Il mercato del pesce nasce nel 1930 come adattamento di un capannone esistente ad ufficio vendita del consorzio fascista peschereccio campano per un progetto dell’architetto Pasquale Marinari. Il locale, non molto ampio e di forma rettangolare, venne diviso in tre ambienti: sala vendita, sala di smistamento e direzione. Il disegno del prospetto sulla strada rappresenta un edificio di gusto classicheggiante, caratterizzato da una superficie bugnata che copre quasi interamente la facciata, racchiusa tra il basamento liscio ed il cornicione con al centro incisa l’insegna del consorzio. La composizione viene interrotta verticalmente dalla presenza di paraste che ritmano i quattro ingressi incentrati intorno al simbolo della rivoluzione fascista che costituisce un’asse ideale di simmetria.
Tra il 1936 e il 1937 sono state fatte le prime aggiunte realizzando i locali retrostanti al piano terra, due corpi in muratura che ospitavano la direzione ed il servizio di cassa. Nell’agosto del 1937 fu firmata una nuova convenzione ventennale tra Comune e Consorzio che nel frattempo aveva cambiato il suo nome in “Consorzio fascista peschereccio del Tirreno”. I nuovi spazi sono stati realizzati su suolo comunale, a differenza della preesistenza, realizzata sull’arenile, di competenza demaniale. Nel 1939 però, in base alle nuove leggi, il Comune si sostituì al Consorzio nella gestione dell’impianto. Attualmente l’alterco tra Comune e Demanio è ancora acceso anche se il proprietario effettivo risulta essere il Comune di Salerno. Per le accresciute esigenze del commercio, nel 1961, il capannone voltato che sorgeva sul fronte ovest viene riadattato per essere utilizzato come locale aggiuntivo al mercato del pesce.
Terminato il periodo fascista, la facciata della struttura, di proprietà comunale, viene modificata, Le prime informazioni riguardo il nuovo aspetto della facciata si hanno a partire dal 1963, anno in cui viene rinnovato l’intonaco facendolo liscio a regolo, previo rinzaffo di malta comune ed arriccio di malta fine, di spessore complessivo di due centimetri. A partire dagli anni 90, l’intonaco viene coperto da una tinteggiatura con pittura lavabile opaca di resina sintetica acrilica. In seguito, sono state fatte delle aggiunte realizzando i locali al piano rialzato per assolvere alle funzioni sempre più diverse e crescenti della vendita fino a quando la struttura è stata dismessa per la realizzazione di un nuovo mercato ittico, situato nella zona industriale.
Successivamente la struttura ha subito degli interventi di miglioramento strutturale, è stata riadattata e data in gestione ad enti privati come associazioni o officine di rivendita. Ad oggi la struttura, ancora gestita dal comune, non ha nessuna destinazione d’uso e verte in uno stato di degrado avanzato dovuto principalmente alla risalita capillare e al dilavamento delle acque lungo il terrapieno ma anche alla negligenza degli enti gestori.
Il mercato del pesce di Salerno è stato soggetto nel corso del ‘900 a diversi interventi finalizzati al riadattamento della struttura e alla manutenzione delle forme di degrado che si presentava a causa della grossa quantità di acqua presente nel sottosuolo data la vicinanza al golfo, utile per la funzione che doveva svolgere lo stabile. Le opere manutentive, poco efficaci per la risoluzione dei problemi che portavano a repentini deterioramenti dei materiali costruttivi e ornamentali, non sono state costanti nel tempo andando ad essere quasi inesistenti nell’ultimo decennio. In seguito a tali eventi, sono presenti accentuati fenomeni di degrado sia sul prospetto principale (quello aggettante su via Ligea) sia per quanto riguarda il soffitto interno, entrambi di grande interesse storico e\o costruttivo.
Nei successivi paragrafi verranno descritti i degradi riguardanti entrambi gli elementi e i conseguenti interventi volti al consolidamento di essi.
La configurazione originaria del prospetto realizzato con muratura in tufo in conci squadrati con tessiture isodome, era volta a permettere un rapido allontanamento delle acque di infiltrazione provenienti dal sottosuolo. Osservando la conformazione attuale del muro sono visibili marcati rigonfiamenti che evidenziano come la capacità drenanti dello stesso non siano più garantite. Tale evento ha provocato e provoca continuamente la caduta di parti dell’intonaco (sicuramente meno traspirante di quello originale, sostituito con uno cementizio e con poco carattere storico). Quindi, le prime forme di degrado che si possono osservare sono il rigonfiamento e il conseguente distacco di parti intonacali e la presenza di erosione con la caduta più consistente di materiale, tutto ciò è dovuto dall’umidità di risalita.
Altra causa di degrado è l’infiltrazione dall’alto verso il baso, dovuta ad una mal protezione degli elementi dall’acqua meteorica. Le conseguenze che essa ha sulla parete sono le stesse della parte bassa. Infatti, le forme di degrado non variano drasticamente, con la differenza che, essendo più esposte, le forme di degrado sono più avanzate: tra cui lacune e mancanze di piccole porzioni di materiale costruttivo, presenza di vegetazione infestante che porta ad una prima compressione del materiale lapideo con la formazione di fratturazioni, che facilitano la penetrazione delle acque, e poi distacco del materiale con erosione di esso.
Ultimo, ma non meno invasivo, è il degrado antropico dato dall’istallazione di condotte idriche e impianti elettrici che va a deturpare la configurazione architettonica e il valore dell’intero sistema costruttivo, con conseguente deposito di materiale polveroso su di essi e sull’area circostante con una successiva alterazione cromatica di essa. Altri elementi di cui tener conto (sempre facenti parti dello stesso degrado) sono le insegne affisse in maniera casuale sulla facciata.
Per quanto riguarda la maggior parte del prospetto si interverrà con la rimozione dell’intonaco, data la poca o assente valenza tecnologica e storica, con il successivo rifacimento dell’intonacatura nelle sole parti degradate.
L’unica parte che verrà restaurata e quindi trattata sarà la parte superiore, con precisione la parte costituente l’incisione originaria del mercato e gli interventi saranno i seguenti:
iniezioni di resine incollanti per le parti caratterizzate dal rigonfiamento;
pulitura tramite utilizzo di frese, protezione dei materiali lapidei tramite resine acriliche per i distacchi;
risanamento dall’umidità, estrazione dei sali solubili con impacchi di polpa di carta e acqua deionizzata, consolidamento con imbibizione di una soluzione di fluoro silicato di magnesio in acqua per le parti erose;
pulitura con polpa di carte e acqua deionizzata per i depositi superficiali;
integrazioni con materiali affini a quelli esistenti per le lacune;
eliminazione degli elementi di degrado antropico.
Originariamente, il solaio era realizzato con voltine in mattoni forati in costa (volta reale). Questi solai erano utilizzati per coprire ambienti di varia ampiezza. I ferri (poutrelles) sono distanti 1,50 m da centro a centro, le voltine hanno lo spessore di 0,11 m in mattoni forati e l’intradosso è riempito di intonaco fino a perfetto spianamento.
A causa del degrado dovuto alle infiltrazioni di acqua, negli anni successivi la realizzazione, il solaio ha subito dei danni. Tra il 1936 e il 1951, sono state fatte delle integrazioni. Una parte del solaio è stata rimossa, sostituendo le voltine con un solaio in tavelloni, modificando l’interasse tra le putrelle andando quindi a stravolgere l’assetto statico originale.
L'umidità è un fenomeno assolutamente imparziale che aggredisce tutti gli edifici e li danneggia non solo in modo visibile ma anche invisibile; la sua lenta opera erosiva non si ferma alle macchie e allo sfaldamento degli intonaci ma arriva a colpire la struttura stessa del materiale. In questo caso parliamo di umidità da infiltrazione dovuta alla fatiscenza del manto impermeabile della copertura.
La struttura ha già subito interventi di consolidamento a causa dell’umidità, come testimoniano gli atti catastali.
Un’ accurata indagine visiva, ha permesso di individuare la presenza di acqua nelle strutture e di identificare, quindi i fenomeni di alterazione e degrado: erosione del ferro, fessurazione di mattoni forati, rigonfiamenti ed esfoliazione degli intonaci.
Il solaio in voltine e putrelle sarà conservato e valorizzato, lasciando a vista parte di esso in modo da mostrare le diverse tecniche costruttive che hanno caratterizzato la storia dell’edificio. L’intonaco esfoliato, non avendo alcuna valenza storica o artistica, sarà sostituito da un intonaco macroporoso per prevenire nuove forme di degrado causate dall’umidità.
Ci sarà, dunque, una prima fase di pulitura della superficie all’intradosso, tramite piccole frese e mole. Si passerà poi alla pulitura con microsabbiatura per manufatti metallici delle travi in acciaio che appaiono, ormai, completamente ossidate, compromettendo la stabilità del solaio. Si procede con la disidratazione con acetone puro o con getti di aria calda deumidificata per assicurarsi che il metallo contenga la minima quantità di acqua possibile che può portare alla ripresa di fenomeni corrosivi. Si prevede infine una manutenzione con trattamento anticorrosivo e isolamento delle superfici esposte con film protettivi sovrapposti.
I mattoni rotti saranno sostituiti uno alla volta, tipo cuci e scuci, e protetti e impregnati con le resine acriliche.
Per quanto riguarda il solaio in latero cemento, l’infiltrazione d’acqua ha portato allo sfondellamento delle pignatte. Considerata la poca valenza storica, artistica e scientifica del solaio, si provvederà alla demolizione di quest’ultimo e al suo rifacimento secondo le tecniche moderne.
Si provvederà infine al rifacimento della copertura tramite manti continui che assicurano la tenuta all’acqua indipendentemente dalla pendenza della superficie di copertura. La leggera pendenza della falda è volta a drenare l’acqua verso linee e punti di drenaggio opportunamente collocati lungo il perimetro dell’edificio. Lo strato di tenuta continuo è realizzato da manti multipli costituiti da un’alternanza di spalmature di materiale bituminoso e armatura continua. I materiali impermeabilizzanti devono essere protetti dall’azione degradante degli agenti atmosferici tramite una protezione leggera di verniciatura.
La fabbrica si trova in una posizione decentrata dal centro storico. Via Ligea, infatti, è la parte più estrema della città che termina con il porto commerciale e i vari diradamenti autostradali. Nonostante la posizione periferica, l’area ha buoni collegamenti con il centro urbano. Proprio sul marciapiede antistante il Mercato, si trova il capolinea degli autobus. Inoltre di fronte è presente un ampio parcheggio di gestione comunale che può contenere i flussi di una prevedibile rivalutazione della zona. Da questa posizione dunque è facile raggiungere tutti i punti d’interesse della città di Salerno: procedendo da un lato si possono raggiungere le autostrade e il porto commerciale, dall’altro si arriva subito alla nuova stazione marittima, al porto turistico e al lungomare.
L’edificio rilevato ha gravi problemi in tema di barriere architettoniche. Non ha infatti un marciapiede continuo, collegato con gli altri percorsi pedonali relative agli altri edifici e in prossimità di questi salti non vi è lo spazio per realizzare le rampe con la corretta inclinazione. Nonostante questo collegamento sia difficile, si può accedere al marciapiede relativo al mercato tramite un attraversamento pedonale che termina con un rampa in posizione centrale.
La nuova destinazione d’uso prevede la realizzazione di uno spazio espositivo con l’ex sala vendite trasformata in sala espositiva che cambia il suo assetto organizzativo a seconda dell’evento previsto. Un’ altra sala, per eventuali proiezioni o installazioni d’arte multimediali, è realizzata dove prima vi erano i gradoni sui quali venivano esposti i prodotti da vendere, ora ripensati come sedute. Quello che originariamente era il locale di accesso principale al Mercato, diventa ora un locale privato, destinato ai soli gestori nel quale vi è un piccolo punto ristoro che comunica con la sala espositiva attraverso un bancone.
Il progetto prevede di abbassare il livello della pavimentazione per agevolare l’accesso, andando a risolvere problematiche legate alle barriere architettoniche. La pavimentazione rilevata, infatti, presentava un salto di quota di circa 30 cm tra il marciapiede e sala interna, difficile da superare con rampe realizzate correttamente. E’ possibile prevedere l‘eliminazione del pavimento perché non ha una valenza storica o estetica, in quanto non originale. Un altro intervento prevede l’eliminazione delle due superfetazioni sul terrazzo che deturpano l’aspetto estetico della fabbrica, invadendo anche il prospetto. Tutti gli altri interventi previsti riguardano il consolidamento statico della struttura quindi il miglioramento dell’efficienza e l’adattamento alle nuovi funzioni scelte.
Progetto del Corso di Restauro Architettonico
Università degli studi di Salerno
a.a. 2018/2019
Francesco Aufiero
Ernesta De Vito
Achille Marciano
Michela Rega
Nicola Sica
Year 2019
Status Unrealised proposals
Type Waterfront / Neighbourhoods/settlements/residential parcelling / Restoration of old town centres / Adaptive reuse of industrial sites / Factories / Industrial facilities / Multi-purpose Cultural Centres / Theatres / Concert Halls / Libraries / Cinemas / Bars/Cafés / Art Galleries / Urban Renewal / Monuments / Book shops / Recovery/Restoration of Historic Buildings / Restoration of Works of Art / Restoration of façades / Structural Consolidation / Recovery of industrial buildings / Building Recovery and Renewal
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