“Heavy Metal” si avvale dell'universo digitale per creare suggestione nel visitatore e al contempo spiegare con semplicità una storia complessa come quella del rame. Tra i contributi multimediali più significativi spiccano le proiezioni dinamiche su superfici estese, la più grande – collocata nella sala principale – sfiora i 10 metri di lunghezza. A questa si affianca una proiezione minore, posta nella seconda sala, che per colori e stile comunicativo crea un collegamento tra le due aree espositive. Così, doc tratta due temi centrali della mostra con immediatezza e appeal: la simbologia associata alle disuguaglianze sociali legate all'avvento del rame e la diffusione di questo metallo nei millenni, dall'Anatolia all'Europa Centrale.
Assolutamente da non perdere l'area Backstage. Qui il visitatore può calarsi nei panni dell'archeologo grazie a cassetti a scomparsa, tutor multilingue, interruttori e nozioni strutturate su più livelli, il tutto collocato su un imponente wall total white. Sperimentare in prima persona discipline e tecniche sulla datazione del rame come tipologia, archeometallurgia e anche il metodo del carbonio 14 diventa un gioco che appassiona. A fare da reperto star di questa sezione della mostra l'ascia in rame di Ötzi, la mummia più nota dell'età del rame simbolo dello stesso Museo Archeologico.
Anche la luce gioca un ruolo di primo piano. Nel percorso espositivo il pubblico è accolto dalla scritta infuocata Heavy Metal a ricordare che il rame è un metallo caldo, malleabile grazie al fuoco. Attraverso la scalinata di accesso il visitatore è circondato da oltre 400 luci a led che costellano il percorso ascensionale interamente color rame. Tutto brilla come se ci trovassimo all'interno del metallo. Oltre al bagliore del rame, le cromie caratterizzanti la mostra vanno dal nero del pavimento e delle teche contenenti i reperti al bianco delle superfici ospitanti titoli e testi tipografici, a cui si aggiungono i colori tipici dell'iridescenza derivante dalla lavorazione del rame. Il tutto in un design che punta alla semplicità e alla linearità. Il progetto realizzato da doc per Heavy Metal ha coinvolto concetto espositivo, architettura, testi, grafica, animazioni video, installazioni, studio del logo e della comunicazione della mostra. Con una durata di 2 anni, Heavy Metal chiuderà nel 2018. La mostra temporanea è parte di una realtà d'eccellenza del patrimonio culturale altoatesino, il Museo Archeologico dell'Alto Adige visitato da oltre 4 milioni di persone provenienti da ogni parte del mondo.
Luogo: Museo Archeologico dell'Alto Adige
GT
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