Un corso d’acqua di risorgiva, un filare di carpini, un piccolo fosso di scolo invaso da arbusti di nocciolo e un casale per il ricovero di attrezzi agricoli sono gli elementi che separano gli ambiti pubblici da quelli privati e occasione per mettendo in relazione lo spazio della casa attraverso le sue grandi aperture e il paesaggio che la contiene. Il progetto per questa casa include un orto, Il prato con gli alberi da frutto, una terrazza esposta a sud delimitata da cespugli di Erica che rafforza lo spazio esterno della casa rispetto a quello del lavoro del prato. Chiedi perché c'è l’ erica e il proprietario risponderà che d’estate tiene lontane le zanzare e d’ inverno fa bello il prato. I dettagli del giardino concorrono affinchè la casa faccia parte del paesaggio che l’ accoglie. Tra lei e la campagna non ci sono barriere, nessun confine di proprietà costruisce recinti artificiosi. La ruralità dell’ ambiente continua oltre i muri della casa fino a dove lunghi filari di cipressi disegnano l’ orizzonte facendo si che Il limite della proprietà si amplifichi a perdita d’occhio. La casa e il suo giardino si “raccordano” all’ ambiente rurale che circonda la proprietà prendendo a prestito i principi con i quali si sono realizzati i fossi di scolo, i filari degli alberi lungo i confini di proprietà e le strade dei tratturi con lo spirito con cui Sven Ingvar Andersson racconta il progetto di allestimento del proprio giardino nel piccolo libro Lettera dal mio Pollaio.
Tre lati della casa si aprono al paesaggio della campagna attraverso grandi finestre meno che la facciata nord di arrivo antistante il parcheggio. Questa facciata è caratterizzata da piccole finestre e da un grande unico portale ad indicare in modo chiaro l’ accesso alla casa.
La casa si organizza attraverso aree funzionali che definiscono il suo spazio interno. Il corridoio di ingresso, caratterizzato sul un lato da un arredo espositore in legno e illuminato da piccole finestre che mettono in evidenza nicchie contenenti porcellane da collezione, termina in uno spazio a doppia altezza dove si trova la “macchina” del fuoco, la grande libreria e un’ alta e stretta finestra posizionata sull’ asse di un pioppo cipressino cresciuto sul bordo di una risorgiva limite della proprietà. Allo stesso modo il portico di ingresso che attraversa la casa, mette in relazione l’ ambito dell’ arrivo a nord con il giardino nascosto e diventa occasione per introdurre nella geografia dei percorsi quadri visuali che raccontano ancora degli elementi salienti del paesaggio agricolo. Il portico è la soglia tra l’ esterno e l’ interno della casa, definisce l’ accesso della porzione di casa dei genitori da quella della figlia. E’ una divisione solo apparente perché al piano superiore gli spazi sono permeabili attraverso un diaframma mobile che permette gradi differenti di privacy.
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