suggerito suggestive integrazioni tra sistemi tecnologici e componenti naturalistici: la serra e’ il luogo dell’accumulo energetico nelle stagioni invernale e di mezzo, mentre d’estate necessita di una appropriata ventilazione e schermatura per ridurre in calore indotto dall’irraggiamento solare. La delicata situazione ambientale dell’estate è risolta con successive soluzioni progettuali: ombreggiatura portata dai ballatoi, aperture meccanizzate della vetrata a sud ovest e della copertura di competenza, trattamento della superficie vetrata, recupero dell’aria refrigerata di riciclo dei lotti che sulla serra si affacciano, ombreggiatura con pioppi cipressi piantumati già con altezza adeguata.
La facciata nord est. E’ difesa dall’irraggiamento con i frangisole ortogonali descritti nei punti precedenti: la soluzione energetica ha in questo caso costituito l’occasione architettonica di riferimento.
La facciata sud. Il fronte più esposto all’irraggiamento estivo, oltre al congruo isolamento termico della muratura d’ambito, può contare sull’ombreggiamento indotto dal particolare rivestimento in tubolari di alluminio che costituiscono la pelle “vibrante” dell’edificio.
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