Dormitorio (Foto storica)
Esterni (Foto storica)
Esterni - Stato di fatto
Esterni - Stato di fatto
Esterni - Stato di fatto
Interni - Stato di fatto
Interni - Stato di fatto
Facciata - Stato di fatto
L’Ex Ospedale Psichiatrico di Rovigo, situato nella frazione di Granzette, nasce nel 1906 con l’esigenza di riunirvi i malati polesani sparsi in 41 Ospedali di tutta Italia. La superficie totale dell’area, comprendente fabbricati, viali, cortili, giardini e colonie agricole, è di 20 ettari, ovvero 200.000 metri quadrati. Dopo anni di attività, e di incremento del numero degli ospiti, nel 1978 l’ospedale giunge al termine della sua operatività: la "Legge Basaglia" porta alla chiusura dei manicomi e la regolamentazione del trattamento sanitario obbligatorio.
Lo studio del complesso ha previsto un'attenta analisi critica dello stato attuale, tenendo in considerazione i cambiamenti avvenuti nel corso degli anni. Dal punto di vista urbano il complesso è sorto in un’area limitrofa al centro abitato di Rovigo, ad un fiume e a delle vie di comunicazione molto importanti per l'area polesana. Attualmente l'ospedale, inutilizzato e in evidente stato di abbandono, risulta isolato diventando un centro chiuso. Lo studio ha previsto un'accurata analisi delle aree verdi presenti, valutandone il ruolo terapeutico e propriamente lavorativo di quel tempo. Erano infatti presenti piccole colonie agricole gestite dai pazienti del centro manicomiale. Nel dettaglio è stato preso in considerazione il padiglione 5, edificio allora destinato agli uomini considerati tranquilli. Dal punto di vista architettonico nel corso degli anni la pianta dell’edificio si è evoluta in base alle necessità: sono stati aggiunti volumi destinati ai servizi igienici, che hanno alterato la simmetria della struttura.
Dallo studio del complesso si sono delineate le idee progettuali, tenendo in considerazione lo stato di fatto e senza dimenticare ciò che è stato in passato. L'idea di progetto vuole ripristinare la
che il complesso aveva in passato, avendo come obiettivo la necessità di creare un luogo aperto effettivamente in relazione con ciò che lo circonda. Il centro in questione accoglierà persone con
. Vi saranno padiglioni dedicati al soggiorno di coloro che non hanno la possibilità di permanenza nel nucleo famigliare, oltre che padiglioni dedicati ad attività differenziate di animazione, educazione-formazione ed occupazionalità. Grande importanza è stata data anche agli
, creando percorsi immersi in aiuole di fiori e vasche d’acqua, facendo leva in particolare sulla funzione terapeutica del paesaggio legata per lo più a suggestioni emozionali, psicologiche e sensoriali. Nel dettaglio, il padiglione 5 sarà destinato ai laboratori per la produzione e assemblaggio di piccoli manufatti artistici. Per fare questo si è deciso di ristabilire la simmetria dell’edificio, dividendolo anche idealmente in due aree: zona lavoro e zona riposo. Entrambe troveranno dialogo nello spazio comune del giardino sul retro, continuando ad assumere valore terapeutico. La memoria storica del padiglione sarà affidata al camminamento in legno attorno all’edificio, che riporterà i nomi di alcuni pazienti che erano presenti nel periodo di piena attività del complesso.
Year 2015
Status Research/Thesis
Type Parks, Public Gardens / multi-purpose civic centres / Social Housing / Business Centers / Hospitals, private clinics / Nursing homes, rehabilitation centres / Recovery/Restoration of Historic Buildings / Building Recovery and Renewal
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