La Chiesa si eleva all’interno di un ampio spazio verde, alquanto discosto da un borgo piccolo ma di lunga tradizione storica. Il modesto borgo, a sua volta, è attorniato da ampi e aperti spazi coltivati, in un armoniosa composizione. L’osservatore della strada del borgo la scorge alquanto romita stagliarsi sulla non lontana teoria dei Colli Euganei, individuabili uno ad uno nella loro successione. Un edificio che dal 1524, anno della sua costruzione, ha vissuto per qualche secolo un ruolo importante, per poi subire un progressivo declino, fino all abbandono degli ultimi decenni. Nello spazio antistante la chieserra solo alcuni selcioni superstiti si trovano sparsi, ma non in modo da suggerire almeno una ipotesi sulla iriginaria disposizione. La costruzione di un sagrato pone alcuni interrogativi; in particolare, come non turbare con un intervento l’atmosfera solitaria e l’ambiente naturalistico, come piuttosto esaltarne il contesto. L’idea di ribaltare la facciata(un quadrato di 8 metri di lato), escludendo il frontone ornamentale semicircolare sovrapposto, in un sagrato antistante l’edificio, può soddisfare sia la necessità di rispettare l’armoniosa ed elegante composizione architettonica, sia l esigenza di creare uno spazio propedeutico all’ingresso con i selicioni recuperati assieme ad altri della medesima pietra degli Euganei, e la facciata della chiesetta costituirebbero le due facce di cubo. Il previsto percorso di accesso si snoda correndo lungo un lato del perimetro esterno dello spazio aprto, fino a giungere di fronte al monumento. Al fine di creare un raccordo tra il piccolo sagrato e il tracciato del percorso esterno, è stato previsto un secondo soazio delle stesse dimensioni, una vasca contenente un velo d’acqua superficiale che richiama idealmenre l’acqua non visibile, celata nella profondità del pozzo che segna l’inizio del percorso pedonale; l’acqua è attraversata da un percorso che introduce nel sagrato realizzato con una gradualità di meteriali lapidei, selce ed istria.
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