Una casa per caso!
E’ così che si potrebbe sintetizzare il percorso che ha condotto una coppia di viaggiatori, venuti a Trapani dalla Germania, spinti dalla curiosità di venire a conoscere i luoghi raccontati in un libro che avevano letto.Altrettanto casuale è stato l’incontro con noi architetti, ai quali durante una piacevole cena, hanno raccontato di essere interessati all’acquisto di un appartamento nel centro storico di Trapani. Ritornati a Trapani alcuni mesi dopo, per vedere alcune case in vendita, non hanno saputo resistere al fascino esercitato su di loro da un vecchio e malandato appartamento su due livelli, a pochi passi dal porto di Trapani e di fronte alle cupole della chiesa di San Pietro, decidendo così di acquistarlo, consapevoli che ci sarebbe voluta una “visione” da parte nostra e tanta “fiducia” da parte loro. Trasformare una vecchia casa buia e fatta di piccole stanze in sequenza, in una dimora luminosa e con spazi dilatati, ha richiesto un grande impegno progettuale che si è concentrato non solo sulla “forma delle cose” ma anche sullo studio della luce naturale e sulla ricerca e sull’accostamento dei materiali e delle finiture. Partendo dall’idea di recuperare alcuni degli antichi pavimenti decorati in graniglia e di riadattarli alla nuova configurazione degli spazi, si è proceduto alla ricerca formale di una “essenza di sicilianità” che è emersa dall’esaltazione della matericità delle finiture e degli spazi, costantemente incisi dalla luce del sole diretta e diffusa. Se al piano di accesso alla casa, si respira una piacevole e armonica sensazione di lentezza, attraversando gli spazi domestici interconnessi dal “corridoio di luce” che sottolinea delicatamente il colore tenue del pavimento in resina e la grana delle superfici rifinite con la calce, al piano superiore, si sprigiona invece una grande energia derivata dalla convivenza di elementi dalla forte identità. Un passaggio stretto e breve collega la zona living della casa con l’ingresso alla base di un ambiente a doppia altezza, dentro al quale insiste un volume rivestito in legno di betulla contenente uno dei bagni dell’abitazione. La scala rivestita in marmo, ad un tratto si fonde con la betulla e conduce sul tetto del cubo aprendosi al forte riverbero della luce zenitale diffusa all’interno dello spazio, esaltandone i volumi e facendo brillare le policrome cementine che rivestono la zona di meditazione collocata in alto. Da qui, una passerella in vetro trasparente, duplica lo stretto corridoio sottostante e conduce ad una stanza che incornicia la prospettiva delle cinque cupolette della chiesa anticipando l’accesso alla terrazza privata con la vista sui tetti del centro storico.
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