Il Parco San Vincenzo è posto nella parte alta dell'abitato, all'estremità superiore di un sistema di orti terrazzati lungo il rio che storicamente divideva l'abitato in due nuclei distinti. Appena un ettaro di superficie prevalentemente boscata, ormai quasi interamente riassorbita all’interno del tessuto urbano. Una sorta di cuneo verde tra il nucleo storico e il quartiere omonimo, di recente realizzazione. Questa articolata terrazza panoramica ricoperta da un fitto manto di pini e segnata da affioramenti di granito e porfido rosso versava fino a pochi anni fa in stato di abbandono e degrado. Il progetto individua nel recupero di quest'area la possibilità di creare una connessione tra il nucleo storico e il nuovo quartiere, nella prospettiva a lungo termine di creare un parco urbano lineare lungo il compluvio del rio.
Un sistema di percorsi attraversa il parco e collega le due parti principali: il belvedere (nella parte alta) e il sagrato (nella parte bassa). Accedendo da monte il percorso è traguardato da un piccolo manufatto, il belvedere, posto sul bordo di uno strapiombo roccioso. Si configura come una piastra rivestita di granito e delimitata da sedute, con una pensilina che funge da ombreggio e inquadra l'ampio paesaggio. Una cordonata, formata da piastre in c.a. appoggiate in sovrapposizione, permette di scendere verso la piccola chiesa di San Vincenzo Ferrer, al bordo di un ampio terrazzamento, anch'esso rivolto al paesaggio.
Il progetto riqualifica la facciata della chiesa e si concentra sulla costruzione del sagrato, una superficie rettangolare in cls rivestito di granito disposta ortogonalmente all'asse della chiesa, che permette di creare una mediazione tra le piccole dimensioni della chiesa e l'ampiezza dello spazio in cui è inserita. A un'estremità la superficie del sagrato risvolta sulla verticale formando una quinta alta due metri che allontana la vista e i suoni della strada che lambisce il parco. All'estremo opposto il risvolto è basso e funge da seduta con lo sfondo di una cresta di porfido rosso. Si ottiene un dispositivo che mette in scena la facciata della chiesa fiancheggiata da un grosso masso cubico di granito e da una roverella. L'area è delimitata a valle da un recinto in blocchi di granito (che riprende la vecchia recinzione) interrotto da un'ampia scalinata a cuneo, anch'essa in granito.
L'uso del c.a. facciavista accoppiato al granito vuole ribadire il tema del dualismo natura-artificio che è un po' il genius loci. Il carattere del luogo che noi oggi apprezziamo deriva infatti dall'impianto negli anni '50 del manto di pini (l'artificio) sull'articolata orografia segnata dagli affioramenti rocciosi di porfido e granito (la natura).
Status Completed works
Type Parks, Public Gardens / Public Squares / Urban Furniture / Churches / Urban Renewal / Recovery/Restoration of Historic Buildings / Building Recovery and Renewal
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