L’intervento mira a integrare all’interno di un unico progetto architettonico e pedagogico nuove tecnologie e spazi acquatici multisensoriali. Questo avviene in un edificio a corte campidanese della fine del XIX secolo dall'alto valore storico ubicato a Quartu Sant’Elena (CA).
Il progetto ha previsto la realizzazione di tre vasche, senza intaccare la struttura originaria del manufatto architettonico, studiate in relazione alle particolari attività ed in funzione degli schemi motori elementari che il bambino è portato a richiamare e accrescere.
Le vasche assumono differenti configurazioni in funzione degli obiettivi di progetto e si distinguono in: una vasca rettangolare, con sezione ad altezza variabile da 0 cm a 120 cm, con flusso dell’acqua variabile in direzione, intensità e temperatura; una di forma geodetica, con profondità bassa e flusso d’acqua areata a pressione variabile; una vasca/percorso di profondità minima trattata con differenti materiali di rivestimento (lisci, ruvidi, scabri), di sollecitazione tattile.
Le vasche, dotate di una saracinesca calpestabile, sono corredate di impianti di filtraggio e riscaldamento dell’acqua. Il “senso dell’acqua” non è l’esclusiva ragione del progetto ma l’elemento unificante che agevola la lettura dello spazio interno e dello spazio esterno, oltre che strumento di apprendimento e stimolo sensoriale.
Le aree dedicate alle attività saranno invece attrezzate con pareti ed elementi interattivi, che dovranno integrarsi nell’esistente ed unire componenti ad alta tecnologia con altri low-tech realizzati con materiali di riciclo o ecocompatibili. Lo spazio è progettato rispetto a specifici caratteri di multisensorialità, flessibilità, interattività, autonomia energetica ed ecocompatibilità ambientale.
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