Il tema del confine nella disciplina architettonica ed urbana viene affrontato ormai da decenni su diverse scale (edificio, città e paesaggio), si tratta di un tema ricco ed eterogeneo per interpretazioni e scenari. Spesso la parola confine viene associata al concetto di periferia, portando con esso quel connotato negativo che ne evidenzia gli aspetti di lontananza, abbandono, chiusura, contrasto. Da ormai molti anni è in atto un cambiamento globale che sta aumentando l’urbanizzazione: molte città hanno la necessità di espandersi velocemente per accogliere nuovi abitanti e questo fenomeno è ovviamente causa di problematiche sotto molteplici aspetti ed è ciò che sta accadendo anche alla cittadina australiana di Brisbane.
Un studio sulla crisi dell’abitazione vernacolare del Queensland, (lo stato di cui Brisbane è la capitale) è stato il primo indizio che ha fatto nascere questa tesi. Questi sono i due elementi da cui è partita l’ articolata linea di ricerca che ha accompagnato questa ricerca, l’elemento cardine che tiene legate tutte le tematiche affrontate è quello di voler comprendere come l’architettura e l’urbanistica contemporanea stiano procedendo nel rispondere ad un quesito come quello del rapporto tra città in espansione e rapporto con il confine in un ottica sostenibile.
Per affrontare un tema così attuale, ampio e dibattuto è stato fondamentale concentrarci su un esempio d’impatto, su una città che stesse vivendo una forte crescita, estremamente coinvolta nel dover affrontare migrazioni internazionali e tutte le conseguenze morfologiche e sociali che derivano dalla globalizzazione. Allo stesso tempo, probabilmente grazie alla nostra formazione, ricevuta in Europa, ed ancora di più in quanto studenti d’architettura italiani, ritenevamo importante trovare un luogo in espansione con un’ identità nazionale forte per comprendere anche le implicazioni socio-culturali di questi cambiamenti urbani. La città che rispondeva a tutti i nostri requisiti è la capitale del Queensland (Australia), Brisbane. Come affermano gli studi del gruppo di John Lang LaSalle pubblicati nel documento “A New World of Cities: Redefining the Real Estate Investment Map” questa soleggiata cittadina si trova al primo posto nel ranking mondiale delle città in forte crescita tra il 2012 ed il 2020.
Per quanto riguarda l’aspetto identitario, basti pensare che il Queensland possiede una tipologia abitativa chiamata “queenslander” nata in seguito alle trasformazioni architettoniche della casa inglese tipica dell’ ‘800 e trasformata dai coloni per adattare la propria dimora alle nuove condizioni imposte dal territorio. Attualmente i pochi segni autentici dell’identità del Queensland rimangono prevalentemente confinati nelle zone esterne della città, esattamente dove la richiesta di residenzialità aumenta esponenzialmente e ci si scontra con i pochi resti degli originariamente vastissimi boschi di eucalipto, ormai protetti ed a rischio di estinzione. Se mancherà l’impegno morale e progettuale per salvaguardare l’habitat permettendo una coesistenza pacifica tra cittadini e natura si andrà incontro a delle conseguenze gravose sia per l’ambiente che per l’identità del luogo. Per questo motivo l’obbiettivo della nostra tesi è quello di dare una personale interpretazione a quella che potrebbe essere una soluzione per venire incontro alle nuove necessità di un quartiere al confine tra città e natura. In questo luogo abbiamo cercato di fondere queste due forze, facendole convivere in un’architettura-paesaggio, in uno spazio d’incontro non solo per il sociale ma anche per un’emergenza ambientale che ha bisogno di interventi forti.
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