Un’antica “Robba” ridotta a rudere . Abbiamo guardato dove si “è cessato di guardare” ed ora…. “Ora è la volta delle stanze, dei luoghi che non esistono, quelli che vengono su ad istanti, di sbiego, e sono sempre dove si è cessato di guardare o non si guarda ancora proiezioni e riflessi in un prolungamento dello spazio vengono fuggevoli a galla nei sogni del sonno o in quelli che scorrono incessanti in noi e solo a momenti sentiamo…”. Il paesaggio collinare dell’interno della Sicilia, su cui si apre la collina dove è impiantata la preesistenza, è stato risparmiato dall’intensa attività insediativa che spesso ne ha compromesso le peculiarità, e costituisce un “residuo” incontaminato e di particolare interesse. Il nuovo fabbricato recupera le tracce d’impianto della vecchia costruzione rurale , con lo scopo di riattivare il senso del luogo , e si propone di costituire una presenza contemporanea, innervata dalle tracce culturali della ruralità storica, da essa resa leggibile e trasmissibile nel tempo. La tipologia ripropone una “corte aperta” lungo il lato di Sud-Est, così com’era il fabbricato esistente fino agli anni ’30 del secolo scorso. In questo lato, che è il più pregnante dal punto di vista del rapporto col paesaggio, si è segnato il limite, con un camminamento rialzato che, nell’ordine basso, forma degli ampi quadri visivi. Il camminamento è la parte elevata di una percorrenza che dal piano terra si dipana e si avvolge (s’aggomitola dice Piccolo) lungo i lati della corte e sale nell’ordine superiore ad affacciarsi sulle colline e sui paesi di Bompensiere e Montedoro. Per poi condurre ad un tetto terrazza, piccola piattaforma tra terra e cielo, dove su un sasso ci si potrà acquietare nel silenzio e nella contemplazione…”in questa fuga dal mondo illusorio/ch’eludere vuole lo spazio/in alto, in alto s’è disciolto un nodo/di limpidi astri che teneva ascoso/il nuvolame, e splende e oscilla: una dolce lampada di riposo/brucia ancora per noi sul promontorio?“ (I brani virgolettati sono tratti da Gioco a Nascondere, di Lucio Piccolo
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