La nuova scuola di Ottava nasce per emersione dal rosso terreno andando a incastonarsi tra le chiome dell’uliveto, dove l’Amministrazione ha deciso di insediare il nuovo edificio scolastico. Questa si insinua tra le ombre dei maestosi uliveti incastonandosi, con una precisione millimetrica, nello spazio residuale lasciato libero dai loro rami torti. La sua maglia regolare, precisa, ippodamea, in cui ben si evincono i pieni e i vuoti, suggerisce per contrasto un approccio insediativo giocoso e fluido, poroso, un “giocare a nascondino” tra gli alberi. Come un magma viscoso il nuovo volume si insinua, ingloba, sfiora, circonda gli ulivi che diventano così i punti cardinali di un nuovo modello di scuola.
Così il nuovo istituto comprensivo si presenta alla comunità di cui fa parte come susseguirsi fluido di linee mistilinee: le linee rette infondono sicurezza e orientamento, quelle curve vita e fluidità. Questo sapiente equilibrio di forme risulta fondamentale soprattutto in una scuola dove i bambini in tenera età hanno bisogno di un ambiente caldo ed avvolgente in cui inserirsi ed essere accolti; per questo lo spazio si configura in maniera né rigida né spigolosa, ma al contrario come spazio morbido e curvo capace di simulare l’abbraccio materno.
Gli alberi di ulivi scandiscono lo spazio e generano la nuova maglia strutturale e insediativa diventando inconsapevolmente “modulor” del nuovo spazio scolastico. Questi sono “accolti” nella scuola all’interno di corti aperte, quasi a porsi come elementi distintivi dello spazio.
La flessibilità degli arredi e la polifunzionalità degli ambienti permette di aumentare il tempo di utilizzo della scuola grazie alla possibilità di riconfigurazione e compartimentazione degli spazi finalizzata allo svolgimento di attività diverse extrascolastiche.
La forma si impone sul territorio per ricordare l’innovazione e l’accoglienza, perché la scuola deve essere uno spazio non separato dal contesto sociale dove si trova. Un edificio perfettamente integrato con il territorio circostante dove le grandi vetrate e gli accessi diffusi su tutto il perimetro permettono una relazione costante con la natura e il paesaggio circostante.
Lo spazio della didattica si declina nel tempo, nel trascorrere della giornata. La scuola accoglie al suo interno attività e funzioni di quartiere configurandosi come un vero e proprio dispositivo e laboratorio urbano per i cittadini. Terminate le ore scolastiche l’edificio continua la sua vita sia all’interno che all’esterno della struttura.
Il progetto si pone in linea con l’attuale dibattito sulle scuole del terzo millennio proponendo un modello educativo scolastico 1+4 ovvero spazi educativi in cui i momenti formali e informali si contaminano e si correlano nell’intento di costruire un unico ambiente integrato declinato in luoghi complementari e in grado di accogliere le diverse dimensioni della vita scolastica.
L’obiettivo è quello di garantire ambienti di apprendimento diversificati, funzionali ed efficienti per una moderna didattica in grado di sfruttare le potenzialità delle tecnologie digitali e al tempo stesso in grado di assicurare livelli di benessere e comfort eguali ai caldi ambienti domestici.
I vari ambienti, disposti “a pettine” lungo due dorsali principali, sono intervallati da corti aperte o semi aperte capaci di ricreare degli spazi esterni raccolti e “a dimensione di bambino”. Queste corti, in continuità visiva e direttamente accessibili sia dagli spazi aula che dagli spazi connettivi, si identificano come luoghi dello studio e dell’approfondimento, laboratori didattici con l’obiettivo della riscoperta delle coltivazioni autoctone e biologiche, la biodiversità, la sperimentazione diretta per integrare sapere e saper fare. Con l’orto didattico gli alunni vivono un momento di apprendistato dalla natura, scandito dai cicli naturali di semina, crescita e raccolta.
Non sono solo le corti a definire gli spazi aperti e di apprendimento esterno. Tutto l’oliveto storico si trasforma in ‘parco-giardino sensoriale-sportivo’, aperto anche alla città nelle ore extrascolastiche.
L’edificio diventa esso stesso esempio di un nuovo modello di stili di vita. E per diventarlo è necessario che esso non solo sia costruito con materiali ecocompatibili e che produca la minor quantità di Co2 nel corso degli anni, ma che soprattutto l’impatto che avrà sul territorio sia il più “sostenibile” possibile. Si è deciso di impiegare materiali semplici quali canapa, vetro, legno, cemento e acciaio e che questi provengano il più possibile da realtà locali vicine al futuro cantiere in modo da ridurre l’impatto ambientale non solo di produzione di questi ma anche del loro trasporto che incide enormemente sull’equilibrio ambientale (Km0). La struttura prevede pertanto l’uso di materiali naturali o riciclati a basso impatto ambientale.
La nuova scuola richiede spazi modulari e polifunzionali, facilmente configurabili e in grado di rispondere a contesti educativi sempre diversi. Uno spazio fluido. Non più ambienti distinti per obiettivi e finalità didattiche. Osare e scardinare spazio e tempo, osare ed ampliare lo spazio dello stare, osare e conformarsi alla fluidità dei processi comunicativi innescati dalle ICT, osare e scardinare la rigidità, lo standardizzato, la dimensione temporale dell’aula, osare e abbracciare una didattica innovativa, di condivisione, di sguardi e di spazi, in cui gli ambienti diventano interscambiabili, illimitati. La flessibilità degli arredi e la polifunzionalità degli ambienti permette di aumentare il tempo di utilizzo grazie alla possibilità di riconfigurazione finalizzata allo svolgimento di attività diverse.
Year 2018
Main structure Wood
Client Comune di Sassari
Cost 1.913.542,13
Status Competition works
Type Parks, Public Gardens / Schools/Institutes
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